Capitolo 3 ~prima parte~

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«Allora Leila... cosa è successo?» chiese il professore Warren. La ragazza rimase zitta per un po', abbassando lo sguardo. Non sapeva neanche da dove partire...
Il professore, vedendola in difficoltà riformuló la domanda. «Che cosa ti ha spinto a fare quello che hai fatto?» anche sta volta sapeva come rispondere... ma non lo fece. Sembrava come se una forza le impedisse di farlo.
«Cosa ti hanno fatto quei ragazzi?» la ragazza esitò un attimo e poi con voce tremante rispose «Loro... mi bullizavano a scuola... ogni giorno...» appena ricevuta la risposta, il signor Warren la segnò sul foglio per poi passare alla successiva. «Com'è la tua situazione famigliare?»
Ma cosa centra? Pensò la ragazza, ma rispose lo stesso.
«M-mamma e papà hanno divorziato-» sta volta il professore non la lasciò neanche finire.
«È successo recentemente?» la ragazza alzò leggermente lo sguardo e posò le mani sulle ginocchia.
«N-no... è successo quando ero piccola...ora vivo con mia madr-» un altra risposta interrotta.
«Com'è il rapporto che hai con tua madre?» la ragazza esitò.
«Buono... emm, non parliamo tanto ma-» ennesima risposta interrotta... ora la ragazza si acciglió, iniziava a innervosirsi.
«Quindi l'atmosfera a casa tua non è delle migliori giusto?»
«emm-»
«Lo hai fatto apposta a picchiare quei ragazzi?»
Sta diventando un interrogatorio più che una sessione dallo psicologo...
«no io..»
«Li hai mandati in infermeria Leila... Non lo hai fatto apposta?»
«Non...» le domande arrivavano a raffica e non davano tempo alla ragazza di riflettere.
«Dimmi perché lo hai fatto Leila»
«NON LO SO!» sbottò la ragazza, aveva perso la pazienza e lentamente la sua rabbia cresceva.
Alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi su quelli del giovane professore.
«Ma lei sta cercando di aiutarmi o sta difendendo quei ragazzi?!» chiese con gli occhi spalancati...
Il prof rimase in silenzio a osservarla inespressivo.
«MI RISPONDA!»
La ragazza si alzò in piedi stringendo i pugni. I suoi occhi ormai erano furiosi, ma lo psicologo continuava a rimanere fermo e a scrivere sul suo foglietto.
«È evidente che la tua reazione esagerata è dovuto allo stress creato dal pessimo ambiente famigliare e al tuo modo di reagire...» la ragazza spalancò gli occhi e fece due passi avanti.
«Lei sta dicendo che è colpa mia?! Non ho scelto io questa vita!»
In un lampo la ragazza sentì la voce dello Slenderman dirle
Uccidilo.
Tuttavia questa volta non riuscì a disobbedire. Puntò il suo sguardo sulla gola della sua vittima e poi tese la mano in avanti sollevandola. Warren mise le mani sul collo come se qualcuno lo stesse strozzando, ma in realtà Leila stava ad almeno 2 metri da lui.
L'occhio destro della ragazza era diventato rosso e osservava con puro odio il professore, le sue labbra erano contorte in un ghigno divertito.
«Leila fermati...» la ragazza ignorò le suppliche dell'uomo e iniziò a chiudere il palmo della sua mano, e questo comportava che la misteriosa forza che reggeva il professore si stringesse sempre di più sulla gola.
Sempre di più.
Sempre di più.
Sempre di più.
Alla fine il collo del professore si spezzò facendo penzolare la sua testa di lato.
La ragazza tornò in se e spaventata ritrasse le mani... guardò impaurita il corpo del professore e si mise le mani alla bocca. Poi lentamente le tolse e si guardò i palmi incredula...
«Che cosa ho fatto...» sussurrò.
Era in panico, sapeva che se avesse aperto la porta le persone avrebbero visto il cadavere, quindi aprì la finestra e uscì da essa.

Corse per molto tempo fino a raggiungere casa.
Salì le scale e si chiuse in camera.
Iniziò a camminare avanti e indietro con le mani che reggevano la testa...
«Cosa ho fatto? Cosa ho fatto?! COSA HO FATTO?!» gridò per poi cadere in ginocchio reggendosi la testa. In quel momento una forte interferenza scosse la ragazza. Essa terminò e l'unica cosa che si poté udire fu un rumore che assomigliava vagamente a una risata... come se qualcuno fosse soddisfatto...

Eyeless Jack «•Hell•»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora