°Reggia Kim•
C'era un profumo di casa, in Inghilterra, che cullava dolcemente William, il venticello leggero quasi a trasportare i mille pensieri di ognuna persona scuotevano i suoi folti capelli caramello; gli occhi vagavano da una parte all'altra velocemente, ad osservare ogni minimo dettaglio: tutto dell'Inghilterra faceva nascere una frase nella sua testa, che subito appuntava nel suo taccuino. Intagliato con pagliuzze bianche su sfondo nero, assorbiva tutto il colore della stilo utilizzata dal poeta, senza lamentarsi, sottovoce, anzi gemeva dal piacere ricca di amore e passione.
"Io sono William Shakespeare" alzò la mano, andando stringere quella elegante e slanciata dell'uomo di fronte a sé: alto, sembrava poter chiamare tutte le forze motrici e sollevare il mondo; il corpo magro e asciutto che donava eleganza ad un volto così perfetto che William quasi si pentì di aver scritto 'perfezione' sui suoi testi. Nulla, nulla, poteva essere definito perfetto, anzi affibbiata a qualsiasi cosa che non fosse lui, la parola pareva perdere il suo significato.
"Ci siamo già presentati, mr" e la sua voce? Oh, la sua voce era ambrosia pura e dolce! Forse era un dio, Venere stessa aveva creato quell'essere?
"Di fronte alla regina, mr, ma se lei permette vorrei che mi trattasse come amico" William sembrò quasi chiedere un favore, sembrava che la sua vita dipendesse tutto dalla sua scelta. Taehyung alzò lo sguardo per incontrare gli occhi profondamente neri e luccicanti del caramello, guardando il vassallo aprire loro la porta della carrozza.
"Mr Kim, destinazione?" la voce del vassallo interruppe lo scorrere dei pensieri, provocati da sole parole vane e sparse per l'aria di un nuovo punto interrogativo quale Shakespeare.
"Reggia Kim" William osservò con tale interesse l'uomo che quasi dimenticò la bellezza della regina, e della sua dolce madre, anche la splendida Inghilterra sembrava essere ad un gradino più basso rispetto a lui.
"Oh cosa fai, cuore mio, vorrei solo non aver visto tale splendore così che tu non possa dolere così tanto" sussurrò e, con uno slancio salì nel mezzo di trasporto.
Taehyung si dispiacque così tanto di vedere William ammutolito, che quasi si pentì di non avergli risposto.
"Kim Taehyung, mr William" la sua mano si distese, provocando un moto di sorpresa nel caramello, che subito strinse quella dolce presa. I suoi polpastrelli non avevano mai accarezzato pelle più liscia e morbida, neanche i seni di una donna parevano così leggiadri.
"Sono felice, Taehyung, di fare la vostra conoscenza. Non vedo l'ora di scrivere, e scrivere e scriverei, ho così tante idee in testa che sembrano aver creato uno scrittoio nel mio cuore" il flusso di parole senza fermate fece sorridere lievemente il moro.
"Se le idee risiedono nel cervello, come fanno a costruire qualcosa nel cuore?" chiese il moro, credendo di star parlando con uno sciocco, uno tanto bravo a scrivere quanto a dire sciocchezze.
"Non siate burlone, Taehyung, per uno che non scrive, che non ama comunicare, le idee hanno vita nel cervello. Ma uno come me, che vive per la poesia, per la scrittura, le idee sono solo il prodotto di un insieme di sogni che vengono generati dal bisogno del cuore. Macchina bellissima quella" si indicò il petto sentendo sotto i polpastrelli, il cuore battere a ritmo regolare e conciso.
Taehyung si incantò solo a sentirlo, nessuno alla reggia aveva mai pronunciato tali parole, nessuno aveva fatto capire a Taehyung che vivesse per le parole e per la loro assonanza.
"Non vi stupite, mr, ho iniziato da piccolo a scrivere, quando i pensieri diventavano troppi da trattenere: voi avete questa strana abitudine di confessarvi, con vostri amici, vostro arcivescovo, io vado un po' controcorrente" sorrise di un sorriso così dolce che sembrava essere uno sprazzo di luce lunare.
"Sembrate pazzo, mr Shakespeare, senza offesa. Parla come se non avesse mai provato tutte queste cose" Taehyung era veramente tanto curioso, sembrava parlare con un uomo vissuto.
"In effetti! Io mi confesso con me stesso, molto meglio di aprirmi con delle persone che ti accarezzano, provano compassione, ti danno consigli e si comportano meravigliosamente con te" iniziò il caramello "ma io, io, scrivo e mi confesso allo stesso tempo, ogni mio lavoro è un pezzo di me: amore, passione, dubbio, sangue, corruzione. È molto meglio sapere cosa ci fa star male e superarlo da soli, che diventare un debole nelle mani di un debole".
Taehyung aveva voglia di prendersi a schiaffi, di possedere solo un po' dell'intelligenza che stava dimostrando il caramello; avrebbe voluto solo prendere a schiaffi l'altro che guardava fuori dalla piccola finestra della carrozza ed urlargli che la Sicilia fosse bella tanto quanto l'Inghilterra e che poteva starsene in Italia. Poi ricordava la sua città e sorrideva consapevole che la grande bellezza per lui era lì, nella sua città natale."William Shakespeare, vi dò ufficialmente il benvenuto nella mia reggia" le porte della carrozza si aprirono vigorosamente, un breve tappeto rosso accompagnava il nuovo acculturato presso la villa che, enorme, si ergeva quasi in modo imponente.
Gli occhi di William volarono in ogni dove, non sapeva dove cogliere più bellezza, se dal giardino pieno di rose, e dalle piante rampicanti sulle mura della reggia. Il sole faceva brillare il rosso vivace dell'edificio e le grandi e colorate vetrate che facevano intravedere un impianto strutturale ampio e ben arredato.
"Tutto questo è per lei?" chiese sottovoce, senza nomina alcuna persona ma che Taehyung capì immediatamente.
"Tutta l'Inghilterra è per la Regina, la mia Reggia è solo un misero dono"
"La tua presenza nel suo regno è il più bel dono che potessi farle" Taehyung si girò di scatto, con le guance rosse e l'espressione basita e attonita. Perché provocava in lui tutte quelle emozioni così strane? Perché sentiva, tutto ad un tratto, le nuvole cadergli addosso? E perché gli occhi di William non si staccavano dalla sua figura?
"Ti faccio vedere dentro, non ti spaventare: è pieno di matti" Taehyung avanzò e William lo seguì, convinto che là dentro la poesia sarebbe nata per una nuova musa ispiratrice: l'uomo al suo fianco.
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°Shakespeare• TAEKOOK
Hayran KurguInghilterra 1604. Quando la flotta inglese riesce a sconfiggere l'Invinibile Armata, a Stratford la regina Elisabetta I deve fare i conti con ribelli guidati da un vecchio ingordo: Kim Derek. Tra questi anche i genitori di Kim Taehyung, risparmiato...