Il passato sepolto di Slow Death

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Pov's Sasuike

-Mi sento come se fossi stata investita da una mandria di rinoceronti-

Mi metto piano a sedere, credo di aver battuto la testa

Mi rendo conto un istante dopo di trovarmi in un luogo a me familiare, un posto in cui speravo di non fare più ritorno...

Un campo di concentramento

Sono passati secoli da quando ne ho visto uno.
Secoli, da quando sono fuggita da quel inferno

Trasportata dal filo dei miei pensieri, mi perdo nei ricordi

Flashback

Era l'alba.

Ci alzammo tutti e ognuno di noi andò a svolgere le proprie mansioni, ma non io.

Tutto a causa del mio aspetto, a detta dei carcerieri ero una "gemma rara"

Potete ben immaginare per cosa mi usavano...

Tutti continuavano a dirmi che dovevo essere grata, che c'era di peggio.

Io tutte le volte, pensavo, che quelli grati dovevano essere loro, avrei preferito di gran lunga fare dei lavori pesanti ed essere frustata, piuttosto che abusata

Una notte, dopo l'ennesima tortura giornaliera, sentì uno strano rumore, simile ad un ronzio.
Pensai fosse una zanzara, quindi non ci diedi peso, ma il suono persisteva, cominciai ad ascoltare.

Mi alzai dal mio giaciglio di paglia e mi avvicinai alla porta della cella, appoggiai l'orecchio alla fessura.

Il ronzio non sembrava provenire da fuori, era come se il ronzio non avesse una fonte, ma si udiva nell'aria.

Sentì la serratura scattare, mi allontanai dalla porta spaventata, credendo che una delle guardie volesse uno dei soliti "favori"

Quando la porta si spalancò rimasi paralizzata

Un uomo alto, con lo smoking, la pelle bianco latteo e quattro tentacoli dietro la schiena

Ero spaventata e allo stesso tempo...affascinata?

Non aveva lineamenti facciali, ma percepivo distintamente il suo sguardo su di me

«Chi sei? Cosa vuoi?»

Dopo un lungo silenzio, fu tutto ciò che ebbi il coraggio di chiedere

Lui allungò una delle sue mani scheletriche verso di me

«Vieni» disse

Afferrai la mano, sentivo che quell'individuo mi ispirava sicurezza

Ad un certo punto avverti un leggero mal di testa, sbattei le palpebre e ci ritrovammo fuori dal campo di concentramento

Guardai l'uomo che mi aveva portato via da quel posto

«Come ti chiami?» domandai

Lui mi guardò

«Slenderman»

Fine flashback

Mi riscossi dai miei pensieri, dirigendomi verso quello che per anni era stato il mio inferno

«Non dovresti essere qui»

Una voce odiosamente familiare mi fece voltare

«Dovrei dire la stessa cosa di te, Zalgo»

Mi guardò con uno sguardo intenso, come se volesse scrutarmi l'anima

Dopo avermi fissato per una manciata di secondi, finalmente, si decise a parlare

«Come hai fatto ad andartene? Sono sicuro di aver reso la villa inespugnabile dall'interno...»

Ma di che cazzo stava parlando questo idiota?

«Non ha importanza...» continuò lui

Puntò il dito verso la struttura alle mie spalle, io seguì l'indicazione

Non credevo ai miei occhi

L'edificio era in fiamme

-Cosa?-

Mi voltai nuovamente verso Zalgo

Sparito

Tornai con lo sguardo sull'edificio in fiamme

Ma non appena mi voltai, non mi trovai più davanti al campo di concentramento, bensì davanti a una villa

Nascosta tra gli alberi, che circondavano la magione, mi guardai intorno

Notai che davanti alla porta della villa, vi era una ragazza dai capelli lunghi corvini, la porta si aprì e lei entrò

Il paesaggio cambiò nuovamente, questa volta mi ritrovai in un salotto, due poltrone rosse, vicino ad un camino acceso, su cui erano sedute due figure, la prima la riconobbi subito, Zalgo, teneva in mano un bicchiere di vino e guardava l'altra figura con un ghigno, poi parlò.

«Hai valutato la mia offerta?»

Domandò lui prendendo un sorso dal bicchiere

Mi avvicinai abbastanza da poter vedere il volto della seconda figura, sembrava che non mi notassero, come se fossi invisibile

Appena vidi il volto del secondo individuo, che si rivelò essere la ragazza che stava davanti alla porta poco fa

Rimasi allibita, l'avevo vista solo di spalle. Il suo sguardo era vitreo, guardava il suo interlocutore con una strana scintilla negli occhi

«Accetto» rispose

-Non ha senso, lei è...-

Zalgo si alzò ghignando, le andò vicino, prendendole la mano e facendo un elegante baciamano, infine, la guardò soddisfatto

-No no no, non può essere-

Ormai avevo le mani nei capelli e gli occhi iniettati di lacrime

«Benvenuta, Sasuike»










It's me:

Eccomi, sono tornata🎉

sasuike_uchiha, dimmi cosa te ne pare e scusa s'è un po crudele, ma dovevo darti un movente nella storia🙇

Stellinate e commentate

Adieuuuu😘

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