Le selezioni

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Era passata una settimana dalla litigata con Regina e Sarah non aveva ancora saputo nulla sul fascicolo delle selezioni. Era arrivato il momento di affrontarla.

Finita la lezione, salutò Simona, la professoressa della seconda ora che insegnava lettere, per poi andare dritta da Regina. Senza neanche bussare, entrò nella stanza.

"Regina noi due dobbiamo parl... Sean!?! Cosa diamine ci fai tu qui?!".

"Sarah! Come va?! Ecco io stavo-".

"Non penso che debba darle qualche tipo di spiegazione, professoressa! Piuttosto, come si permette ad entrare nel mio ufficio senza bussare?!". La preside fissava la professoressa con il suo sguardo fulminante.

"Beh, ecco io... Avevo bisogno di... -".

Sean, strofinandosi le mani mentre si avviava verso la porta, interruppe Sarah esclamando "Io tolgo il disturbo, donne! Un vero uomo capisce quando non è desiderato!".

Santo Sean!

Prima di andare via, il ragazzo si avvicinò a Regina, le mise un braccio dietro la vita avvicinandola a sé, per poi stamparle un bacio innocente sulle labbra. Sarah rimase di stucco.

Ma cos...

Qualcosa dentro di lei ribolliva. Era nervosa e non andava bene! Per niente! Essere nervosi prima di parlare con Regina era un enorme sbaglio!

Sean salutò l'amica con il loro solito saluto.

"Batti il cinque, donna, eeeh... pugnetto!! A dopo, bionda!".

Non rispose. Sentiva il cuore in gola, andava a mille e non capiva il perchè, in quel momento neanche era lì, o meglio c'era, ma era assente.
Stava fissando un punto indefinito, quando sentì una voce chiamarla come se fosse lontana chilometri.

"...cer?!!? Spencer!!! Mi sente??? Ma che diavolo...".

"Eh!?! Sì, sì, eccomi! Mi scusi, vado!" fece per sgattaiolare via.

"Lei non va da nessuna parte, mia cara! - mia cara?!!? - Ora mi dice di cosa aveva bisogno così urgentemente da interrompermi in maniera così maleducata".

Regina si mise seduta davanti a Sarah con le gambe, le sue bellissime gambe, incrociate. 

Come fa ad essere così perfetta in tutto, cos-

"Quindi?!?!?" Regina iniziava a perdere la pazienza.

"Avevo bisogno di parlarti". Si sentiva come un cagnolino che viene sgridato dopo aver combinato un guaio, un grosso guaio, senza capirne il motivo.

"Devo farle un interrogatorio, o parla chiaramente una volta per tutte??" disse ormai sbuffando la preside.

"Possibile che devi essere sempre così scontrosa?!? Avevo bisogno di parlarti in merito alla discussione che abbiamo avuto, volevo chiarire la situazione e sapere se hai cambiato idea su Marcos. Forse ho esagerato l'altra volta, ma davvero faccio fatica a capirti. Mi rivolgi a malapena la parola e non parlo solo qui dentro, ma anche fuori, al bar! Però, per esempio, se cado e mi faccio male diventi una iena! Non voglio che fai forzatamente la carina con me o che mi saluti per forza, solo perché stai con Sean! Vorr-".

"Cosa diamine c'entra Sean, adesso?!!? Riesci a fare un discorso andando al punto invece di girare sempre intorno alle cose o mettendone in mezzo altre cento? Non ti rendi nemmeno conto che hai una testa talmente dura che non si riuscirebbe a rompere neanche con un martello pneumatico! Sono dovuta arrivare a minacciare gli alunni per sapere cosa fosse successo l'altro giorno, quando in realtà saresti dovuta venire tu da me e dirmelo senza troppe scenate! E ora vieni a dirmi che non ti parlo?".

Gli occhi dell'altraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora