CAPITOLO-VIII

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LA MAFIA ...UNA DOPPIA FACCIA

Sono molti i commentatori e gli scienziati sociali che attribuiscono all'Italia caratteristiche di disomogeneità territoriale e parlano apertamente di "". A fronte di un Centro-Nord ricco e produttivo, il Sud del Paese sembra arrancare riguardo quasi tutti i parametri economico-sociali. Persino all'interno dell'Unione Europea il nostro Meridione è una delle aree economicamente meno sviluppate e suscita, anche all'esterno dei confini nazionali, non poche perplessità e preoccupazioni.Uno degli ostacoli più significativi allo sviluppo del Mezzogiorno è costituito, secondo gli studiosi, dalla presenza sul territorio di organizzazioni criminali organizzate, denominate comunemente "mafie". Sì, perché quando ci si riferisce alla mafia non si indica un'unica organizzazione, ma una costellazione di associazioni criminali che, pur mantenendo alcune caratteristiche comuni, per altri aspetti divergono. Differiscono, per esempio, per il diverso assetto e per il radicamento territoriale: mentre la mafia classica, con le sue gerarchie ben definite e strutturate, colonizza la Sicilia, in Calabria, invece, troviamo la 'ndrangheta, in Puglia la Sacra Corona Unita, in Campania la camorra.L'origine della mafia sembra datare all'inizio dell'Ottocento. Dapprima fenomeno delinquenziale confinato alle campagne siciliane, la mafia, sfruttando violenze, omertà, favoritismi, corruzione, infiltrazioni nella pubblica amministrazione, si è diffusa anche nei grandi centri e nelle città, estendendo il proprio condizionamento e il proprio potere sulle varie attività commerciali e imprenditoriali, principalmente nel settore delle costruzioni e della speculazione edilizia, sfruttando allo scopo il controllo sugli appalti pubblici.A partire dagli anni Settanta, le mafie hanno allargato il proprio raggio d'azione a una miriade di attività illegali e lucrose. In primo piano, il traffico di droga.Oggi la mafia si occupa anche di attività finanziarie. Sono lontani i tempi dell'oleografia che ritraeva il mafioso con coppola e lupara. Oggi la mafia porta il colletto bianco, si annida nelle professioni e nelle banche, siede nei consigli di amministrazione.Inquietanti e complessi sono i legami che la mafia intrattiene poi con il potere politico, attraverso il voto di scambio e la corruzione. Ne aveva già parlato in alcuni suoi libri profetici, come ad esempio il romanzo , uno dei maggiori autori del nostro Novecento, lo scrittore siciliano , che all'analisi del fenomeno mafioso dedicò molte sue opere narrative. E ogni tanto i giornali più autorevoli e informati rilanciano l'accusa, cui è difficile non dare credito, che gli interessi della mafia trovino ampia rappresentanza addirittura in Parlamento.La mafia occupa un posto di rilievo nella storia dell'Italia contemporanea. Gli efferati assassini di alcuni autorevoli rappresentanti dello Stato, tra gli anni Ottanta e Novanta, dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa all'onorevole Pio La Torre, ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nonché l'uccisione di meno noti, ma altrettanto valenti giudici, poliziotti, carabinieri, politici, giornalisti, imprenditori, hanno gettato l'opinione pubblica nello sconcerto e nell'angoscia. C'è stata e c'è tuttora nel Meridione una reazione di ripulsa, di condanna e di riscatto, specialmente tra le giovani generazioni, verso la violenza illegale e omicida delle organizzazioni mafiose, che lascia ben sperare per il futuro.Proprio uno scrittore giovane e coraggioso, come Roberto Saviano, ha pubblicato un libro, , in cui ha denunciato i meccanismi attraverso cui la mafia campana, la camorra, controlla il territorio. Il libro è diventato un best seller tradotto in tutto il mondo. Ne è stato tratto un di successo visto da milioni di spettatori. Oggi Saviano vive sotto scorta, ma il notevole interesse nei suoi confronti dimostrato dal pubblico, che lo ha eletto a proprio beniamino, è un segnale di cambiamento molto positivo.La mafia, come un virus patogeno, si infiltra nel tessuto sano dell'economia e della società. Impedisce il normale funzionamento dei meccanismi economici, come la concorrenza e il mercato, che garantiscono