13. Back in Wakanda

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Erano passate un paio di settimane dal funerale di Stark.
Bucky, dopo essersi chiuso per giorni nel nuovo appartamento che Fury gli aveva assegnato, decise di mettere il naso fuori, cambiare aria e di tornare in Wakanda per una breve visita.
Non cercava nulla di particolare.
La sua irrequietudine non gli dava pace ed il Wakanda era il luogo più vicino al senso di "casa" a cui potesse ambire.
Aveva chiesto il permesso a T'Challa, il quale non aveva fatto attendere una risposta positiva a quella domanda.
Sapeva bene quanto l'ex soldato d'inverno fosse legato a quel luogo.
Quando vi giunse, una volta sceso dall'aereo, trovò subito ad accoglierlo Shury.
La giovane principessa, come sempre semplice e sbarazzina, gli venne incontro con un'espressione colma di felicità ed una corona di fiori pronta per il suo collo.
Il sorriso della ragazza lo rasserenò subito. Lei allargò le braccia poi, per avvolgerlo nel migliore benvenuto che potesse donargli.
Lui alzò il braccio buono e lo poggiò lieve sulla schiena di lei.
Poi si distanziarono, per guardarsi in volto,

- Grazie per questo bel benvenuto... ed anche per avermi concesso di venire qui, ora -, iniziò lui.
La ragazza inarcò un sopracciglio, sorridendo sghemba, mentre con un pugno gli picchiettò il petto,

- White Wolf, lo sai che questa è anche casa tua ormai: smettila di comportarti come un ospite! -
L'altro non poté non inarcare un angolo delle labbra,

- Ma io sono un ospite... -

- No: il Wakanda è anche tuo... anzi: - continuò, portando le mani ai fianchi ed osservandolo con orgoglio, - tu appartieni al Wakanda. -

L'uomo abbassò il volto, lasciandosi sfuggire un sorriso: appartenere a qualcosa che non fosse l'Hydra non era male.
Anzi.
Shuri gli afferrò il polso, iniziando a muoversi,

- Vieni: ti accompagno alla tua stanza. Questa volta resterai al palazzo invece che in una capanna... – si fermò improvvisamente dubbiosa a fissarlo, - va bene? Accidenti, non ho pensato a cosa volessi tu... magari preferivi startene da solo nel silenzio della pianura... -

Lui scosse lentamente il capo, rassicurandola,

- Resto volentieri a palazzo, non preoccuparti... -

Lei esplose in un sorriso di gioia,

- Bene. Anzi, benissimo! Dai andiamo! -

L'uomo fu trascinato lungo i corridoi del palazzo, fino alla sua stanza. Shuri aprì la porta, senza entrare,
- Rilassati quanto vuoi. Io ti aspetto nel mio laboratorio. Ricordi dove si trova, vero? E quando scenderai chiameremo anche mio fratello: è molto felice per la tua visita! -
Bucky ringraziò, mentre chiudeva la porta.
Si voltò, osservando la stanza.
Non era certo semplice come la capanna nella quale aveva alloggiato tempo prima. Però era armoniosa ed ordinata.
Posò il piccolo bagaglio che portava con sé.
Decise di fare una doccia veloce e di cambiarsi: un paio di jeans, una maglietta bianca e delle infradito in pelle sarebbero stati perfetti.
Legò i capelli umidi dietro la nuca ed uscì senza farsi la barba.
Percorse con sicurezza le vie del palazzo: nel periodo in cui Shuri aveva lavorato sulla sua mente, era stato molte volte in quel luogo.
Raggiunse in breve tempo l'entrata del laboratorio.
L'apparecchio alla porta gli chiese l'impronta digitale. Lui curioso poggiò il polpastrello del pollice sul tastino indicato.
La porta lo riconobbe e si aprì di fronte a lui, proprio come ai vecchi tempi.
Questo lo fece sentire ancor più a casa.
S'infilò giù per le scale, osservando la tecnologia futurista partorita dalla mente geniale di Shuri.
Lei, la giovane scienziata, stava lavorando su un monitor in 3D, concentrata sui dati che stava immettendo.
Quando si accorse di lui, portò le mani tra i capelli,

- Caspita, che velocità! E guardati: sei rinato con una doccia! Vieni...-, gli prese la mano di metallo e, incontenibile come sempre era lei, lo portò dalla parte opposta del laboratorio, -

pronto alla sorpresa? -, dicendo questo lo guardò fiera, poi sfiorò un tasto tondo sul muro di metallo, che si aprì. Entrarono in un'altra stanza, in fondo alla quale, sopra un tavolo, si trovava scintillante un braccio in metallo.
In vibranio, ad essere precisi.
Era simile a quello che già possedeva, per questo guardò la ragazza con curiosità,

- Me ne hai preparato uno di ricambio? -, disse ridacchiando.

