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Oggi è il grande giorno, penso mentre guardo il soffitto per poi girarmi verso la mia sveglia: 5 e 45.
Controvoglia mi alzo e mi trascino verso il bagno; mi si presenta una ragazza diafana, dai capelli corvini e gli occhi verdi.

Siamo in viaggio per l'aeroporto e tra diciotto ore la mia vita cambierà.
A causa del lavoro di mio padre ci spostiamo molto ma non ci siamo mai spinti a così tanto.
<< Allora, Maddie, sei emozionata?>> chiede mia madre.
<< Un sacco.>> dico ironicamente.
<< Dai, Maddalena, sarà una possibilità per migliorare la nostra vita, per iniziare da zero.>>
La guardo.
Quello che non ha capito è che io ho paura del cambiamento, ho paura che le cose mi sfuggano di mano e di non poterle avere più sotto controllo.
<< Avrai nuovi amici...e poi sono gli Stati Uniti, un sacco di ragazze sognano quello che è capitato a te.>> infierisce mio padre.
<< Be' sarebbe bello se andassimo a Los Angeles ma stiamo andando in un paese di soli diecimila abitanti.>>
Mio padre mi guarda dallo specchietto e da quello sguardo capisco che è l'ora di smetterla.
Rimetto le cuffie e faccio partire "Heart-Shaped Box" dei Nirvana.

Dopo tre ore di viaggio siamo all'aeroporto e dopo aver scaricato i nostri bagagli, essere andati al check-in, essersi avviati al gate, non ci resta che aspettare due ore.

"È aperto l'imbarco per il volo 749 per Atlanta, a partire dalla prima classe e dai clienti abituali".
Io e mia madre ci scambiamo un'occhiata: è il momento.

Mi metto a sedere sul sedile a me assegnato e dopo pochi minuti sento i potentissimi motori dell'aereo riprende vita: stiamo volando.
" Signori e Signore vi preghiamo di spegnere le apparecchiature elettroniche. Grazie."
Perfetto, niente musica per le prossime dodici ore, non mi resta che dormire.

<<Maddie, siamo arrivati>> sento chiamarmi e scuotermi.
Assonnata mi alzo e scendo dall'aereo.
Seguo la fila che mi conduce al nastro che presto sputa le nostre valigie e dopo averle prese tutte, esco.
Vedo un sacco di macchine, grattacieli e persone che parlano in inglese.
Quando mio padre ci annunció la nostra partenza, mi iscrisse ad un corso avanzato di inglese, impostò le nostre cose in inglese e stabilí che almeno due ore e mezza tra di noi dovevamo parlare in inglese.

Arriviamo a Loganville alle nove di sera.
Sono davanti alla mia nuova casa.
Apro la porta e mi trovo davanti il salotto con tutte le cose della nostra vecchia casa.
Vado a destra e, dopo aver camminato lungo un corridoio, trovo la cucina.
Torno in dietro ed a sinistra scopro un bagno e una camera da letto.
Salgo le scale per ritrovarmi due porte: una da' su un bagno, l'altra una stanza.
Dopo aver deciso che quella è la mia camera, porto le valigie lì.
Mi butto sul mio letto a baldacchino.
È stata una delle giornate più lunghe della mia vita e anche una delle più intense.
Sono in Georgia, non so come sentirmi.
Piano piano le mie forze mi abbandonano e mi addormento.

zing.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora