Il "suo" ritorno..

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La mia mano, avvolta ancora dal suo polso, mentre ci ritroviamo nel corridoio, silenzioso, come la mattina presto; ognuno adesso è nella propria classe e in teoria dovrei esserci anche io, ma purtoppo per colpa di questo deficiente non ci sono, e adesso voglio proprio capire perché:

" Embè, cosa vuoi adesso, non ti è bastato cio' che hai fatto?" strattono la mia mano fuori dalla presa del suo polso, mentre un suo sguardo perso mi raggiunge gli occhi.

" che ti ho fatto? ma cosa stai dicendo, io non ti ho fatto un bel niente"

" non mi hai fatto niente!" una risatina isterica mi esce dalle labbra.

" Allora se ho fatto qualcosa, dimmi cosa ho fatto!" se è cio' che vuole allora lo avra'.

" certo che lo hai fatto; ieri te ne stavi in casa mia, in camera mia, per precisione, che mi dicevi quelle cose, che non vuoi che io assuma il tuo stesso comportamento, che non finisca come te.... poi stamani mattina neanche mi consideri quando entri a scuola. Mi stai prendendo in giro? no perchè senno' basta dirlo, perche' il tuo aiuto non è che mi sia prezioso, non fino ad ora;" non reagisce alle mie parole; perche' non reagisce? strano, in teoria avrebbe gia' risposto, facendomi sentire un verme per averlo trattato cosi'.

" gia'" fa una pausa brevissima " allora.. so che stamani non mi sono comportato benissimo"

" gia'"

" no fammi finire" va bene, adesso tocca a lui. " allora, ieri ti ho detto delle cose giusto?" annuisco. " bene, e io quelle cose le pensavo veramente, ma vedi non è facile essere il ragazzo piu' popolare della scuola, essere sempre al centro dell'attenzione, fare cio' che gli altri si aspettano, fare cio' che gli altri vogliono che tu faccia!"

" Ehy, ehy," lo interrompo, non mi interessa se adesso sta a lui. " questi discorsi me li hai già fatti, non pensare che adesso io ci ricaschi, perchè non funziona, non mi incanti con la tua storia del piu' popolare, capito?"

" Lo so, ma non è per questo che ti dico queste cose, lo dico perché in parte sono vere, ma in parte devo dipendere da loro, mi capisci."

"In realtà no; come fai a dover dipendere da loro? tu un cervello ce l'hai, o sbaglio.. tu non devi pensare per fare ciò che gli altri vogliono. se agli altri piaci, devi piacere così come sei, non per quello che gli altri vogliono che tu sia... io proprio non ti capisco." mi fa male dover dire queste cose, ma non posso evitare di dirle.

" Lo so, ogni cosa di quella che hai detto è vera, perché lo è.. ma e' difficile"

"No, non è affatto difficile; sei tu che vuoi renderla difficile, perché ogni cosa ha una soluzione, se lo si vuole veramente."

La porta si apre dietro di noi;

<< signorina Smith, signorino McCullen, prego rientrate in classe>> il professore interrompe la nostra conversazione, e da una parte non devo che ringraziarlo.

" Certo, entriamo subito" Josh risponde, anche se con aria un po' scocciata.

Il prof si richiude la porta dietro alle spalle e torna in classe; quello che tra poco farò anche io.

" Andiamo" prendo l'iniziativa altrimenti ci staremo fino a notte fonda, se fosse per lui.

" No aspetta, dobbiamo finire" riafferra il mio polso, facendomi voltare, ritrovandomi col volto a pochi centimetri dal suo.

" No, non abbiamo più niente da dirci, hai già detto tutto quello che dovevi dire" tolgo la mia mano dalla presa del suo polso, ancora, e mi volto per avviarmi verso la classe.

Non appena rientro dentro mi risiedo al mio banco, pensando solo al disegno adesso; 15 minuti dopo, la lezione e' finita ed io mi muovo velocemente per poter uscire il prima possibile dall'aula.

La mia giornata passa così, correndo da un aula ad un'altra, con ogni volta, la voglia di non pensare a quel ragazzo che poco fa mi ha fatto provare cose bruttissime. Mi ha praticamente detto che lui, siccome a scuola è popolare e cose del genere, non può permettere di farsi vedere con una "sfigata" come me; questi discorsi si facevano alle elementari, non alle superiori. io pensavo che alle superiori, almeno un minimo, fossero maturi ed intelligenti, e invece.....

Finalmente arrivo a casa, potendomi finalmente stendere sul mio adorato letto;

Chiamo Tibby, visto che non la vedo da l'ora di disegno, da quando " mister non posso farmi vedere con te perché sei una sfigata" ha deciso di trascinarmi fuori dall'aula per dirmi tante cavolate; al secondo squillo risponde:

" Ehyy, ma si può sapere cosa è successo stamani?"

" Meglio evitare" credimi.

"Perché?" perche'?? tutti pensano che sia un bravo ragazzo, che sia adorabile, ma non è così, basta conoscerlo anche solo poco che capisci che non è così.

" E' solo un grande stronzo"

" Non capisco" ovvio, lei ancora non sa cosa è accaduto ieri notte, così le racconto ogni cosa, anche di stamani mattina, e allora:

"Ok, concordo con te, è un grande stronzo"

"Ecco,ora hai capito perché!!"

"Tesoro, sei stata proprio sfortunata"

"Puoi dirlo forte bella mia" senza volerlo sul mio volto appare un velo di delusione e forse anche di tristezza.

" Dai, non pensarci più, sai i maschi come sono fatti, sono tutti uguali" si lo so che sono tutti uguali, ma per un secondo, un nano,micro,piccolo secondo quella sera qui a casa mia, avevo immaginato che fosse diverso, ma ovviamente era errato.

" Va bene dai, ci vediamo domani a scuola, adesso non ho molta voglia di parlare"

" Va bene. Non starci troppo male, non ti servirà a niente, ricordatelo."

"Grazie!!"

"Buonanotte"

"Buonanotte" attacco il telefono, nello stesso momento in cui un numero appare sulla mia schermata; " UTENTE SCONOSCIUTO". Chi potrà mai essere, e poi a quest'ora.....

Decido di non rispondere, non è che mi fidi poi così tanto, a rispondere ad una persona, la quale non conosco, ne tanto meno per telefono.

Circa 2 minuti dopo, il mio telefono produce un'altro suono; solo che questa volta e' diverso da quello di prima, questa volta e' arrivato un messaggio.

Sempre proveniente dallo sconosciuto; apro la casella del messaggio, e ritrovo un messaggio che non mi piace affatto:

" Credi che sia finita qui?? beh ti sbagli, io non mi sono ancora dimenticato di ciò che mi hai fatto, quindi stai bene attenta che altrimenti avrai delle piccole sorpresine"

Non è possibile.. il panico si impossessa di me, le mie mano cominciano a tremare, il telefono cade sul pavimento, la paura prende spazio nel mio corpo.

Lui.. ancora lui..

I love you.. idiotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora