°Capitolo 5•

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°Bocca di spine•

La luna non sembrò mai così grande, così vicina alla finestra di Taehyung che, con occhi sbarrati per la meraviglia, se ne stava appoggiato alla ringhiera della sua reggia. La sua camera affacciava sui meravigliosi giardini, al centro dei quali si trovava una fontana la cui acqua rifletteva il cerchio pieno del satellite naturale. Taehyung portò le braccia a intorno alla sua figura, nell'atto di proteggersi da quel lieve vento che quella sera lo accompagnava: sembrava tutto così poetico che il moro pensò potessero volare via tutte le cose come le parole. Era in quei momenti che rimpiangeva di essere un uomo nobile, avrebbe voluto solo per un attimo essere un fanciullo qualsiasi, nei campi di famiglia, correre intorno agli alberi fino a sentire la testa pesante; tuffarsi nei laghi e trattenere il fiato finché i polmoni non sarebbero diventati tanto resistenti da farlo restare in quella meraviglia; avrebbe voluto essere libero, con tanti amici, felice, normale.
Ma, se Taehyung, nostalgico e quasi rammaricato racchiuso in una vestaglia con ricami in oro, guardava lo spettacolo che la natura gli offriva, c'era qualcuno là vicino che lo fissava con occhi esterrefatti. A William sembrava vedere la luce della Luna accarezzare con fare materno la pelle ambrata del ragazzo, seduto a penzoloni sul davanzale, e i suoi occhi, il caramello avrebbe voluto affogare e non toccare mai la riva. La sua stilo chiedeva pietà, tutta la notte a rigettare parole su parole, di un cuore che forse aveva iniziato a battere.
"William, che ci fate lì?" Taehyung coprì con vergogna il suo corpo, la testa voltata verso quella del nominato, che con un piccolo cenno si poggiò con i gomiti sul suo davanzale.
"Sentivo che ci fosse qualche meraviglia qua fuori, e non sbagliavo" William guardò il ragazzo che tornò ad osservare il panorama. Capiva l'uomo, e poteva percepire il suo stupore.
"Abituatevi mr William, qua in Inghilterra è sempre tutto una favola" il sorriso che gli dedicò incantò così tanto William che si morse il labbro.
"Non ne dubito, mr Kim. Ma io non mi riferivo a questo bellissimo, quanto indescrivibile, luogo, ma a voi" era un poeta, comprendetelo, gli era difficile ingoiare i suoi pensieri.
Taehyung si girò nuovamente verso l'uomo, con le guance così rosse come dipinte da pigmenti di rose, gli occhi sorpresi e le labbra dischiuse: William lo guardava con una mano a sostenere la sua testa, la stilo tra le dita facendola ruotare con maestria.
"William, non credo sia apportuno questo" il suo cuore palpitava come se avesse provato a portarlo a letto; le sue gambe erano piantate sul davanzale, le braccia a nascondere il più possibile; eppure quel mezzo sorriso, quel mezzo sorriso non mentiva.
"E perché, mio signore? Non credo di aver fatto niente di ignobile nei suoi confronti" William sentiva dentro una passione incontrollata, che lo spinse a scavalcare il muretto che li divideva arrivando così al balcone di Taehyung.
Questo, come scottato scese velocemente da dove si trovava, restando in tal modo bloccato tra le braccia muscolose di William. I suoi occhi neri come la pece sembravano riflettere l'infinito, e i suoi capelli caramello la mite primavera, e le sue labbra il sangue più puro, e il suo corpo era stato scolpito nel marmo nell'antica Grecia.
"Non credo di aver mai fatto questo" e con un dito tracciò il suo profilo partendo dalla tempia, percorrendo tutto il naso, e le morbide guance, fino a giungere alle labbra.
"W-illiam" Taehyung, più cercava di opporsi, più si avvicinava, sotto quella luna imponente.
"Se solo, Taehyung, se solo potessi scrivere la bellezza dei tuoi occhi*" iniziò William arrivando a giocare con il fiacco della vestaglia indossata dal moro "il mio occhio si è fatto pittore ed ha fissato la tua bella immagine sul quadro del mio cuore*" e la sciolse definitivamente.
"E se le tue labbra fossero spine di grano vorrei pungere le mie con le vostre" le teste si avvicinavano, e Taehyung sentiva di poter esplodere in uno stato tanto caldo come l'inferno in una notte gelida.
"Stiamo facendo una cosa sbagliata, William, che sento essere giusta" Taehyung prese le mani dell'uomo e le poggiò sulle sue guance, lasciandoci un dolce bacio su di esse. William guardava incantato la sua figura, mezza nuda, concessa a lui che di nobile non possedeva niente.
"Siete bellissimo, Taehyung, e in te vedo le loro immagini che ho amato, e tu con loro, hai tutto il tutto mio*" William lasciò un bacio sulle scapole scoperte, allontanandosi di qualche passo giusto per poter osservare la figura di Taehyung scossa, i brividi a ricoprirlo, i capelli a coprirgli la fronte.
"Ma tu sei da molti amato ma è molto più evidente che tu non ami alcuno*" le parole di William lo stavano corrodendo, dall'interno, di parole dolci e dure.
"Non potete dire così, William, forse lo faccio involontariamente innamorarmi intendo, e quando me ne accorgo racchiudo tutto. Non tutti sono pronti all'amore" Taehyung diede le spalle a William che cinse i suoi fianchi da dietro poggiando la testa sulla sua spalla.
"Io sono attratto da voi, dal vostro corpo, dai vostri occhi, dalla vostra voce, dal vostro io che richiama completamente il mio. Apritevi, io sono un poeta custodisco i miei segreti ma sono disposti a cederli uno per uno, solo se anche voi lo farete" Taehyung si girò verso di lui, trovandolo così tanto vicino da credere in un bacio che non scoccò.
"Ho tanta voglia di baciarvi, William, ma voglio anche conoscervi" William sorrise e si avvicinò ancora di più, per far toccare le loro labbra ma Taehyung si voltò immediatamente.
"L'attesa è intensamente noiosa ma, se possibile, intensifica il piacere" Taehyung si diresse verso la sua camera prima di girarsi e sussurrare "la regina non deve saperlo".

Gli schiamazzi al piano di sotto lo svegliarono, addormentato com'era sullo scrittoio: l'inchiostro era scivolato lungo la superfice, molti dei suoi fogli era ricoperti di un pasticcio nero. Sbuffò e cercò di alzarsi, toccando leggermente il suo collo distrutto per la posizione assunta durante la notte. Si specchiò e quasi non gettò tutto per terra: i capelli scompigliati è un accenno di barba, i vestiti impregnati di odore tipico della sonnolenza.
Si alzò, stiracchiandosi facendo scrocchiare le ossa per poi avvicinarsi alla porta della sua camera pronto ad urlare di abbassare la voce, irritato come era. Ma, arrivato all'ingresso, notò un piccolo pezzo di carta ripiegato su se stesso più volte. Lo prese, titubante per poi aprirlo e sorridere leggermente.
"Ho paura di sentirmi solo quindi non scappare e non farti cacciare dalla regina, SCRIVI qualcosa che le faccia piacere. Tuo, Taehyung" e sembrò in quel momento che tutte le brutture di quella giornata fossero migliorati in meglio.
"SHAKESPEARE BUONGIORNO!" Seokjin urlò, tenendo tra le labbra un pezzo di pane. Mille voci si univano all'unisono, intonando canzoni a casaccio, urlando bestemmie e imprecazioni. William sorrise e chiuse gli occhi, casa, era strana ma accogliente.
"Mr William, sto revisionando la mia opera, io ci credo" Marlowe lo fermò sorridendo un po' tristemente, facendo sì che William lasciasse una pacca sulla spalla. Corse via, in mezzo ad una marea di gente, pittori, artisti, poeti, scrittori, fino ad arrivare alle cucine, le quali porti vennero aperte con movimenti maestosi.
"KIM TAEHYUNG!" chiamò lui, indicandolo con un mestolo rubato da un cuoco che subito lanciò un cucchiaio. William rise e arrivò subito di fronte a Taehyung che, sorpreso, lo guardava con un sorriso in volto: William prese tra le mani la faccia e lasciò un piccolo bacio sulla sua guancia.
"È un mio segreto: ho paura di allontanare la gente con la mia personalità. Perciò comincia ad abituarti".
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*sono tutte frasi tratte dai sonetti di W. Shakespeare.

-Lougtout

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