4. Addio

536 34 33
                                    


Uscito dalla doccia, si era legato un asciugamano in vita.
I capelli umidi che gli scendevano sulle spalle e la barba ormai incolta.
Non aveva alcuna intenzione di radersi.
Vi erano degli abiti civili appesi alla maniglia dell'armadio.
Nessuna divisa.
Un giubbotto di pelle scuro e dei jeans.
Era immobile di fronte allo specchio e fissava serio la propria immagine.

- Bucky -

La voce di Steve giungeva dal piccolo salotto.
Si trovava a casa sua e si stava vestendo.
Dovevano recarsi al funerale di Tony Stark.

Tony. Che aveva dato la sua vita per salvare l'umanità.
Aveva salvato anche lui, involontariamente. Faceva parte dell'umanità, infondo.
Un senso d'impotenza lo pervase, angosciandolo.
L'ultima volta che aveva visto Stark, si trovavano in Siberia.
Aveva combattuto per sopravvivere. Perché in quell'occasione, Tony aveva scoperto che lui era stato l'assassino dei suoi genitori.
Infondo... come dargli torto?
Il soldato d'inverno era un assassino spietato.
Si guardò le mani, voltando i palmi aperti verso di sé.
Mani sporche di sangue.
Ricordava ogni volto. Ogni uccisione. Ogni vittima.
Quel giorno, in Siberia, aveva combattuto per non morire, però.
Non voleva morire.

- Bucky... -, si voltò verso la porta della camera.

Steve lo guardava con tenerezza ed apprensione insieme, - ... vorrei parlarti... -
Il moro si scosse, riprendendosi ed annuendo,

- Arrivo -

Poco dopo lo raggiunse in salotto, vestito.
Captain America era appoggiato all'armadio della cucina, con le braccia conserte sul petto. Aveva un'espressione contrita nel guardarlo.
L'ex soldato d'inverno se ne accorse, prendendo una sedia, girandola al contrario e sedendosi, poggiando le braccia sullo schienale.

- Ho preso due decisioni... -, iniziò il biondo,

- Sono state due decisioni difficili, a giudicare dalla tua faccia -

Steve annuì.

- Ho passato cinque anni mentendo a me stesso: mi dicevo di andare avanti... quando ero fermo a quanto è accaduto in Wakanda... -

Il moro abbassò lo sguardo,

- Mi sono messo nei tuoi panni... non deve essere stato semplice... -

- No, non lo è stato... Poi...  vedere te... svanire nel nulla... – sospirò, corrugando l'espressione.
Bucky allungò gli angoli delle labbra,

- Un'uscita di scena originale... non c'è che dire, eh? Chiamandoti, poi... -

- Quel senso di impossibilità... credevo di non scrostarmelo più dall'animo... -, riprese il biondo, - ... e poi eccoci qui. -

Bucky si fece serio,

- Dai, spara. Cosa devi dirmi? -

Steve si mosse verso l'amico. Prese una sedia e si sistemò di fronte a lui.

- Oggi tornerò indietro nel tempo per sistemare le gemme... – fece una lunga pausa, - Ho deciso di fermarmi nel passato. E di vivere la mia vita con Peggy.

Bucky lo guardò senza riuscire a rispondergli.
Gli si strinse il cuore.
Perché in quel momento capì che lo avrebbe perso di nuovo.
Annuì, abbassando il capo,

- Ok. È giusto. Ed appoggio questa tua scelta. -, tornò poi a confrontarsi con il suo sguardo,

- Faccio fatica... a lasciare qua te... -, aggiunse, afferrandogli il braccio umano con la propria mano.

Bucky mosse la mano di metallo, posandola su quella dell'amico.
Si sforzò di sorridergli,

- Lo so. Hai già fatto tanto per me. È ora che me la cavi un po' da solo, adesso... non credi? – aveva gli occhi lucidi mentre gli rispondeva, ma riusciva a mantenere perfettamente il controllo

– Poi... noi resteremo fratelli a prescindere. Ovunque saremo, anche se lontani del tempo. -

Si fissarono commossi per qualche istante. Poi Bucky riprese a parlare,

- La seconda decisione? -

Steve annuì,

- Ho deciso di lasciare il titolo di Captain America a Sam. Sono stato molto combattuto... perché io conosco la tua integrità... il tuo coraggio... la tua forza... -

Il moro scosse la testa,

- Il mio passato è sporco di sangue. Sono un assassino... non avrei mai accettato di continuare a combattere nel tuo nome, Steve... Hai preso la decisione più sensata. -

Steve si alzò, facendo fare lo stesso anche a Bucky,

- Tu, però, dovrai sostenerlo. Deve poter contare sulla tua forza. Deve fidarsi di te come io mi fido di te. E tu dovrai fare lo stesso nei suoi confronti. Questa è l'ultima richiesta che ti faccio, Bucky. -

Gli afferrò la mano, stringendola, senza lasciare i suoi occhi.
Si mossero, poi, per uscire dall'appartamento.
Cap passò le chiavi all'amico,

- Questa diventa casa tua, d'ora in poi. Il tuo nuovo "punto e a capo". -

L'altro le prese, annuendo,

- Punto. E a capo. -

Uscirono dal palazzo con una marea di pensieri. La tristezza per l'imminente addio ed il coraggio reciproco di non far pesare nulla l'uno sull'altro...
Solo poco prima della partenza per il viaggio quantico, i due si concessero un abbraccio sincero...

- Mi mancherai, amico... – sussurrò appena Bucky, affinché nessuno al di fuori dell'altro potesse sentire.

- Andrà tutto bene, Buck... -, rispose Steve, fermandosi nei suoi occhi.

Poi un lungo sguardo...
Ed il coraggio dell'addio.
Quando Steve non riapparve sulla piattaforma, Sam si allarmò e Bruce parve impazzire nel comprenderne il perché.
Bucky si voltò, sapendo già tutto.
Rassegnato, si mosse di qualche passo... ed aggrottò le sopracciglia nell'osservare una panchina poco distante da loro.
Comprese subito chi fosse l'anziano uomo seduto di spalle.

One shot post EndgameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora