°Romeo et Juliet•
ATTENZIONE QUESTO CAPITOLO CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE, SE SIETE SENSIBILI NON LEGGETE!
Se c'era una cosa alla quale nessuno resiste, o prova anche solo ad opporsi è l'attrazione fisica. Il solo pensarsi a luci spenti, su un letto accogliente e che invoglia al peccato, accarezzarsi con lentezza dal volto al petto al punto del desiderio. C'è qualcosa di perfettamente irrazionale in tutto questo, qualcosa che punta dritto al cervello, al cuore, che ti fa smettere di pensare e ti catapulta in un universo parallelo. Ed era così che William stava vivendo quel momento: il viso del moro a pochi centimetri dal proprio, il suo respiro si infrangeva come le onde del mare contro la sua pelle, bollente come non mai. I capelli di Taehyung ricadevano sui suoi occhi nascondendoli leggermente e, questo, William non lo sopportava perché, se avessero fatto qualcosa in quel letto lo avrebbe voluto osservare negli occhi fino a collassare in essi. Alzò la mano e con movimento veloce spostò quelle ciocche dal volte del principe: Taehyung lo guardava con quegli occhi di chi già avevano consumato il piacere insieme, liquidi tanto fare innamorare William.
Taehyung si mosse con il bacino leggermente, facendo portare la testa del caramello all'indietro, mordendo quelle sue rosse labbra, facendo sorridere quel diavolo dai capelli mori che con le dita accarezzava quel morbido viso dalla mascella un po' pronunciata, e quegli occhi troppo simili ai suoi e quel corpo che invogliava all'assaggio.
"Tae-hyung devo dirti una cosa" la voce roca fece rabbrividire il moro che, premette le dita sul suo petto e tappò con la mano destra la bocca di William.
"William, invece di parlare fa qualcosa" e con quel suo corpo si alzò dalle gambe del caramello: si girò verso il muro, sicuro e per niente in imbarazzo, dando la visione della sua schiena a William. Fece scivolare, come sul palco dello spettacolo più provocante del Moulin Rouge, la camicia finché consapevole del proprio peso non cadde a terra: William si sentiva morire, internamente, un fuoco che partiva dal cuore e svaniva là, in quelle terre esplorati da pochi.
Si alzò in piedi, raggiungendo da dietro l'uomo che, da troppo aveva invaso i suoi pensieri, poggiò le mani sui suoi fianchi e lo spinse contro di sé facendolo gemere lievemente: le sue labbra, spighe di grano, si posarono sulle spalle di Taehyung, alternando a soffici baci morsi violenti, ma, quando stanco di quel semplice contatto lo fece girare, là all'interno della sua gabbia toracica era scoppiata una guerra mondiale.
Si gettò su quelle labbra dai confini rosei, sentiva la morbidezza accarezzare i suoi papaveri, e le mani del moro intrufolarsi tra i suoi capelli; le loro lingue si cercavano, creando brevi schiocchi quando a corto di fiato; William mordeva e tirava verso di sé il labbro inferiore finché, con una rapida mossa portò le mani di Taehyung sul suo petto.
"Visto che sei tanto intraprendente, spogliami" e il suo pareva più un ordine che fece tremare le gambe di Taehyung, eccitato come non mai; sembrava quasi che la figura di poeta elegante come William, fosse del tutto scomparsa per lasciare spazio ad una figura dominante e potente. Deglutì, mordendo il labbro, spingendo il caramello verso il letto, sul quale cadde nuovamente, mentre lo osservava in tutti i suoi movimenti alzato a metà busto con l'aiuto del braccio sinistro. Lo stava sfidando, e Taehyung voleva giocare.
Si avvicinò con movimenti sinuosi, muovendo quelle curve sulle quali navigavano gli occhi di William, pure e semplici poesie mai scritte. Taehyung si avvicinò e baciò con trasporto il caramello, mentre le mani sbottonavano uno per uno ogni bottone: quando le sue labbra si poggiarono sul collo immacolato di William, questo gemette e portò le mani sul fondoschiena di Taehyung, cogliendolo di sorpresa. Ribaltò le posizioni, William sopra il moro, e ancora una volta le loro spighe si incontravano e univano in un campo meraviglioso, le loro lingue sembravano solo aspettare quell'incontro, e i loro bacini sempre più desiderosi si avvicinavano e allontanavano.
Il dominante portò le mani sui pantaloni di Taehyung, facendo scattare il bottone che li teneva chiusi sul suo corpo e l'ansia provocata dall'attesa invase il cuore del moro. Con mani gentili, e occhi incantati fece scivolare su quella dolce pelle l'indumento, lasciandolo finalmente con un solo pezzo di stoffa a coprirlo.
Baciò quei boccioli di rosa dei suoi capezzoli, facendo inarcare la schiena del moro, mentre con l'altra mano pizzicava e tirava l'altro sussurrando sulla sua pelle parole d'amore.
"Quando non sarai più parte di me ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte*" e Taehyung pensava di veramente di essere così bello da aver incantato un pazzo, un poeta e William, William semplicemente si innamorava un po' di più ogni volta che vedeva il volto dell'amato contrarsi dal piacere che la bocca provocava e le dolci curve cercare più contatto. Baciò tutto il suo petto, succhiando le parti più delicate colorandole di un viola tenue, con le mani iniziò ad abbassare le sue mutande e, guardandolo negli occhi baciò la punta del suo piacere e Taehyung inarcò la schiena poggiando le mani tra i capelli di William.
Il poeta si abbassò sulla sua erezione, leccando le vene messe in risalto, la punta a toccare la sua gola facendo gemere ed urlacchiare Taehyung per il piacere. Più andava veloce più Taehyung chiedeva di più, e allora per dispetto William rallentava facendo spuntare le lacrime agli occhi di Taehyung per il mancato piacere.
"Wi-illiam-" e la frase si bloccò quando, con un 'plomp', William si staccò lasciando Taehyung in preda al piacere. Taehyung si sollevò a mezzo busto, prima che il poeta si stese sopra di lui e, con un movimento veloce si svestì e lo baciò lungamente.
Ancora una volta, il piacere si fece sentire quando, William con dolcezza iniziò a far scontrare le loro erezioni, le mani poggiati alla spalliera del letto, per potersi reggere e continuare con le spinte: ah, William non vedeva l'ora di entrare dentro il moro, accolto dalle caldi pareti, strette e accoglienti. Taehyung si dimenava cercando più frizione tra i due corpi, che gli venne negata quando, ancora una volta, William distanziò le erezioni e, gli venne ancora una volta donato quando le dita del poeta si introfularono tra le pareti. Un dito era entrato dentro di lui, e le pareti del piacere non furono così tanto marcate a causa del dolore: William lo baciava nella speranza di dissuaderlo dal dolore, e per poco ci riusciva ma, quando al primo dito si aggiunsero altri ancora, il dolore divenne così tanto forte che, per breve istante, pensò di voler smettere.
"Fa m-ah-le" e i suoi gemiti alimentavano il piacere e la voglia del poeta che prese tra le mani il suo pene facendolo boccheggiare in mancanza di aria, toccando le sue vene e racchiudendolo tra il suo palmo facendo su e giù. Allora il dolore passava in secondo piano, e Taehyung tornava a guardare il poeta con occhi intrisi di desiderio.
William, capendo che il moro in linea generale era pronto, fece uscire le dita e le sostituì con il suo pene. Gettò la testa verso indietro, quando le stretti pareti lo avvolsero e le lacrime di Taehyung, in modo malsano, lo eccitavano, continuò a spingere delicatamente, dentro e fuori. Ma, quando il moro poggiò le sue mani sul sedere del poeta, allora questo cominciò il suo gioco, portando all'esasperazione l'uomo sotto di lui negandogli ancora una volta l'arrivo. Così ricominciava ad amarlo e a possederlo finché, un calore così familiare e benevolo fece capolino alla base del pene, allora aumentò le spinte toccando la prostata di Taehyung.
"Caz-" Taehyung morse la spalla di William per non dire cattive parole, facendo sì che su questa si posasse anche la bava: lo baciò e affondò tra i suoi occhi quando, entrambi, al culmine del piacere vennero, uno dentro Taehyung e l'altro sul suo addome.
William si accasciò, stanco, ancora dentro il corpo di Taehyung, la fronte tra l'incavo del collo, mentre goccioline di sudore alimentavano quel caldo insopportabile. Taehyung lo strinse a sé, baciando i suoi capelli e facendo scivolare le dita per tutta le schiena del caramello, finché quello, acquistata forza, si sdraiò portando maggiormente verso di sé l'uomo.
"Taehyung?" chiamò. Quello gli rispose solo con un verso strozzato e ad occhi chiusi, tanta era la stanchezza.
"Io non mi chiamo William Shakespeare, il mio vero nome è Jeon Jungkook".
°•°•°•°•*Frase tratta da Romeo e Giulietta di W. Shakespeare.
-Lougtout
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°Shakespeare• TAEKOOK
FanfictionInghilterra 1604. Quando la flotta inglese riesce a sconfiggere l'Invinibile Armata, a Stratford la regina Elisabetta I deve fare i conti con ribelli guidati da un vecchio ingordo: Kim Derek. Tra questi anche i genitori di Kim Taehyung, risparmiato...