Epilogo

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14 settembre 2014

Caro diario,

mi chiamo Eleanor, ho appena compiuto diciassette anni e vivo a Londra. Città bellissima, tutto ciò di cui hai bisogno lo trovi, monumenti e palazzi incredibili, beh la mia Londra è stupenda. Ma non sono qui per descriverti la mia città ma per confidarmi con te. Ora come ora faccio fatica a confidarmi agli altri per paura che poi quel che ho detto loro lo vengano a sapere tutti, lo so è un comportamento infantile ma sono stata ferita varie volte, forse troppe. Adesso ti racconterò qualcosa di veramente personale..Allora sette mesi fa, nonché il 26 febbraio, io e Josh, il mio ragazzo, avevamo litigato la sera del nostro anniversario in cui avremmo dovuto passare tutta la sera insieme. Insinuava che avessi un'altra relazione con un mio compagno di classe ma lui era così testardo da non capire quanto cazzo lo amassi. Era il mio sorriso, la mia felicità, il mio cuore, la mia vita. Non capisco perché avesse dovuto tirare fuori il discorso proprio quella sera. Fatto sta che eravamo in macchina per tornare a casa e continuava ad accusarmi di ciò che non avrei mai fatto fino a quando..fino a quando una macchina proveniente dalla corsia opposta ci venne addosso facendoci scontrare con un albero. Di quella sera non ricordai nient'altro, so solo che quando mi svegliai la mia paura più grande si avverò. Ero su un lettino d'ospedale con un braccio ingessato, la testa dolorante e accanto mio padre che mi stringeva la mano. Appena aprii gli occhi lui corse a chiamare un infermiera che più tardi mi disse che ero stata in coma per circa una settimana e che per fortuna non c'erano stati danni gravi a nessuna parte del mio corpo. Quando chiesi di Josh mi disse solo 'Mi dispiace per il suo ragazzo ma non ce l'ha fatta.'. Questa frase mi rimbombò in testa per mesi e mesi. Quando mi capacitai che lui non c'era più mi cadde il mondo addosso, lui era la mia unica certezza. La mia ancora di salvezza. Ed era tutta colpa mia, perché anche se poi mi spiegarono che il tizio che ci venne addosso era ubriaco marcio, mi sento in colpa. Se non avessi fatto in modo che pensasse che avessi un altro ragazzo, non se la sarebbe presa e avremmo festeggiato in quel ristorante fino a tardi, non tornando a casa prima a causa di quella stupida litigata. Non riesco a vivere con il rimorso di non avergli detto quanto lo amassi prima che morisse, e questa è una cosa che non mi perdonerò mai. Non parlai con nessuno fino ad un paio di mesi fa perché dopo l'accaduto mi chiusi in me stessa. Ora parlo, per modo di dire, solo con chi conosco davvero bene perciò pochissime persone. È un dolore troppo grande da portare dentro. Troppo grande che a volte sembra che si prenda tutto quello che hai dentro e ti lasci solo un vuoto.

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Ciao! Sono di nuovo qui, con un'altra storia completamente diversa dall'altra però. Mi sono avventurata in questa perché voglio provare a scrivere qualcosa di diverso in cui non ci sono sempre rose e fiori come avete capito benissimo da questo primo capitolo. Sono curiosa di sapere cosa ne pensate e do un benvenuto a tutte quelle che si avventureranno con me in questa storia.

Un grazie va a tutte voi, lettrici già dell'altra mia storia (che vi ricordo potete trovare nel mio profilo) e alle nuove. Non sarei qui senza di voi. Grazie per tutto il sostegno.

Per qualsiasi cosa sono sempre a vostra disposizione e se magari lasciate qualche voto, commento o follow ve ne sarei grata! Grazie ancora.

Buona lettura,

Alice.

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