𝚂𝙴𝙸

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Frederick:

𝓜𝓪𝓻𝔃𝓸 𝟏𝟖𝟔𝟓
𝓬𝓲 𝓿𝓮𝓭𝓲𝓪𝓶𝓸 𝓽𝓾𝓽𝓽𝓮 𝓵𝓮 𝓷𝓸𝓽𝓽𝓲, 𝓷𝓸𝓷 𝓷𝓮 𝓪𝓫𝓫𝓲𝓪𝓶𝓸 𝓶𝓪𝓲 𝓪𝓫𝓫𝓪𝓼𝓽𝓪𝓷𝔃𝓪 𝓲𝓵 𝓷𝓸𝓼𝓽𝓻𝓸 𝓼𝓽𝓮𝓼𝓼𝓸 𝓼𝓮𝓷𝓽𝓲𝓶𝓮𝓷𝓽𝓸 𝓬𝓲 𝓼𝓽𝓪 𝓬𝓸𝓷𝓼𝓾𝓶𝓪𝓷𝓭𝓸...
𝓡𝓲𝓮𝓼𝓬𝓸 𝓪 𝓽𝓻𝓪𝓽𝓽𝓮𝓷𝓮𝓻𝓶𝓲, 𝓻𝓲𝓮𝓼𝓬𝓸 𝓪𝓭 𝓪𝓶𝓪𝓻𝓵𝓪 𝓮 𝓿𝓸𝓻𝓻𝓮𝓲 𝓹𝓸𝓽𝓮𝓻𝓵𝓸 𝓯𝓪𝓻𝓮 𝓹𝓮𝓻 𝓼𝓮𝓶𝓹𝓻𝓮.

La consapevolezza di non poterla amare per sempre mi tortura l'anima.
«Frederick preparate i bagagli»
«Cosa?»-«Frederick i bagagli adesso!» insiste «Elizabeth che cosa stai dicendo?»-«Loro sanno di noi! Ho provato a soggiogare Bianca ma indovina un po'? Non ha funzionato... per il nostro bene è meglio se ce ne andiamo», non posso abbandonare Annabelle.
«Non vengo da nessuna parte mi dispiace..».
Mi dirigo nel salone principale, il signore mi porge una tazza.
Ne prendo un sorso ed inizio a tossire, mi sembra di soffocare, lascio cadere tazza e piattino sul pavimento e mi accascio su di esso.
Guardo lei, indifferente.
«Che cosa siete?», alzo lo sguardo verso di lui «Voi cosa credete?»-«Era un infuso di strozza lupo e verbena, cosa siete?»-«Sono un vampiro» rispondo alzandomi, vedo Annabelle indietreggiare «Non dovete temermi milady..»-«Siete un mostro», scuoto la testa, «Vedere per credere» dice suo padre tagliandosi il palmo della mano, mi volto all'istante.
«So che lo bramate. Non nascondetevi, mostratevi!», stringo i pugni e mi volto lentamente, la mia amata spalanca la bocca, «Avete il volto di un demone» dice, provo a combatterlo, ma la fame aumenta, Elizabeth giunge in salone «Signorina Elizabeth state indietro è un mostro!» urla lui, mi guarda con gli occhi lucidi, abbasso lo sguardo, sento due guardie venire verso di me e con la velocità di un vampiro giungo dietro Annabelle «Se voi mi uccidete io farò di vostra figlia ciò che più odiate» minaccio spostando i capelli dal collo della mia dolce donna.
«Non azzardatevi!», Annabelle ha paura, lo percepisco, «Ascoltatemi non vi farò del male ma non voglio perdervi vi amo troppo ed è proprio per questo che dovrò essere egoista con voi» le sussurro, affondo i miei canini sul suo collo fresco, «Agh!», mi guarda, prendo un coltellino dal mio taschino e taglio il palmo della mia mano «Frederik non farlo» dice Elizabeth alle mie spalle, ma non le do ascolto costringo Annabelle a bere dalla mia mano, «Mhh no no no!» urla, le prendo il viso tra le mani «Mi dispiace, vi amo da morire. Ora e per sempre», le spezzo il collo, cade sul pavimento «No!» urla suo padre, «Mettetela in salvo» dico ad Elizabeth, fa come dico.
Sparisco nel bosco.

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