Cadde... e improvvisamente il pavimento non c'era più.
Al suo posto, erba e terra umida. Stordita, Christine si mise faticosamente sui gomiti. Si guardò attorno: era in un campo, in campagna, i papaveri le crescevano attorno.
Sentì un dolore al petto. Abbassò lo sguardo e incontrò i tre gigli che le erano cresciuti addosso, all'altezza del cuore.
Faceva caldo e non tirava un filo di vento. Sentiva di star dimenticando qualcosa di importante, ma non sapeva cosa. Utilizzando una mano per schermirsi dalla luce provò a cercare qualche segno di vita, invano.
Rimase a osservarli, come ipnotizzata, incapace di ricordare cos'era successo. Era morta? Chissà. Non riusciva a concentrarsi, per quanto si sforzasse. Le preoccupazioni e la paura le scivolavano addosso senza lasciare traccia, così come i ricordi: forse era in paradiso. Provò a cogliere uno dei tanti papaveri ai suoi piedi, ma appena lo staccò dal terreno i petali caddero e la pianta appassì. Chris la lasciò andare con una smorfia.
Senza spiegazione, tutti i fiori cominciarono ad appassire simultaneamente. In un istante il prato era ingiallito, morto. Chris si lasciò sfuggire un'esclamazione sorpresa prima che il terreno si spaccasse, come uno specchio che andava frammentandosi in pezzi sempre più piccoli. Indietreggiò e cadde di nuovo, questa volta nel buio. Sbatté la schiena contro quell'oscurità compatta, gli occhi completamente ciechi. Gattonò per qualche metro, cercando a tastoni qualcosa che l'aiutasse a orientarsi in quell'immensa distesa di nulla.
Il nero era talmente denso da non riuscire a vedere a un palmo dal naso. Il suo corpo era scomparso. Lei chi era? Ma soprattutto, era?
Una mano le afferrò il retro della maglietta con così tanta forza da levarle il respiro. Chris tornò a esistere.
Da lontano si sentivano delle voci.
Bambini, donne, uomini. Voci confuse tanto da creare una cacofonia insopportabile. Le voci crebbero, le urla la circondarono e la ragazza si tappò le orecchie con le mani.
Le grida mutarono in sussurri.
Mamma, mi racconti una storia?
Una bambina parlava con la madre in un tono remissivo, quasi spaventato.
Non ora. Stiamo parlando, non vedi? Non dovresti interrompere i grandi. Vai a letto e dormi.
La donna aveva un tono di voce freddo e distante. Da lontano Chris poteva quasi percepire il tremore delle gambe della bambina mentre se ne andava.
Quando la smetterai di trattare tua figlia così?
Disse irritata una voce di uomo prima che tutto ripiombasse nel silenzio.
Qualche secondo più tardi, ammesso che il tempo in quel luogo scorresse davvero, un bisbiglio le accarezzò le orecchie.
Ti ho trovato.
Per un istante, da qualche parte echeggiò un brano di musica classica.
Precipitò.
-
Chris si svegliò seduta sul pavimento. Agitandosi sbatté le spalle contro il muro della cucina. Tutto era tornato, l'appartamento, la luce, l'uomo con la pistola.
Si prese la maglietta tra le mani, in preda al panico. Il suo petto si alzava e si abbassava velocemente, ma nulla era fuori regola. Era viva, non era ferita. L'uomo col passamontagna fece un passo verso un'altra voce, proveniente dal soggiorno.
«Ma che...» la bassa voce che proveniva dal salotto era incredula. Chris non riusciva a vedere a chi appartenesse, era troppo occupata a tremare pateticamente sul pavimento, semi-nascosta dal tavolo. Dov'era stata?
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Defeated God || Ticci Toby
HorrorTre storie si intrecciano al varco tra due mondi: Una ragazza normale che accantona i suoi sogni dietro al bancone di un bar; un assassino, un soldato, incapace di scampare ai suoi incubi, e un mistero dal viso roseo e la mente perduta. Queste vite...