°Capitolo 4•

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°Christopher Marlowe•

Reggia reale, diario di viaggio 1604.

Caro amico, la Regina mi ha permesso di farmi entrare alla corte dei Kim, non so chi siano ma ne parlano tutti bene, soprattutto quell'approfittatore di un tale Thomas Thorpe. Ah, è così bello qui: sembra di star vivendo una favola, senza mai fine; ogni cosa grida poesia, e teatro e parole, parole mai scritte, mai dette, mai sussurrate. Sento che finalmente possa diventare qualcuno, qualcuno di importante, qualcosa di importante per qualcuno. La mia stilo è così stanca di rimettere inchiostro nero come la mia anima, amico mio, ma il mio cuore ha ancora bisogno di sentirsi più leggero. Sopportami.

Durante il pranzo con sua Maestà, diario di viaggio 1604.

AMICO! Sostenitore mio più grande, gioia mia più grande, un angelo è piombato nel mio cuore, e ha creato la sua dimora lì, tra gli atri miei. Oh! Il dolore dentro di me è niente in confronto al dolore che mi provoca lui non guardandomi, non parlandomi. Se l'amore potesse assumere forma umana, sarebbe la sua; e se potesse solo cambiare il nome, allora chiamerebbe se stesso come Taehyung.

Reggia Kim, diario di viaggio 1604

Non sono convinto, amico mio, sto per voltare le spalle definitivamente all'Italia, mia patria, che però non mi ha prodotto nessun merito, o gloria. La Reggia è così curata, così grande che la mia vecchia casettola giù a Palermo sembra niente! Cosa mi sono perso, tutti questi anni? Visi perfetti, città perfette, una Regina così meravigliosa quanto esuberante. Spero di trovare in fretta una stanza in cui scrivere: ho così tante IDEE.

