Si allontana sorridendomi, mentre la mia gola rimane serrata e i polmoni faticano a prendere l'aria. Il ginocchio sotto il tavolo, ormai libero, pulsa per il dolore e sono certa che se gli dessi un'occhiata scoprirei che non ha più il colore roseo della mia carnagione, ma piuttosto un viola in stile Tinky Winky dei Teletubbies.All'improvviso si alza e butta sul tavolo un tovagliolo bianco.
«Mi sono stancato. Daniel ti riporterà a casa!» esclama per poi andarsene.
Non appena Lestat Defendi scompare dalla mia visuale, i miei polmoni riprendono a funzionare. Indietreggio leggermente con la sedia e tolgo la stoffa che copre il ginocchio per vedere in che condizione è, visto che il dolore è sempre più forte.
«Cazzo!» esclamo a bassa voce, vedendo il gonfiore e l'ematoma viola.
«Andiamo?» chiede qualcuno. Alzo la testa di scatto e al mio fianco vedo Daniel in piedi.
«Daniel» mormoro imbarazzata.
Lui adora Lestat... Come glielo dico?
«Non posso camminare. Puoi portarmi in braccio?» domando a voce bassa.
Lui mi guarda confuso e senza fare domande mi prende sotto le gambe come se fossi un foglio di carta.
«Grazie» mormoro.
Arrivati alla macchina, apre la portiera del passeggero e mi fa accomodare cautamente. La chiude e partiamo dopo meno di un minuto.
«Come te lo sei fatta?» chiede Daniel all'improvviso.
«Che cosa?» chiedo rimanendo sul vago.
«Quella botta al ginocchio» indica con un cenno del capo, senza distogliere gli occhi dalla strada.
«Non è niente» dico cercando di nascondere l'ematoma con il vestito. Daniel ringhia e mi fa sussultare.
«Come te lo sei fatta?» ripete il mio compagno di classe vampiro.
«È stato Lestat» dichiaro.
Silenzio. Non risponde. Le sue dita stringono forte il volante e i suoi occhi diventano piccoli, quasi come delle fessure.
«Dobbiamo medicarla» sospira dopo qualche minuto.
Guardo di sfuggita l'orario sul cruscotto e trattengo il respiro. «Non portarmi a casa, ti prego» lo supplico.
Mia madre da il peggio di sé a quest'ora della notte e stasera non penso di poter sopportare un altro dei suoi teatrini.
«Portami ovunque, ma non a casa mia» dichiaro.
Dopo circa quindici minuti, Daniel parcheggia davanti al Cimitero Monumentale.
«Avevo detto ovunque, ma questo non rientra...» mormoro spaventata.
Se dovessimo incontrare Lestat?
Daniel scende dall'auto e, sempre con una velocità pazzesca, mi prende in braccio.
«Non preoccuparti. Lestat è andato a prendere i rifornimenti alla banca del sangue» mi informa il mio compagno di classe vampiro.
Faccio un sospiro di sollievo, mentre Daniel continua a camminare. Con un balzo superiamo il cancello e a velocità impressionante raggiungiamo una panchina, sulla quale il mio compagno di classe mi appoggia con delicatezza.
«Scusa, non ci avevo pensato» mormora.
«A cosa?»
«La velocità dei vampiri può creare delle bolle d'aria nei polmoni degli umani. Ti senti bene?» chiede Daniel posandomi una mano sulla spalla.
STAI LEGGENDO
Il segreto del Cimitero
FantasyPRIMO LIBRO DELLA SAGA DEI SEGRETI Questa storia si può trovare facilmente su Amazon sia in cartaceo che in Kindle, ma qui su Wattpad per ora ho lasciato una versione precedente. Demetra Romano è una ragazza di diciannove anni, frequenta l'istituto...