11. Sorprese #4

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Ingessata la gamba rotta, madre e figlia tornarono a casa, accompagnati da Happy.

Diedero un paio di mesi alla piccola Morgan, affinché si ristabilisse.
E Bucky fu colpito da sensi di colpa e da pensieri negativi...
Dopo quanto era successo fuori dal pronto soccorso con Pepper, Bucky se ne andò.
Infondo lei era vulnerabile.
E lui? Ancora instabile?
Si buttò nell'allenamento e nella lettura.
Passava un sacco di tempo in palestra ed altrettanto con i libri.
Sam lo coinvolgeva sempre in ogni uscita che decideva di fare: Bucky era diventato il suo braccio destro.

Incredibilmente, la sua metà.

Falcon poteva contare su di lui, sempre.
Non l'avrebbe mai detto, quella volta, in aeroporto, durante la guerra civile tra Avengers...
Ma l'ex soldato d'inverno era un ottimo compagno di squadra. Silenzioso ed affidabile.
Quella sera stavano cucinando per cenare, solo loro due. Non vi era nessun altro al quartier generale.
Una volta a tavola, di fronte a mezzo chilo di spaghetti aglio ed olio, i due si rilassarono.
Complice un buon vino rosso fresco, iniziarono a ricordare i tempi passati, a scherzare sul loro vecchio rapporto.
Si commossero pensando a Steve.
Per Bucky era doppiamente difficile pensare a lui...

- Non vai più a trovare Pepper e Morgan? -, domandò ad un certo punto il nuovo cap.

L'altro sospirò, appoggiando la schiena alla sedia sulla quale si trovava,
- No... o meglio: continuo a fare i miei turno notturni... però... Ho incasinato tutto. -

- Incasinato? Cosa vuoi dire? -, domandò l'altro, versando dell'altro vino in entrambi i bicchieri,

- Quello che ho detto. -, rispose risoluto il più silenzioso dei due.

Sam crucciò l'espressione, fissandosi sull'amico,
- Vuoi dire che è successo qualcosa tra te e Pepper? -

Bucky non rispose, fissando un punto indefinito sul tavolo,
- Ehi... non ci sarebbe niente di male... – aggiunse subito l'altro, abbassando appena il volto per poter scrutare nell'enigmatico sguardo azzurro.

Bucky lo guardò con serietà,
- Invece si. Lei... è la moglie di Tony. Io ho ucciso i genitori di Tony... un giorno Morgan lo scoprirà. Ed io diventerò uno dei cattivi... -

Sam sospirò, spostandosi ed appoggiando la schiena allo schienale della sedia,
- E poi capirà. Capirà cosa ti ha fatto l'Hydra. Soprattutto lei ti ha conosciuto che già eri Bucky... non più il soldato d'inverno. -

Spazientito, l'altro si alzò in piedi,
- Non è solo Morgan... Sam... io e Pepper non abbiamo nulla in comune, tranne... io credo... che quello che è successo... sia accaduto a causa di quello che abbiamo dentro entrambi... -

- E cosa sarebbe? -, ribattè subito il nero. L'altro gli rispose restando di spalle,

- ... disperazione. Credo. -

Detto questo, si mosse, allontanandosi e legandosi nel frattempo i capelli dietro la nuca.
Sam sospirò, mentre in cucina entrava Rhodey.

- Sam. Vengo a farmi il caffè di qua... la macchinetta nell'altra cucina non lo fa così buono. -
In quel momento Falcon si voltò, guardando il nuovo arrivato con sospetto,

- Senti... vorrei chiederti una cosa... -

- Dimmi pure -

- C'entri qualcosa con il fatto che Pepper non abbia più chiamato Bucky? -

L'uomo si girò serio verso il suo interlocutore,
- Ehi, credi che abbia questo potere? -

- Non lo so. Però so che non ti andava che lui frequentasse quella casa... -

James Rhodey gli voltò le spalle, continuando a prepararsi il caffè che lo aveva portato lì.
- Lui non mi piace. Ai miei occhi resta una persona instabile. E loro non hanno bisogno di gente così.-

Sam si alzò, andandogli di fronte e guardandolo dritto negli occhi,
- Lui ha trovato una sua stabilità. Collabora con me. Ed io mi fido ciecamente di lui.-

- Tu sei tu, Sam. Hai ereditato da Steve anche la speranza. Io sono molto più concreto. E mi sento responsabile nei confronti della famiglia di Tony. -

Sam serrò la mascella e lo fissò,
- Ti sbagli su di lui. -

- Speriamo. Ma nel frattempo... – e senza concludere la frase, uscì dalla stanza.

Bucky si era intanto spostato in palestra, per il consueto allenamento.
Mentre colpiva il sacco con i pugni, la voce di Friday lo interruppe,
- C'è una chiamata per lei, Burnes. Dalla giovane Stark. La metto in linea? -

Lui si fermò, alzando il capo, nella direzione da cui proveniva la voce,
- Si... certo... -

Un attimo dopo la vocina brillante di Morgan riempiva la stanza,
- Bucky! -

- Morgan, ciao piccola! -

- Bucky, scusami! Scusami tanto! -

Lui assunse un'espressione frastornata,
- Scusarti? E di cosa? -

- Di essermi fatta male! Di averti fatto correre in ospedale! Di averti fatto arrabbiare! Di... -

- Ehi, ferma! Io non sono arrabbiato con te! E tu non devi scusarti di nulla! Io, piuttosto, avrei potuto uscire con te... evitandoti il volo... -

- Ma... non ce l'hai con me? Bucky, non sei arrabbiato? Davvero? -

Lui scuoteva la testa, nonostante la bambina non potesse vederlo,
- No... nel modo più assoluto! Ma... perché non mi hai chiamato prima? -

- E tu? Perché non sei più venuto? La mamma ha detto che dovevamo lasciarti tranquillo... -
Lui sospirò, abbassando il capo,

- Mi dispiace, Morgan... va tutto bene, credimi... -

- Allora vieni qui... mi manchi un sacco! Ho voglia di giocare con te... se anche a te va... -

Gli si strinse il cuore a quella richiesta. Lui, l'ex soldato d'inverno, era diventato il migliore amica di una bambina di cinque anni?
- Ok. Prima di sera passerò. Però avvisa la mamma... e dille di chiamarmi se... dovete fare altro... -

- Evviva! Evviva! Ti aspetterò con l'emozione che mi batte nel petto! -

Lui sorrise,
- A dopo! -

Non appena chiuse la chiamata, realizzò che avrebbe dovuto trovarsi di fronte a Pepper.
E comunque, prima o poi sarebbe accaduto.


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