Entrando a scuola, Regina sentì delle urla e degli schiamazzi che riempivano i corridoi.
Ma cosa diamine sta succedendo...
Più si avvicinava all'aula della professoressa Spencer, più le urla diventavano forti. Aprendo la porta, si ritrovò nel bel mezzo di una festa, con tanto di cappellini e trombette.
"Professoressa Spencer, potrebbe uscire un secondo?".
La voce della preside fece calare il gelo nella stanza. Tutti gli alunni si sedettero all'istante e guardarono la loro amata professoressa con aria spaventata ed a tratti preoccupata.
"Arrivo, miss Walker! Ragazzi, torno subito...mi raccomando!".
Sarah uscì dall'aula, chiudendo la porta dietro di sé.
"Mi dica signora preside, in cosa posso esserle utile?" disse Sarah.
Regina guardò Sarah, con un'espressione tra il diffidente e il sorpreso.
Perchè tutti questi formalismi, adesso? Quanto è infantile...
"Ok che ti ho dato il permesso di fare la festa, ma vi si sente da fuori!! Neanche aveste vinto il primo premio! Datevi una calmata!".
"Va benissimo, ci scusi. Posso andare? I miei alunni sono in classe da soli, vorrei poter controllare che nessuno si faccia male" disse la professoressa con tono formale.
"Mi stai prendendo in giro?! Non è divertente!".
"Non la sto prendendo in giro, sto esclusivamente seguendo il regolamento scolastico".
Regina si stava arrabbiando. Si avvicinò con lo sguardo a Sarah e guardandola negli occhi, rossa in volto con la vena della fronte gonfia, le sussurrò: "Stai mettendo a dura prova la mia pazienza. Non fare giochetti con me!".
Sarah, con sguardo strafottente, le rispose sicura: "Meglio che non mi si avvicini troppo, signorina Walker, con i tacchi arriva perfettamente alla mia altezza. Potrei essere pericolosa, non crede?!".
In un attimo, il nervosismo di Regina si trasformò in imbarazzo.
"La festa è finita, la prego di iniziare regolarmente la lezione!". La preside si allontanò dalla professoressa, e se ne andò nel suo ufficio.
Se ne stava seduta sulla sua sedia, con le gambe accavallate, i gomiti sui braccioli della sedia, le mani incrociate ad appoggiare gli indici sulla bocca.
Quella ragazza mi farà impazzire, quando come suo solito verrà strisciando nel mio ufficio a chiedermi scusa mi sentirà...
Il suono del cellulare distolse Regina dai suoi pensieri.
Era Anastasia, che le ricordava il loro appuntamento.
Meno male che mi ha scritto... Per colpa di quella matta, stavo per dimenticarmi l'appuntamento.
Regina uscì per raggiungere la sua amica, mentre Sarah, a fine lezione, sgattaiolò via da scuola con la speranza di non incontrare la preside, senza sapere che quest'ultima aveva lasciato l'edificio molto prima di lei.
Fuori trovò la sua migliore amica Meghan con cibo e birra pronti.
"Solito posto!?!?" domandò mentre le si avvicinava.
"Che domande!! Ovvio che sì!" rispose l'amica.
Poco distante dalla scuola, c'era un parchetto con panchine ed un laghetto centrale tutto contornato da prati bellissimi e ben curati. Da quando si conoscevano (dai tempi delle medie), si rifugiavano lì in solitudine per parlare e spettegolare di ogni individuo, cosa o situazione volessero.
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Gli occhi dell'altra
FanfictionC'erano una volta due donne: una preside ed una professoressa che lavorano da anni nello stesso istituto, e che solo quando decidono di affrontare veramente i loro sentimenti iniziano a conoscersi sul serio... Il resto, scopritelo continuando a legg...