Capitolo 7 - Il Doposhow: il declino di Trent

274 17 36
                                    


Gwen sedeva in cima alla collina del Set Abbandonato ed era come incantata a fissare il vuoto. Perché in un certo senso si sentiva vuota, ma non a causa di Trent. Sentì dei passi, voltò la testa e vide un ragazzo dal volto ben noto camminare in quella direzione. Inevitabilmente sorrise, anche se Duncan non sembrava averla neanche notata.
"Anche tu qui?" domandò la punk.
Il ragazzo alzò lo sguardo, stupito, accennando un saluto.
"Ho capito che sei un'insonne ma trovarti qui alle tre di notte è veramente da pazzi"
"Ma allora tu perché sei venuto?" Gwen sembrava confusa, e si rese conto quella sera di non essere al centro dei pensieri del ragazzo.
"Per fumare" rispose lui scrollando le spalle "mi sono preparato un drum oggi pomeriggio anche se quel deficiente di Harold con il suo culo flaccido me l'ha rovinato" aggiunse, con la sua solita nota di sarcasmo sfacciato, mentre armeggiava con l'accendino. Nell'aria si diffuse un forte odore di fumo, e Gwen fissava incantata quel misterioso ragazzo dagli occhi di ghiaccio invalicabili senza dire una parola.
"Guarda che belle le stelle stasera" continuò lui, buttando a terra il filtro della sigaretta ormai giunta al termine "il cielo è quasi magico e si vedono le costellazioni. Sappi che le conosco tutte"
"Non ti pensavo così romantico. E neanche così informato" rise Gwen "Guarda quelle stelle, sembrano il culo flaccido di Harold"
Duncan non la stava ascoltando, quella sera era totalmente concentrato su altro.
"chissà se anche Courtney sta guardando le stelle in questo momento"
La punk si portò un dito alla bocca inscenando un'espressione schifata, come per simulare il vomito
"decisamente troppo romanticismo"
"Ah si? Vuoi vedere di cosa sono capace?" la sfidò lui, sorridendo e dandole una spintarella come per stabilizzarla, ma Gwen cadde a terra, trascinandosi il ragazzo con lei. Ridendo i due si resero conto di essere a pochi millimetri di distanza, quindi Duncan si staccò, salutò frettolosamente la ragazza e se ne tornò al Set Abbandonato come un fulmine; certo che era strano quel ragazzo, pensò la punk. Eppure non fecero caso ad un piccolo ma significante dettaglio: una telecamera posta poco più in là da dove si trovavano aveva una lucina rossa che stava a significare che erano stati ripresi, e quella scena sarebbe presto stata inviata a Bridgette e Geoff, fresca e piccante per i fuorionda di A Tutto Reality.

La mattina seguente, le luci sul set del Doposhow si illuminarono, e i volti ben noti dei due presentatori, il festaiolo e la surfista, e quelli dei concorrenti non accettati alla seconda stagione apparvero sullo schermo di tutte le televisioni sintonizzate. Dopo una breve sigla, frutto del talento di montaggio di Amy, il Doposhow poté avere ufficialmente inizio.
"Ehilà gente!" iniziò Geoff "e benvenuti al nuovissimo ed emozionante Doposhow di A Tutto Reality, Azione!"
"Siamo qui in diretta per presentarvi i retroscena del nostro reality preferito!" continuò Bridgette "perché è qui che si trova la vera azione!"
"Io sono Geoff, e lei Bridgette, questo è A Tutto Reality, il Doposhow!"

Amy si accasciò distrutta su una poltrona dietro le quinte del set, per il quale stava lavorando senza sosta; la bionda alzò poi lo sguardo, e vide Scott che con passo svelto le camminava incontro. Abbozzò un mezzo sorriso, perché forse non era sempre lei che stava appressa a lui.
"A che punto sono?" chiese il ragazzo dai capelli color carota, indicando Geoff e Bridgette.
"Siamo un po' in ritardo" rispose lei "stanno ancora presentando gli eliminati"
Scott sporse leggermente la testa sulla scena, diede una rapida occhiata, e la sua espressione cambiò.
"Amy!" la rimproverò.
"Cos'ho fatto adesso?" si lamentò lei.
"Come hai potuto mettere seduta Courtney vicino a Katie e Sadie? Ti è andato di volta il cervello?" sbraitò incontrollato, sotto lo sguardo incredulo della bionda "è la sua prima diretta dopo tanto tempo, e sai che è nervosa per le telecamere. Ora non solo sta cercando di trattenersi senza poter fare nulla, là davanti, ma è anche affianco a quelle due galline che non ha mai sopportato. Sapevo che sai essere stronza, e lo sei molto spesso credimi, ma non credevo così tanto"
"Tu non ti rendi conto di quello che dici" rispose Amy con voce rotta "io non ne so niente dei posti, se ne occupava quello biondo, alto, non so il nome. Quello cinese con un basso QI che mi inciampa sempre addosso. Non so che effetto ti faccia quella ragazza, e non mi interessa, ma questo non sei veramente tu e," concluse "non pensavo avessi davvero questa considerazione schifosa di me"
Il ragazzo con i capelli color carota era rimasto a bocca spalancata, non riusciva a proferire parola. Si sentiva uno stupido. E, nel momento in cui stava per dire qualcosa di sensato, il telefono gli cominciò a squillare; il numero di Courtney apparve sullo schermo dello smartphone del ragazzo. Scott si chiese se mai potesse esistere un tempismo peggiore nel susseguirsi dei fatti.
"Vado a controllare Trent e Izzy che tra poco sono intervistati" sbottò Amy, non aspettandosi più una parola dal ragazzo "ti lascio alle tue... cose"
Scott non rispose alla telefonata, si limitò ad osservare l'amica che se ne andava impettita, con il suo passo da arrabbiata, simile a quello di una bambina capricciosa che pestava i piedi a terra; e che, in altre circostanze, avrebbe anche trovato buffo e ci avrebbe scherzato su, facendola innervosire ancora di più, e in seguito facendola sbellicare dalle risate.

Il Diario di una Secchiona - TDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora