Capitolo 4: L.D.

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Una vibrazione costante mi disturba. Seccata, apro gli occhi e mi accorgo di essere nel mio letto, nella mia stanza.

Sobbalzo e rabbrividisco allo stesso tempo: ho il pigiama; i vestiti che indossavo ieri sono piegati sulla scrivania e tutto sembra normale, ma non lo è.

Che cosa è successo stanotte?

Daniel. Cimitero Monumentale. Sono rimasta chiusa dentro. Daniel mi ha incastrata. Night club sotto la tomba di Manzoni. Chiara Sole. Daniel vampiro. Adriel vampiro. Chiara morta?

Era solo un sogno? Questa notte me lo sono immaginato?

Prendo il telefono e faccio illuminare lo schermo. Dieci notifiche di Facebook. Due di Instagram. Due di Whatsapp.

Avvio Whatsapp e guardo i messaggi: uno da parte del gruppo della classe e l'altro da parte di Adriel.

Adriel: Dobbiamo parlare. Ci vediamo alle 12 da Starbucks in Garibaldi?

Lo ignoro e inizio a cercare su Internet qualche indizio che mi dica qualcosa: me lo sono solo immaginato?

Digito alcune parole chiave sulla barra di ricerca di Safari: Cimitero Monumentale. Vampiri. Akira. Il primo risultato parla solo della grande importanza del Cimitero Monumentale nel mondo, il secondo di tutte le leggende nate sui vampiri a partire dal libro di Bram Stoker e il terzo... degli Akira.

Che cosa sono questi Akira? Chiara era una di loro?

Adriel e Daniel hanno detto che gli Akira sono creature che vivono in mezzo agli esseri umani e che si nutrono delle loro anime. Ma che forma hanno? Hanno l'aspetto di qualsiasi essere umano? O forse cambiano aspetto come i vampiri?

Scuoto la testa esasperata. Spegno il telefono e scendo dal letto.

Devo riflettere. Non può essere vero. Era solo un sogno. Sì, solo un sogno.

Apro la porta della mia stanza e ascolto il silenzio del sabato mattina, in casa mia. Vado in camera di mia madre e la osservo: sta dormendo, abbracciando una bottiglia di Jack Daniel's vuota.

Sbuffo e sorrido. Almeno si ubriaca a casa e non si fa male in qualche bar di Milano.

Vado in cucina, butto un occhio all'orologio, che segna le undici, e prendo un sacchetto di plastica, come ogni sabato.

Il sesto giorno della settimana è dedicato alla pulizia dell'appartamento: raccolgo tutte le bottiglie di vetro e le lattine vuote dal salotto, pulisco il divano con un aspirapolvere, lavo i piatti nel lavello della cucina e, dopo aver mangiato qualcosa, faccio i compiti in salotto con la televisione a schermo piatto accesa.

Comincia il secondo episodio dei Simpson quando, all'improvviso, qualcuno bussa alla porta. Mi alzo, contrariata per lo sforzo, e vado ad aprire, senza guardare dallo spioncino.

«Ciao» mi saluta Adriel.

Alzo gli occhi al cielo. «Che cosa ci fai qui?»

Lei sorride ed entra in casa senza il mio permesso. «Cosa vuoi?» le chiedo tenendo la porta aperta.

«Avevamo un appuntamento, mi pare, e visto che non sei venuta, eccomi qui» risponde entusiasta.

«Nessuno ti ha invitata» borbotto indicandole l'uscita.

«Appunto. L'ho fatto da sola» dichiara felice.

Sbuffo e chiudo la porta. Non posso cacciarla, così scelgo di ignorarla. Mi siedo e ricomincio a studiare l'epigenetica.

«Sul serio mi ignori?» domanda stupita.

Non rispondo e torno ai miei appunti.

«Ah. Non ci credo. Ti stai comportando da bambina» sbuffa. «Va bene. Allora, se non parli devi per forza ascoltarmi» prosegue sedendosi davanti a me, mentre fingo di essere da sola, continuando a scrivere.

Il segreto del CimiteroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora