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"Cristo" penso buttandomi dal letto.
È stato più difficile di quanto pensassi, forse perché ho passato la mattinata con Noen.
Dopo aver sbuffato un po' decido di andare a fare una passeggiata perciò prendo le cuffie e avvio "Creep" dei Radiohead.
Stare qua è molto strano.
In ogni parte verso cui mi giro trovo una cosa che mi fa pensare "Questa cosa in Italia non c'è".
Sento qualcuno toccarmi da dietro e prego il Signore che non sia lui.
Le mie preghiere vengono esaudite: è il ragazzo che era stamattina in macchina con noi.
<< Ehy.>> dice dopo un lungo silenzio.
Ha i capelli neri, gli occhi azzurri e una sua guancia è costellata da piccoli foruncoli.
<< Ehy.>> dico dubbiosa.
<< Sono Chase Hudson>> si presenta.
Ha un sorriso strano ma carino.
<< Maddalena, ma puoi chiamarmi Maddie.>> dico sorridendo di rimando.
<< Stavi andando a fare una passeggiata?>> chiede.
<< Si, vuoi venire con me?>>
<< Volentieri.>>
Noto che porta lo smalto sulle unghie e che ha uno stile di vestire particolare.
<< Come mai in Georgia?>> domanda ad un tratto.
<< Mio padre è stato trasferito qua per lavoro.>> spiego coincisa.
<< Parli l'inglese fluentemente.>> decide per poi farmi un occhiolino.
<< Onorata.>> dico ridendo insieme a lui.

<< Film preferito? Mh, direi Forrest Gump, il tuo?>> chiedo sorseggiando un tè verde da Starbucks.
<< Mh, credo Ritorno dal nulla.>>
<< Uh, quello con Leonardo di Caprio?!>>
Annuisce facendo un lungo sorso:     << Ok, cantante o gruppo preferito?>> dice dopo aver bevuto.
<< I Nirvana, assolutamente.>> dico subito.
I Nirvana fanno parte della mia infanzia.
<< Scontato.>> alza le spalle.
<< Scusa, ma sono innamorata di Kurt Cobain da quando ho quattro anni.>>
Mio padre mi raccontò che quando avevo quattro anni andai da lui e chiesi " Chi è quel bel ragazzo?" indicando il cantante dei Nirvana, Kurt Cobain.
<< Invece tu che musica ascolti?>>
<< Di tutto, quello che mi passa per la testa.>>
Interessante.
Oh no.
Vedo dei capelli blu e non è un buon segno perché segnano l'arrivo di Noen.
<< Ehi, amico.>> esclama battendo il cinque a Chase: << E tu cosa ci fai qui?!>> chiede stranito dopo aver posato lo sguardo su di me.
<< Lisco una sogliola.>> ironizzo.
Cosa dovrebbe farci uno da Starbucks?.
<< Simpatica la ragazza.>> ride fintamente: << Che fai esci con l'italiana?>> chiede poi a Chase.
<< Be' se fosse così avrebbe sicuramente buon gusto, non lo sai che le italiane sono famose per la bellezza?>> rispondo prima che lui possa aprire bocca.
Questo è un duello a fuoco aperto.
<< Cosa che tu sicuramente non hai.>>
<< Oh, menomale, sono al sicuro.>>
dico toccandomi la fronte.
Mi ignora e presta attenzione al suo amico: ho vinto.
Si allontana ma subito dopo noto che si riavvicina con un bicchiere in mano.
Cavolo, si vuole unire a noi.
<< Come sta Addison?>> chiede inalzando un sopracciglio.
<< Perché non lo chiedi a lei?>>
<< Be' se ne avessi la possibilità non starei a parlarci ma ci farei altro.>>
<< Che verme.>> esclamo senza ritegno e mi alzo lasciando i due amici da sola.

Inizio a camminare velocemente verso casa quando mi sento tirare per un polso: spero davvero sia Chase.
Mi volto e capisco subito che non è chi speravo che fosse.
<< Eddai, non te la prendere, scherzavo ok?>> dice dolcemente.
Non ci casco.
L'anno scorso stavo con un ragazzo che si comportava esattamente come lui.
<< Ma vaffanculo.>> gli urlo in faccia per poi liberarmi dalla sua presa.

Stesso modo buttarsi sul letto, stesso mantra: Cristo.
Fisso il soffitto.
Se non fosse per i miei pensieri mi sarei già dimenticata come di parla Italiano.
Sento la porta di casa sbattersi quindi significa che è tornato qualcuno.
Scendo velocemente le scale e trovo mamma alle prese con la cucina.
<< Oh ciao, senti non è che potresti andare a prendere l'ultima busta della spesa in macchina?>>
Annuisco.
Apro la porta e noto sulle scale Noen.
Sbuffo: << Perché sei qua?>> chiedo con indifferenza andando verso la macchina.
<< Per scusarmi.>> confessa.
<< E sentiamo e da quando hai iniziato a fare opere di bene?>>
<<Riconosco quando sbaglio.>>
<< Allora dovresti chiedere per tutti gli sbagli che hai fatto da quando sono arrivata.>> puntualizzo.
Mi metto a sedere accanto a lui sugli scalini che danno alla porta.
Per sbaglio incrociamo lo sguardo e vedo che è realmente dispiaciuto.
<< E va bene, scuse accettate.>> decido.
<< Davvero?!>>
<< Mhmh.>> dico roteando gli occhi.
<< È successo un miracolo>> esclama ridendo e riuscendo a strappare un sorriso anche a me.




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