Ma lei scosse il capo, sfiorando il braccio sotto il polso...
Improvvisamente il metallo cambiò colore, diventando chiaro, fino a raggiungere un color carne naturale...
Sotto gli occhi stupiti di Bucky, il nuovo braccio in vibranio pareva un semplice braccio umano. Si accorse solo qualche istante più tardi di un tatuaggio sotto l'avambraccio: l'impronta di un lupo.
Lui dischiuse le labbra, osservandolo,

- Ma... incredibile... sembra vero... -, allungò la mano e sfiorò l'arto con le dita. Si sorprese quanto sembrasse pelle reale!
- Ho fatto un buon lavoro, vero? -, scherzò lei, osservandolo fiera, - ... ho pensato che ti avrebbe aiutato... almeno non dovrai indossare sempre un guanto per nascondere il metallo... -
Bucky si voltò, proprio di fronte a lei. Non era più bravo come un tempo, con le parole. Ma si stava sforzando a migliorare.
Inarcò entrambi gli angoli delle labbra, guardandola, come fece la prima volta che la conobbe, lì in Wakanda. E le disse la stessa, identica parola di quella volta:

- Grazie -

- Mia sorella non riesce mai a spegnere quel suo ingegnoso cervellino, come hai potuto constatare... -

I due si voltarono, mentre T'Challa li raggiungeva a braccia aperte,

- Re T'Challa... -

- Vieni qui, mio buon amico... -

Il re abbracciò l'ex soldato d'inverno,

- È un grande piacere averti qui, Bucky Barnes. Mia sorella te lo avrà già ridetto fino alla nausea, ma ci tengo a ripetertelo anche io: questa è casa tua, se vuoi. -

- In realtà... -, iniziò titubante in apparenza, ma sicuro in sé, - ... ho deciso di restare al fianco di Sam e di combattere con lui... credo che possa essere un buon modo per esorcizzare il mio passato... -

T'Challa annuì, portando una mano sul suo braccio umano,

- Il tuo passato non è frutto della tua volontà. Sei stato una vittima anche tu. Ma ora, lo vedo chiaramente, sei un Avenger. White Wolf è un nome importante e tu saprai onorarlo a dovere, ne sono certo, amico mio -

Shuri si frappose tra i due,

- Allora, se il nostro ospite è d'accordo, io lavorerei al cambio del braccio! Se non sbaglio questa sera c'è una festa qui a palazzo... -

Il re sorrise, annuendo,

- Se White Wolf è d'accordo... -

Bucky tornò ad osservare il nuovo arto, annuendo,

- Si. -

Il re lasciò il laboratorio, mentre i due si misero al lavoro.
Lui se ne stava seduto sopra una comoda poltrona reclinabile, mentre la ragazza armeggiava con i ferri,

- Vedrai: è anche più leggero. Poi se non dovessi trovarti bene, cosa impossibile, potremmo comunque rimettere l'altro... -

Bucky socchiuse lo sguardo.
S'immaginò integro. Sia nel fisico che nella coscienza.
Un'utopia... però... c'era un però.
Poteva fare qualcosa di buono, da lì in avanti.
Come nella guerra contro Thanos. Come in passato con Steve.

- Finito! Dai, alzati e guardati! Prova a muoverlo! -, la ragazza era emozionatissima! Bucky si alzò, osservando il nuovo arto. Visivamente pareva un braccio umano in tutto e per tutto. Mosse le dita e le chiuse a pugno. Portò entrambe le mani davanti a sé, osservandole incredulo...

- Sono identiche... come diavolo hai fatto? -

Shuri gli sorrise,

- Beh, sai: io sono un genio. E le persone geniali lavorano per fare del bene. Devono farlo per forza. -

Bucky socchiuse lo sguardo chiaro,

- Non tutti i geni la pensano come te, purtroppo... -

 I migliori si, senza dubbio. -

Bucky tornò a guardarsi allo specchio. Inclinò il capo, osservandosi con calma.

- Avresti voglia di fare un'altra cosa per me? -, chiese quasi con timore,

- Dimmi! -, rispose prontamente la ragazza,

- I miei capelli... vorrei tagliarli... -, disse guardandosi immobile.

Lei guardò la sua immagine riflessa,

- E perché? Mi piacciono molto i tuoi capelli! Ti stanno... bene... -, concluse lei, rendendosi conto di aver osato forse un po' troppo.

Bucky sorrise per quel complimento genuino fattogli dalla giovane. Poi si fece serio,

- Potranno ricrescere. Ma questi capelli, ora, incorniciano un volto che fatico a riconoscere. Vorrei vedermi senza. Com'ero un tempo... - tornò a guardarla, - Puoi farlo? -
Shuri annuì,

- Certo. E capisco la tua richiesta. Anche per noi ragazze un taglio di capelli funziona come "punto e a capo", sai? Se vuoi posso farlo subito. -

- Si. Va bene. -

Si spostarono nel laboratorio e la principessa fece sedere l'amico davanti a sé. Si procurò sia un paio di forbici che un rasoio elettrico.

- Sei consapevole che io non sia una parrucchiera e che potrei renderti un mostro? -

Lui rise, lasciando le iridi azzurre semi nascoste tra le palpebre,

- Hai la mano ferma: mi fido ciecamente di te. -

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