Capitolo 4

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22 settembre 2014

Caro diario,

ho interrotto il racconto perciò adesso continuo. Cominciai a sentire caldo e a vedere buio. Non riuscivo più a sentire nulla anche se mi sforzai al massivo. Le palpebre erano diventate troppo pesanti e neanche con tutta la forza che avevo riuscii a tenerle aperte. Una cosa riuscivo a percepire però, del calore sul mio corpo ma non il mio, di qualcun altro. Poi vuoto totale.
Mi svegliai di colpo, avevo solo vaghi ricordi sulla serata precedente perciò non sapevo molto di quello che accadde. Sentii ancora quel calore sul mio corpo, quello me lo ricordai benissimo. Indecisa se aprire gli occhi e trovare una scena indesiderata o lasciarli chiusi per bearmi ancora di quel calore davvero piacevole aspettai qualche minuto. Poi mi decisi. Aprii gli occhi e mi trovai quello che doveva essere il ragazzo che mi aveva salvato dall'ubriaco. Ma non ero sicura fosse lui, perché come ho già detto ho dei ricordi vaghi. La mia testa era appoggiata sulle sue gambe e i suoi occhi mi guardavano dolcemente. I suoi occhi, dannazione. Erano qualcosa di meraviglioso, di un verde smeraldo che Dio se non fossi già svenuta lo avrei fatto in quel momento. Nel suo viso spuntò un sorriso, ma uno di quelli veri e ai lati comparvero due tenere fossette. Questo ragazzo è perfetto. Quando tornai in me dall'osservare quella meraviglia, notai che eravamo in una stanza da letto, che non avevo mai visto. Probabilmente era la sua camera. Mi aiutò ad alzarmi e a mettermi seduta accanto a lui. Dio, era così bello. Mi sorrise ancora, e dentro di me sentivo qualcosa, ma nulla di simile alle farfalle. Forse il peso che per tanto tempo avevo tenuto dentro era di poco diminuito. Mi sorrise ancora una volta prima di iniziare a parlare. Mi raccontò che mi aveva salvata dal signore ubriaco e che quando dovevamo scappare, io svenni. Mi prese in braccio e mi portò nella sua macchina e non sapendo dove portarmi andò a casa sua. Mi stese con cautela sul letto e mi guardò riposare per tutto il tempo, appoggiando la mia testa all'inizio delle sue gambe, proprio nella posizione in cui mi svegliai. Lo ringraziai nonostante le parole non bastassero a quantificare il suo gesto, di salvarmi. Se non fosse arrivato lui non so cosa avrei fatto, molto probabilmente la mia vita sarebbe peggiorata dopo quella sera e dopo quello che sarebbe potuto accadere. Però dicono sempre che la felicità arriva nei momenti in cui meno te lo aspetti e forse è proprio così. Insomma non posso definirlo la mia felicità, però mi ha salvata e questo basta per essergli debitrice per il resto della mia vita. Forse è un segno del destino che incontrassi questo ragazzo, che mi portasse in salvo e che poi mi svegliassi con lui affianco. Chi lo sa. Una cosa so con certezza: lui è stato la mia salvezza. Poi ogni volta che sorride è come se mi sentissi più leggera, liberata di poco dal peso che mi porto dentro giorno dopo giorno. È come se avesse qualcosa di magico, di speciale, che cattura la tua attenzione e non riesci più a staccare lo sguardo dal suo, come se ti penetrasse e ti capisse senza neanche dover dire una sola parola. Chissà se avesse già intuito tutto il male che ho dentro che mi lacera sempre e comunque, senza mai fermarsi. Di una cosa sono sicura però: è solo grazie a lui se sono qui. Il mio salvatore? Uh, il suo nome. Harry. Il suo nome è Harry. Grazie Harry per avermi salvata, ti sarò grata per sempre.

Eleanor x

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