3. Grazie per essere rimasta

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Lexa's pov
Quando durante l'assemblea la regina Nia ha avviato il colpo di stato, avevo già intuito i suoi propositi. Sapevo che quel che voleva era una sfida per ottenere il trono, ed inizialmente ero dell'idea di schierare uno dei miei combattenti più promettenti, Aden per esempio. Ho allenato quel ragazzo così a lungo che è persino più forte di me prima del mio Conclave. Quando la mia lotta sarà finita, sarà un ottimo successore. Tuttavia quando Nia si è rivolta a Clarke durante l'assemblea, con quel tono di disprezzo, sono andata su tutte le furie. Sin da lì avevo deciso che sarei scesa sul campo di battaglia io stessa. Per il mio popolo, per onorare gli insegnamenti di mio padre, per me... e per Clarke. Doveva sapere che con me è al sicuro. Tuttavia il modo in cui mi ha guardato, anche solo l'espressione nei suoi occhi, mi hanno fatto sentire in colpa. Della loro luce divina non c'era nulla, solo paura. Terrore, quasi. Ma per quale motivo? La testa mi porta a pensare che se io perdessi il duello e se morissi, probabilmente lei verrebbe uccisa e il suo popolo distrutto. Ma il cuore, lo stesso che mi ero promessa di non riaprire a nessuno, continua ad accelerare tanto da togliermi il respiro. Possibile che Clarke si sia preoccupata per me? Di perdermi? No, impossibile. Per Clarke la sua gente viene prima di tutto. Con loro vivono i suoi amici, sua madre. Probabilmente io sono solo il comandante per lei, nonostante l'accaduto della sera precedente. Si è aperta a me, mi ha parlato di suo padre come io le avevo parlato del mio. Per non parlare del modo in cui mi fissava gli occhi mentre io guardavo le stelle. Credeva che non me ne fossi accorta, ma invece lo avevo notato benissimo. Chissà cosa ci vedeva. Quando li guardo allo specchio, li vedo spenti, di un verde intenso e privo di emozioni. Perché è cosi che mi vedono tutti. Lo spirito del comandante risiede in me, così come i suoi valori. È proprio per questo che le emozioni non devono offuscare il mio pensiero. L'amore è una debolezza, l'amore finisce, spezza i cuori. A volte rovina la vita delle persone. Sentirsi privati della persona che si ama, è probabilmente il dolore più intenso che si possa provare. Più di ogni ferita in battaglia.
Scuoto la testa scacciando quelle riflessioni. Come sono arrivata a questo punto? Che senso ha pensare all'amore ora che sto indossando l'armatura da battaglia per scendere nell'arena? Non ha senso. I comandanti nella mia testa sono agitatissimi, e percepisco parecchia rabbia e preoccupazione nelle loro menti. Le stesse che percepivo negli occhi di Clarke quando ha tentato di dissuadermi dal volere scendere in battaglia. Aveva persino rischiato la sua vita cercando di avvelenare Nia, per salvare la mia. Era stata lei ad informarci dell'esistenza di una Natblida della regione del ghiaccio, per cui mi chiedo se le sue preoccupazioni siano dovute al fatto che nel caso in cui Aden avesse perso il Conclave contro Ontari, nessuno si sarebbe preoccupato del suo popolo. È proprio per questo che oggi sopravviverò. Ricordo il momento nella tenda, quando per la prima volta l'avevo baciata. Lei aveva detto che la vita dovrebbe essere più che semplice sopravvivenza. Che ci meritiamo di meglio. Allora non credevo pienamente in quella tesi, ma ora sto iniziando a ritenerla esatta. Le ultime parole che Clarke mi ha detto: "Non starò lì seduta a guardarti morire" continuano a tornarmi in mente, sostituendo perfino i pensieri dei comandanti. Lei non verrà al mio duello. È sicura che io non abbia speranze contro Roan, e probabilmente mentre io combatterò starà cercando un modo per salvare il suo popolo se le cose dovessero andare male. L'idea che resti nella sua stanza a preoccuparsi per me mi galleggia nella mente, ma ho paura che sia solo una stupida speranza. L'ultima volta che abbiamo parlato sono stata insopportabile con lei. Le ho detto di lasciarmi andare, che non poteva impedirlo, per farla arrabbiare. Se lei è arrabbiata con me, probabilmente non soffrirà se oggi morirò. O almeno, non rischierà di nuovo la sua vita tentando di salvarmi. Nella mia testa si sta facendo largo il ricordo di noi che combattiamo insieme il Pauna. "Perchè ho bisogno di te" erano state le sue parole. Essere così vicina alla morte non era mai stato più bello. "Il tuo cuore non mostra segni di debolezza" le avevo detto. Il mio invece ora ne ha uno, ed è lei.

Clarke's pov
È ora, tra qualche minuto lo scontro avrà inizio. Sono terrorizzata per Lexa. Non l'ho mai vista combattere, ma ho visto Roan e so che tipo di avversario si troverà davanti. Sento le parole di Titus e le grida del pubblico, per cui il duello sta per cominciare. Ho bisogno di vedere Lexa, di incrociare i suoi occhi verdi e poterci vedere la luce del sole, per ricordare le stelle che vi erano la sera precedente. Quella sera sembrava davvero che le stelle la proteggessero. Brillavano attorno a lei, ma la sua luce era ancora più intensa. Un fuoco celeste. Mi faccio largo tra la folla ed il mio cuore perde un battito. Lexa mi ha già visto, sta guardando verso di me con la bocca socchiusa per la sorpresa e gli occhi sgranati. Improvvisamente rivedo in lei la fragilità che avevo visto quella sera. Non credeva che io sarei venuta, più volte aveva tentato di farmi perdere le speranze dal salvarla ed io mi ero sempre infuriata con lei. Ma ora la guardo e vedo una ragazza. Una ragazza semplice, bellissima, con occhi profondi che scavano fino all'anima. Una ragazza con una pittura di guerra in faccia e un'armatura probabilmente più pesante di lei avvolta intorno al corpo. Improvvisamente tutte le mie ansie spariscono, non l'avevo mai vista cosi forte. "Lieta di vederti" dice interrompendo l'interminabile momento di silenzio. "Anche io" rispondo e lei cambia subito espressione voltandosi e sguainando la spada. Quando chiudo gli occhi sento un colpo e capisco che il combattimento è iniziato. Qualsiasi nome si possa attribuire alla paura che sento dentro, è di certo l'emozione più forte che io abbia mai provato.

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