Capitolo 3 ~seconda parte~

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La ragazza camminava nervosamente avanti e indietro per la stanza. Il suo sguardo era terrorizzato e le sue mani scompigliavano i suoi capelli. Si inginocchiò e iniziò a piangere, tenendo una mano davanti alla bocca per fare meno rumore possibile.
Che cosa mi succede?! Perché ho ucciso quell'uomo?!
La ragazza chiuse gli occhi per qualche istante, ma quando li riaprì non vide più la sua stanza... Davanti a lei si estendeva un enorme foresta con alberi altissimi.
La ragazza si alzò di scatto e scosse lentamente la testa.
«Oh no...» Sussurrò.
Si voltò e  subito iniziò a correre...aveva capito dove si trovava. Corse per un po', con l'intento di scappare da quella foresta, ma essa sembrava infinita. Si fermò dietro a un albero per riprendere fiato, abbasó lo sguardo e iniziò a ragionare.
Calmati Leila...devi calmarti...non risolverai nulla corredo a caso.
Dopo vari respiri profondi la ragazza iniziò a calmarsi.
Lentamente alzò lo sguardo e davanti a lei vide niente meno che lo Slenderman.
Rimase paralizzata dalla paura... Non sapeva che cosa volesse quella creatura da lei...
Il mostro fece un lento movimento e tese la mano in avanti, la ragazza abbassò lo sguardo e mentre lo faceva notò due soggetti difianco all'uomo. Erano due ragazzi e a giudicarli dal fisico sembravano molto giovani, ma ella non poteva saperlo visto che i loro volti erano coperti da maschere.
Il primo, quello alla destra dello Slenderman aveva una maschera bianca con gli occhi e delle labbra femminili dipinti di nero. L'altro invece indossava un passamontagna nero con un espressione triste rossa...
Leila tornò a concentrarsi su ciò che lo Slenderman teneva in mano. Era una maschera. Bianca con gli occhi neri che avevano delle linee verso il basso. Attorno all'occhio sinistro c'erano delle linee grige che si intrecciavano tra di loro, mentre sopra l'occhio destro si trovava piccolo un cuore nero.
La ragazza ne era stranamente attratta, allungò la mano per prenderla ma in quel momento un rumore la fece tornare alla realtà.

Sbatté velocemente le palpebre e ritornò al mondo reale, aveva sentito qualcuno suonare il campanello.
Cazzo... Non dovevo lasciare tutto lì...
La madre andò ad aprire alla porta ritrovandosi davanti un agente. Leila si fermò sulle scale e riuscì ad ascoltare una parte della conversazione.
«..sua figlia è sospettata di aver ucciso un professore...»
La donna rimase un attimo in silenzio come se stesse realizzando ciò che le avevano detto
«Impossibile... La mia Leila non ha mai fatto nulla...»
L'agente iniziò a spiegare dei dettagli sull'omicidio. Non erano sicuri che fosse stata Leila, poiché non hanno trovato impronte o armi, ma molti testimoni l'hanno vista uscire dalla stanza correndo e il preside stesso afferma di averla mandata dallo psicologo.

Leila fece un enorme sospiro per trattenere le lacrime... Si era cacciata in un guaio più grande di lei, ma non voleva far soffrire sua madre.
La ragazza scese dalle scale, mostrando la sua esile figura. Gli agenti non appena la videro iniziarono a puntarle contro le pistole.
«Alza le mani e scendi molto lentamente!» Gridò uno, la ragazza con movimenti chiari e lenti fece come le avevano detto.
«Aspettate! Avete detto di non avere prove per incastrarla!»
Disse la madre mettedosi tra la ragazza e l'agente.
«Mi dispiace signora, ma le ho dovuto mentire... In realtà abbiamo il video della sicurezza che dimostra una presenza di una forza paranormale... Porteremo sua figlia in un centro specialistico»

La donna si voltò incredula verso la figlia che tremava visibilmente. «Non potete farlo! In qualità di genitore io non dó la mia approvazione!» Leila chiuse gli occhi... Sperava solo che la madre smettesse di parlare...
«Signora, noi porteremo via sua figlia con le buone o con le cattive, si sposti o sarò costretto a spararle!»
Ti prego mamma...smettila... La ragazza era ormai sul punto di piangere... Non capiva neanche perché all'improvviso la madre avesse cambiato atteggiamento nei suoi confronti...
La donna tuttavia non smise di controbattere....
Tutto accadde in pochi secondi... L'agente fece pressione sul grilletto e il colpo raggiunse in pochi istanti il petto della donna.
Leila urlò e si inginocchiò sul corpo della madre.
Scoppiò in lacrime, ma gli agenti si fiondarono su di lei dandole una botta sula nuca.

Leila aprì gli occhi... Di nuovo la foresta, sta volta non era spaventa... Provava solo rabbia.
In pochi istanti un rumore assordante si ripetè più volte nella sua testa.
La ragazza non si mosse... Neanche quando iniziò a sanguinarle il naso... rimase ferma a guardare per terra e ad aspettare l'arrivo dell'Operatore.
In pochi istanti lui comparve e la ragazza alzò lo sguardo mostrando i suoi occhi colmi d'odio. I due rimasero per qualche istante in silenzio finché la ragazza disse decisa:
«Accetto»

Eyeless Jack «•Hell•»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora