Capitolo -I

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L'UOMO

Secondo la concezione di Pirandello, il dramma dell'uomo nasce dall' impossibilità di conoscere con certezza la realtà.
Per Pirandello ,infatti, la vita è un FLUSSO e proprio flusso è il principio di un amarezza profonda , dell' inutilità , della frustrazione.
Poiché la vita è un flusso, dunque , anche l'uomo è un costante divenire , come pure i suoi pensieri.
Gli essere umani , perciò , cambiano , assumendo nuove identità. Cambiando forma e faccia non si ferma comunque il flusso della vita. C'è un momento , quindi , in cui secondo Pirandello ci accorgiamo che non siamo più quelli di prima. Tutto d'un tratto, improvvisamente. Allora c'è la fase di sdoppiamento, in cui non abbiamo più la nostra identità.
La sensazione è quella di vedersi vivere: vedere di se stessi quello che vedono gli altri.
Diveniamo così " UNO-NESSUNO-CENTOMILA"...
L'uomo  ,quindi,  mentre crede di essere uno si accorge di essere CENTO MILA, perché di volta in volta é quello che gli altri vogliono che sia.
Generalmente poi l'uomo accetta di vivere secondo gli schemi che la società gli impone, si nasconde sotto una MASCHERA come se interpretasse una parte , e in questo stato di solitudine e di incomprensione egli finisce col sentirsi NESSUNO.
Questo dunque , secondo Pirandello , è il dramma dell'uomo, che egli esprime nelle sue opere attraverso una serie di situazioni paradossali, osservate con amara ironia o profonda pietà. Per comprendere il pensiero di Pirandello dobbiamo considerare le sue vicende esistenziali (la follia della moglie), la sua formazione culturale (gli studi in Germania), ma soprattutto il periodo storico in cui lo scrittore siciliano vive. Un delicato momento di transizione in cui vengono meno tutte le certezze scientifiche di fine Ottocento (crisi del Positivismo) e si affermano nuove teorie filosofiche che distruggono i concetti tradizionali di tempo, spazio, realtà, coscienza. Pirandello è tra i primi intellettuali europei a rappresentare (attraverso le novelle, i romanzi e le opere teatrali) la crisi dell'uomo del Novecento: un uomo che ha perso l'unità della coscienza e che vive in una realtà contraddittoria e frammentata, dominata dal caos; una realtà nella quale è impossibile vivere in modo autentico, ma dove anzi è necessario indossare una maschera e recitare la propria parte.

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