Quest'opera è una raccolta di One Shot e di fan art (solo queste ultime trovate nel web e perciò non opera mia) legate agli Avengers, dopo ciò che è avvenuto in Endgame.
Le storie saranno soprattutto legate a Bucky Barnes ed al suo futuro, legato c...
Il suo sonno era tormentato. Lo era da quando tutto si era compiuto. Bucky, ogni notte, dormiva poco più di mezz'ora. Poi all'improvviso si svegliava, madido di sudore e con il cuore impazzito fino alla gola. Ogni volta doveva alzarsi dal letto e mettersi a camminare per l'appartamento. Quel nuovo appartamento che non sentiva suo. Tutto era anonimo, lì dentro. I mobili, i colori delle mura, i pavimenti in legno chiaro... Era comunque un posto ordinato e pulito. Si stava impegnando in tutto. Nella pulizia come nella condotta morale. Aprì il frigorifero e prese dell'acqua. La bevve a canna, terminando la bottiglia. Si avvicinò alla porta finestra. La aprì ed uscì sul terrazzo. Osservò le luci della città, scrutando l'orizzonte. Attese qualche momento, poi si mosse di nuovo verso la camera da letto. Si fermò sullo stipite, inspirando profondamente.
L'idea di rimettersi a dormire lo angosciava. Decise di fare altro. Si vestì velocemente, con dei jeans scuri, una maglia nera ed il giubbotto di pelle dello stesso colore. Uscì dal palazzo e raggiunse la sua moto. Vi salì sopra e l'accese. Indossò il casco e partì. La velocità lo faceva sentire vivo ed al posto giusto. Sulla strada, con la potenza nelle mani, riusciva a non pensare ad altro. Dopo una mezz'ora, raggiunse un'abitazione in periferia. Si trattava di una casetta chiara, semplice, con un pezzetto di giardino sul davanti. Spense il veicolo e ne discese. Si mosse verso la casa, salendo silenziosamente, come solo lui sapeva fare i quattro gradini. L'interno era buio. Restò lì impalato, davanti alla porta per qualche minuto. Poi si voltò, osservando il dondolo sotto la veranda. Vi si sedette. E poi vi si sdraiò. Chiuse gli occhi, trovando una tranquillità labile ed una pace interiore che temeva sempre di non provare più. Qualche attimo più tardi, una luce si accese e percepì i passi di qualcuno uscire dall'abitazione ed avvicinarsi a lui. E poi sentì una coperta morbida adagiata con attenzione sulle sue spalle.
- Sembra proprio che tu non riesca a dormire, eh? -, gli domandò una voce che conosceva fin troppo bene.
La voce di Steve. Mosse il capo, per osservare la figura in piedi accanto a sé,
- No. Niente da fare... il sonno mi odia. -
L'altro sorrise, sedendosi lentamente accanto a lui,
- Bucky, Bucky... questo è il tuo momento. Sei libero dall'Hydra. Libero da taglie sulla tua testa.
Libero dalla diffidenza altrui... e nel pieno della tua vita -, sussurrò l'anziano, che non aveva perso la luce nel suo sguardo. L'altro si mise seduto, inarcando un angolo delle labbra,
- Hai ragione. Eppure... mi sento... -
- Solo? -, lo interruppe il vecchio amico.
Lo sguardo dell'uomo si fece liquido. Annuì. Steve portò il braccio dietro le sue spalle.
- Sei adirato con me per la scelta che ho preso? -
Bucky scosse il capo,
- No! Cosa vai a pensare? Io ho capito subito... Hai preso la decisione giusta... o avresti vissuto di rimpianti fino alla fine... -, rispose, mostrandogli una forte sincerità.
L'altro gli sorrise,
- Lo so, lo so. Era una domanda della quale già conoscevo la risposta. Tu quel giorno mi comprendesti senza bisogno di parole. Tu tra tutti. Mi guardasti negli occhi... e intendesti i miei piani. Come sempre. Perché tu sei e sarai per sempre il mio migliore amico, Bucky. E non ho bisogno di dirtelo una volta in più, vero? -
Il moro si lasciò andare, poggiando la testa sulla spalla di Steve.
- Nonostante in questo tempo io sia solo, ho te. -, sussurrò in risposta. Steve lo guardò, sostenendolo,
- Certo. E fin che avrò vita, io ci sarò. Ogni notte. Ogni giorno. Ogni momento. Però... - Bucky si sollevò, guardandolo serio,
- Però? -
L'anziano gli sorrise con dolcezza,
- È ora che tu viva anche la tua vita, Bucky. Trovando altre persone con cui condividere te stesso... -
- Il mio me stesso ha dei problemi con la gente... -, rispose sospirando, - meno di un tempo, certo... -
- Sei un avenger adesso. Nonostante quello che è successo. Nonostante il sacrificio di Tony. Nonostante la mia scelta. Nonostante la morte di Nat e di Visione... a te ed agli altri resta la responsabilità verso il nostro pianeta. - Si voltò verso di lui, guardandolo intensamente negli occhi, - Forse non accadrà più nulla. Forse finalmente vivremo in pace... Ma tu, con loro, dovrai essere pronto in caso contrario. -
Il giovane annuì,
- Sai che seguirò Sam come ho sempre seguito te... -
- Lo so. Dovrai sostenerlo e fargli sentire la tua presenza... -, aggiunse Steve, sorridendo, - ... anche se fingete di odiarvi, andrete d'accordo. Siete entrambi due cuori impavidi, due persone leali e dall'animo nobile. -
- Io non ho tutta questa nobiltà, alle mie spalle... -, rispose mortificato l'amico,
- Forse alle tue spalle qualcuno non te l'ha permesso. Ma il tuo cuore è quello di un eroe. Lo è sempre stato. -
Sentirselo dire da lui sembrava vero. Forse poteva anche crederci. Detto questo, Steve si alzò, guardandolo ancora,
- Su: vieni dentro. Ci beviamo qualcosa di caldo e poi ti sistemi nella stanza degli ospiti. Domani la renderemo un po' più "tua"...-
Bucky lo guardò sorpreso,
- Oh no, non ti sto invitando a trasferirti qui. Tu hai comunque bisogno di trovare la tua strada in questo presente. Il tuo equilibrio. Però avere una stanza dentro questa casa sarà ben meglio del dondolo sulla veranda, no? -
Bucky sorrise, avvicinandosi al suo amico. Steve allargò le braccia e lo strinse a sé. Era tornato a vivere dopo lo schiocco delle dita di Thanos. Aveva davanti a sé una seconda possibilità. Una nuova vita. Doveva soltanto trovare il coraggio per imparare a viverla.
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Eccomi.
Uno dei momenti che mi ha commossa maggiormente in Endgame, è stata alla fine, la sintonia tra Bucky e Steve. Quella capacità di comprendersi che va al di là di un sacco di parole. Steve è invecchiato, certo, ma è ancora lì, a sostenere un Bucky più stabile di prima, ma ancora bisognoso del suo migliore amico.