efficienza e ricchezza. L'assenza di legalità tiene lontani dal Meridione investitori e turisti e contrasta il normale svolgimento della vita politica e civile. La selezione della classe dirigente avviene per affiliazione e non per merito.La mafia è un fenomeno articolato che non si combatte, a mio avviso, soltanto sul piano militare. La mafia trionfa su un terreno di collusioni e di consenso. Nelle regioni in suo potere, essa si sostituisce allo Stato, garantendo talvolta ordine, aiuto e protezione. Le mafie si sono sviluppate, in parte, proprio sfruttando la diffidenza della popolazioni meridionali nei confronti dello Stato, uno Stato che al Sud è vissuto ancora come estraneo e vessatorio.Per battere la mafia occorre principalmente, secondo me, ma anche secondo il parere di eminenti studiosi, ripristinare una cultura della legalità, far capire che il rispetto delle porta ordine, pace, progresso, sviluppo e ricchezza. Dimostrare che la diffusione di un maggiore senso civico è nell'interesse di tutti, favorendo un miglioramento generale della qualità della vita.Oggi che la mafia si sta spostando pericolosamente sempre più a nord, perché sembra ormai trovare ovunque un terreno favorevole, la questione della legalità non tocca soltanto le gente del sud, ma ci tocca ormai tutti sempre più da vicino. Se tutti noi italiani non sapremo liberarci dai nostri vizi atavici e diventare al più presto "buoni cittadini", credo si preparino per tutti tempi molto difficili e calamitosi.Due pietre miliari già citati sono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sicuramente però non dobbiamo dimenticare gli altri giudici, magistrati, giornalisti che hanno perso la vita per NOI e per la nostra sicurezza...Giovanni Falcone nacque nel 1939 a Palermo, è stato uno dei magistrati italiani. Dopo aver frequentato il liceo classico e dopo aver fatto una breve esperienza presso l'Accademia navale di Livorno, si laureò in giurisprudenza. Vinse in seguito il concorso in e nello stesso anno sposò la sua prima moglie Rita Bonnici da cui divorzio 14 anni dopo. Il suo primo incarico fu a Lentini come pretore.Nel 78 ottenne il lavoro all' ufficio istruzione sotto la guida di Chinnici affiancato da Paolo Borsellino. Nel 80 gli furono affidate le indagini contro Rosario Spatola, grazie a questo scoprì il quadro di una organizzazione criminale di Cosa Nostra.Paolo Borsellino nacque nel 1940 a Palermo ed è stato anche lui un magistrato vittima della mafia. Frequentò il liceo classico e si iscrisse al fronte universitario d'Azione Nazionale e si laureo nel 1962. Fino alla laurea in farmacia della sorella lui mantenne la farmacia del padre. Nel 1963 Borsellino partecipò al concorso per entrare in magistratura; divenne il più giovane magistrato d'Italia. Il suo primo incarico fu al tribunale di Enna nella sezione civile. Nel 1967 fu nominato pretore e da allora iniziò a conoscere la . Il 23 dicembre 1968 sposò Agnese Piraino Leto. Nel 75 venne trasferito a Palermo dove entrò nell'ufficio istruzioni affari penali sotto la guida di Chinnici. Nel febbraio 1980 Borsellino fece arrestare i primi sei mafiosi tra cui Giulio Di Carlo e Andrea Di Carlo. Il 4 maggio 1980 Emanuele Basile fu assassinato e fu decisa l'assegnazione di una scorta alla famiglia Borsellino.Il pool antimafia. Venne fondato il "pool antimafia", una squadra di magistrati pronta a combattere la , che era formata da Falcone, Borsellino e dai giudici Lello e Guarnotta. Il pool nacque anche per cercare di unire tutta l'istituzione che era composta da giudici che combattevano contro la mafia ma individualmente senza lo scambio di idee tra loro. Nel pool bisognava agire sempre insieme. Il 29 luglio 1983 il consigliere Chinnici fu ucciso con la sua scorta,lo sostituì Antonino Caponnetto.. Tutti i componenti del pool chiedevano espressamente l'intervento dello Stato, che non arrivò. In seguito venne arrestato Tommaso Buscetta che diede una svolta epocale alla lotta contro la mafia, decise di collaborare con la Giustizia e descrisse in modo dettagliato la struttura della mafia. Il suo interrogatorio iniziò a Roma nel luglio 1984 e aiutò molto nelle indagini contro l'organizzazione di Cosa Nostra.

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