Non ti dirò che mi manchi, perché non è davvero così Donghyuck.
Ma se dicessi che t'ho dimenticato, direi solamente falsità.
Non so più cosa sta succedendo dentro di me.
Forse è colpa del Sole.
Penso l'abbia visto anche tu quant'è bello in questi giorni.
Mi sta scombussolando.
Nonostante non ti pensi più come prima, non posso smettere di chiedermi se mai tornerai.
Forse perché ho nostalgia di canzoni allegre, perché ormai dai miei auricolari non escono altro che richieste d'aiuto.
Ho grandi aspettative per quest'estate.
Credo che riuscirò a mettere la nostra storia in un cassetto e chiuderlo a chiave.
Ma ti ho visto ieri e ho desiderato così tanto accarezzarti gli occhi e baciarti la pelle.
Poi sono tornato a casa, ma sono riuscito quasi immediatamente.
Ho preso la mia bicicletta.
Ormai il suo colore giallo è sbiadito come il ricordo di noi due.
Solo Dio sa quanto mi sto pentendo di quello che sto sentendo.
Sono tornato nella caffetteria di qualche giorno fa.
Forse speravo solo di trovare di nuovo quel ragazzo.
Ci ho pensato spesso in questo periodo.
Dopo l'episodio del supermercato non credevo di poterlo rincontrare.
E credo d'aver provato un po' di delusione non vedendolo seduto al bancone.
Ma d'altronde, in cosa stavo sperando?
Però in servizio c'era quel suo amico.
I suoi capelli rosa erano dritti come spaghetti, scompigliati.
I suoi occhi erano contornati da delle profonde occhiaie dello stesso colore delle viole.
Le labbra erano secche come foglie d'autunno.
I suoi occhi vergognanti.
Nonostante mi fece un sorriso e mi chiese cosa volessi ordinare.
Non so perché sussurrai, non c'era anima viva se non noi due in quella caffetteria.
Eppure la mia voce flebile, sbatté contro le pareti verdi del locale, producendo un suono troppo forte ed imbarazzante.
Lui non annotò nemmeno l'ordine e si diresse a prepararlo.
C'era silenzio.
Poi ad un certo punto lui mi chiese se conoscessi il ragazzo dai capelli neri.
La sua voce era roca e forse spezzata.
Non risposi.
Mi consegnò l'ordine, poi si sedette davanti a me.
E così io distolsi lo sguardo dalla strada, per poi posarlo su di lui.
Era sull'orlo di una crisi di pianto.
I suoi occhi erano lucidi come come l'anima del cielo.
Così gli risposi che la mia conoscenza di lui, era come la conoscenza dei pesci del cielo.
Quasi nulla.
Lui allora si stropicciò gli occhi, che in un attimo diventarono rossi.
Forse in quel momento feci la domanda più stupida del mondo.
Gli chiesi come stesse.
Lui semplicemente scoppiò a piangere.
Nominò il nome del ragazzo.
Aveva davvero un suono meraviglioso.
E nonostante avessi percepito che fossero fidanzati, non riuscì a togliermi dalla testa,l'immagine di me e Jeno in riva al mare sotto la Luna.
Mi disse che non ce la faceva più, che tutto tra di loro sembrava andare a rotoli.
Mi disse che forse l'avrebbe lasciato che forse l'avrebbe dimenticato.
Così gli raccontai di te e di quanto ti amassi ancora, nonostante non mi mancassi più.
E gli ho anche raccontato di Jeno e di come non lo conoscessi.
Ma di come provassi la stessa attrazione che provano le nuvole verso il Sole.
E quando entrò un cliente, lui semplicemente mi diede un abbraccio.
Mi disse di uscire tranquillamente, avrebbe pagato lui.
Mi disse anche che la nostra storia sembrava quella di un libro letto a dicembre.
E io gli dissi che la vita sembrava come una grande perdita di tempo.
.
sono pronta a prendermi le mie responsabilità. scusatemi infinitamente, lo so che vi avevo detto che forse avrei aggiornato presto, ma come vedete non ci sono riuscita. vi prego abbiate pazienza ancora un altro mese poi tornerò ad aggiornare in modo decente.
in ogni caso mancano cinque capitoli alla fine e vorrei ringraziare quelle pochissime persone che continuano a leggere questa storia, grazie infinite 💕
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❝ ghost of you ❞
Fanfiction"Donghyuck, sto ballando da solo nella nostra casa, con il tuo fantasma"