"William, la Reggia è felice di sapervi suo ospite. Spero che la trattiate come casa, luogo di studio e di composizione. E spero che troverete presto ispirazione per le opere dedicate alla regina" il moro si morse la lingua per trattenere parole blasfeme nei confronti della Regina: insomma, le sue opere erano dedicate a sé, che aveva così tanto lottato per studiato, e per tutte le persone che trovassero un minimo di se stessi nei suoi componimenti.
Taehyung si fermò davanti alla due ante della gigantesca entrata, aggiustando il suo vestito per poi aprire con movimenti aggraziati e maestosi la porte. William si lasciò sfuggire un sospiro di stupore, così tanto da provocare il riso delle guardie: dovevamo aspettarselo che, uno come lui, di un edificio come quello non l'avessi mai visto, figuriamoci alloggiare.
Scrittoi posizionati sotto le numerosissime finestre che si affacciavano su quel meraviglioso paesaggio che l'Inghilterra offriva; fogli sparsi in ogni dove, e sui quali erano incise parole, scarabocchi, disegni; al centro un coloratissimo rosso tappeto accompagnava le persone verso i piani superiori. Ma, prima di salire quegli scaloni, Taehyung lo portò con portamento gentile ma annoiato, la stanza dei 'Pittare'.
"Che significa?" chiese curioso, stringendo tra le mani il suo diario e la sua stilo macchiando le sue dita di nero.
"Non chiedete a me, monsignore, loro l'hanno soprannominata così" e aveva fatto bene, pensò William che, appena vista la stanza, esultò internamente. Se l'arcobaleno avesse potuto osservare quei colori avrebbe perso tutti quelli che lo coloravano, e se i suoi occhi non avessero mai visto  quelli di Taehyung forse, e diciamolo forse, avrebbe definita la stanza come la sua cosa preferita: i muri dipinti di mille colori, una finestra al centro della stanza proprio sul tetto, metteva in luce diverse teli, alcune stavano appese pronte ad essere ammirate.
"TAEHYUNG, OH LUCE" urlò uno, sventolando davanti al viso la sua tavolozza di colori, così tanto da rovesciare una piccola boccetta di rosso sul pavimento.
"Seokjin, suvvia, che c'è questa volta" Taehyung si portò una mano alla fronte, quasi affranto di doversi rapportare con quel ragazzo: alto, e con le dita macchiate di blu e verde, e giallo e rosa e di tutti i colori, con gli occhi di un marrone che poteva benissimo divenire tempera sui suoi quadri, guardava il biondo di fronte a sé.
"NON SONO PRONTI I QUADRI, LA REGINA MI UCCIDERÀ" Taehyung si avvicinò e, scansando le macchie quasi a passo danzante, si avvicinò osservando il quadro di una bellezza strabiliante.
"Jin non mi pentirò mai di averti avuto alla mia corte, siete colui che non mi delude mai. State tranquillo, la consegna non è oggi e neanche domani, e né dopo il domani" i suoi occhi, ah, William credette di aver sentito un paletto attraversare il suo cuore: sembrano contenere tutte le meraviglie del mondo e non erano rivolti a lui, ma ad un quadro.
"Jin, lui è mr William Shakespeare, scrittore. Volevo che tu lo conoscessi, sai ho molte aspettative, spero solo non mi deluda" gli occhi di William incontrarono quelli di Kim, e un brivido gelato attraversò il suo corpo.
"William, benvenuto. Di solito non lo faccio, ma se avessi bisogno di qualcosa sono sempre ben disposto ad aiutarti, solo perché Taehyung sembra tanto felice a saperti qua" Jin li spinse fuori dalla stanza, urlando di dover finire i suoi 11 quadri.
"Strano" commentò William, girando su se stesso, sorridendo e indicando la stanza appena chiusa a chiave.
"Perché lui ha una stanza tutta per lui?"
"Perché lui è il Pittore, gli altri sono così affascinati da lui da aver chiamato la stanza Pittare. Uno di questi che sono infatuato di Seokjin è Kim Namjoon, nonché mio cugino" con un dito indicò una figura dal viso tutto dipinto di giallo, mentre cercava di ricreare il volto di Jin.
"Ah! Poi vi devo presentare altre persone che, sfortunatamente, ogni mese vagano alla ricerca di fortuna e, quando giungono in Inghilterra, riposano e dilettano tutti noi. Sono i miei più cari amici" confessò Taehyung facendo sorridere di poco William a vederlo così tranquillo e aperto.
"Volete tanto bene a questa corte, non è vero?" la domanda fece risvegliare Taehyung dai suoi pensieri.
"No, non alla corte, alla fine è solo un vecchio edificio che devo mandare avanti. Voglio bene alle persone, William, come fossero di famiglia: avete già conosciuto due di loro, Jin e Namjoon. Vi farò incontrare, in futuro, Yoongi e Jimin, la coppia che scoppia, e Hoseok il mio ballerino preferito, ma ora fatemi presentare un genio ancora incompreso" il suo tono si affievolì per aprire un piccolo spioncino di un'ennesima porta: al suo intendo uno scrittoio internamente coperto da fogli e libri, inchiostro e penne d'uccello.
Ricurvo su quel mobile un uomo, che girava la penna strofinandola sulla sua faccia.
"William Shakespeare vi presento Christopher Marlowe, il non preferito della regina, ma il mio sicuramente" la porta venne aperta dall'interno, facendo indietreggiare Taehyung e William.
Il viso giovane ma solcato da dolore e rughe, le sopracciglia tirate in sù, le labbra serrate in un'espressione non del tutto contenta.
"Taehyung" salutò però cordialmente, facendo sorridere lievemente il biondo, che accarezzò i suoi capelli neri e lunghi. L'animo di William bolliva e agonizzava, come se qualche guardia lo avesse condannato ad una morte improvvisa.
"Christopher, ti presento un nuovo arrivato, William Shakespeare" William avanzò una mano che venne stretta dall'inglese purosangue.
"Non aver paura di me, mr, sono pazzo sempre ma so ancora comportarmi" il moro sorrise e annuì con la testa, guardando Taehyung e capendo che forse tra loro c'era solo una grande amicizia.
"Christopher perché non fai leggere a William il tuo libro che vorresti presentare alla regina la prossima settimana? William è un bravo ragazzo, un uomo interessante e, sicuramente, saprebbe darti un pare più tecnico rispetto al mio" Christopher guardò se stesso allo specchio che la sua stanza possedeva, sorridendo amaramente e portando una mano alle tempie.
"Non vorrei annoiare mr Shakespeare con i miei libri che, di sicuro, alla regina non piaceranno" William si animò di scatto prendendo per il colletto della camicia bianca l'uomo.
"Ditemi mr Marlowe, voi credete nei vostri scritti o meglio, credete nei vostri sogni?"
"Oggi anche avere un sogno è un incubo" William lasciò la presa per poi prendere Taehyung per un braccio e trascinarlo fuori dalla stanza.
"Marlowe, sarò lieto di leggere la vostra opera quando però sarete convinto che questo sia il lavoro dei vostri sogni o incubo. Ricordate sempre che gli incubi servono sempre per superare degli ostacoli. Taehyung, mi accompagnereste nella mia stanza?" Taehyung, scosso annuì soltanto.
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Christopher Marlowe è un drammaturgo inglese, è stato fonte di ispirazione per William Shakespeare. Non fu mai insicuro delle sue opere e, d'altro canto, fu apprezzato subito dalla popolazione inglese al contrario di Shakespeare.

-Lougtout

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