°Capitolo 10•

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°Il vestito non rende monaci•

"Ronnie come state?" Taehyung salutò calorosamente quella che era una donna formosa, le curve al punto giusto, nel seno prosperoso e nel ventre accogliente e quel sedere che di sguardi ne attirava di ogni tipo.
"Principe, da quanto tempo che non ci vediamo! Elisabetta ha finito di darvi ordini?" rise lei, portando indietro i capelli biondi lunghi fino alle spalle che si ritrovava, lanciando un'occhiata languida a Jungkook, abbassando di poco la scollatura del vestito azzurro logoro che stava indossando. Squallida la definivano in molti, secondo Taehyung era semplicemente un personaggio, le piaceva mettersi in mostra e, al suo sguardo se lo poteva pure permettere.
"Se mi avessi avvertito prima, mi sarei sistemata più decentemente" Taehyung sorrise lievemente, ed era ovvio che alla donna non solo piaceva cucire, ma anche divertirsi in modi diversi da quelli comuni.
"Mi dispiace deludervi, mrs, ma in questo momento sto già corteggiando una prima donna" lo sbuffo di Ronnie non si fece attendere, provocando il rossore sul viso di Taehyung e il sorrisino soddisfatto di Jungkook.
"Ronnie, lui è William Shakespeare, William ti presento Ronnie, stilista non solo della stessa regina ma anche della mia corte" Ronnie fece un imbarazzante inchino mettendo ancora in evidenza quel bel petto tanto stretto da farlo trasbordare. Inutile dire che gli occhi dei tre uomini finirono in quella accogliente quanto dolce vista, ma mentre a due di quelli la vista non provocò nessun effetto, il cavaliere che faceva da guardia sbavava e si sventolava il volto.
"Non lavoro per Elisabetta, quella zoccola...si diverte a farmi eccitare e poi si fa sbattere da quella sgualdrina che tiene al guinzaglio" quando il cavaliere uscì alla ricerca di qualcuno che potesse soddisfare il suo piacere, Ronnie aveva iniziato a starnazzare, a lamentarsi mentre con furia gettava all'aria tutti i vestiti che aveva cucito, alla ricerca di quello perfetto per Jungkook "...senza offesa Taehyung".
Jungkook guardò per un attimo il principe che, per niente in imbarazzo, aveva sorriso alla donna scrollando le spalle. Non poteva negare, sarebbe parso troppo crudele, né affermare, sarebbe parso troppo crudele.
"Elisabetta è venuta nuovamente Ronnie?" il principe fece come fosse a casa, chiuse la porta a chiave, abbassò le serrande facendo calare il buio nella stanza se non fosse stato per le piccole candele che Ronnie si impuntava di accendere.
"Quando la Vergine, e si per dire Vergine, non verrà più, l'Inghilterra non avrà più soldi da farle spendere. Credimi, Taehyung, le ho dovuto rifare il vestito tre volte e, per tutte e tre, ha pagato il risultato. Quale pazza lo avrebbe fatto? Non mi lamento io!" Jungkook pensò che la donna fosse veramente troppo pettegola, e che, nonostante lui non amasse e adorasse Elisabetta, la stessa diffamando troppo.
"Non crede di star un po' esagerando?" Ronnie si voltò verso di lui, con un sopracciglio alzato, guadagnandosi una smorfia preoccupata sul viso del principe.
"Caro, William giusto? Ricordi per caso qualche volta che la regina ti abbia trattato come una persona normale? Tratta tutti come suoi cagnolini, come suoi oggetti personali. Se voi siete uno che grida 'Dio salvi la regina' pregando e gettandosi per terra disperato, avete sbagliato posto e persona" Taehyung abbassò la testa, per togliersi delicatamente la piccola quanto preziosa corona che indossava, tanto bella quanto costosa.
"Andare contro il vostro principe, dunque"
"Andrò contro chiunque non rispetti il mio essere"
"Mi piacete"
"Scopatemi, allora"
"Mi dispiace ma voglio scopare qualcun altro, qua dentro" il silenzio venne accompagnato dalla tosse nervosa di Taehyung, al quale saliva si era incastrata nella sua gola.
"Non ci posso credere! Perché voi gay dovete essere belli? O perché siete sposati? Fanculo, mi faccio suora" e detto questo, sotto lo sguardo divertito di Jungkook, Ronnie continuò a rovistare e rovistare.

"Dai, Ronnie, fai la seria! Sembra un pulcino con tutto quel giallo" la stilista, innervosita, lanciò al principe la cravatta che teneva stretta tra le mani. Jungkook si mise a ridere finché Taehyung, stizzito, non gli lanciò una scarpa.
"Ahi! Perché?" sotto lo sguardo stupito di Ronnie Jungkook baciò brevemente il principe suscitando un urletto eccitato dalla donna.
"Siete così carini...prometto di non dire niente, soltanto per lui piccolo pulcino, ora muoviti andiamo a trovare qualcosa che tenga a bada il dragone che tieni rinchiuso là dentro" se c'era una cosa che prima infastidiva il poeta e che, paradossalmente, aveva iniziato ad apprezzare era la schiettezza di Ronnie sotto la quale si celavano complimenti degni di qualsiasi soggetto.
Jungkook la seguì ridendo, mentre Taehyung improvvisamente rapito da un album si avvicinò allo scrittoio dipinto di marrone il quale si abinava perfettamente al negozietto al centro del paesino: le pareti decorate da motivi oro su un colore caldo marroncino; i quadri firmati 'Seokjin' regalati da Taehyung in occasione dei compleanni di Ronnie, quadri dei quali la donna impazziva e si vantava fino al giorno prima del suo compleanno; le finestre ben posizionate per far entrare la luce del sole e far risaltare le linee dorate della stanza.
Aprì con curiosità l'album, trovando tanti schizzi di abiti a dir poco stupendi, per donne e uomini, bambini e bambine, era stupendi: niente da dire Ronnie aveva talento per quelle cose. Si mostrava come una donnaccia, rozza e senza buone maniere alcuna, metteva in mostra il suo corpo senza vergogna, ma nascondeva veramente un cuore grande, un talento straordinario...niente da fare Elisabetta aveva occhio per queste cose.
Girando e rigirando le pagine trovò delle sue vecchie bozze, che aveva prodotto nei giorni più ispirati, e rimase sorpreso che Ronnie li avesse conservati. Ricordava ancora il lavoro che aveva speso su quei fogli, la matita che andava a correggere gli errori, aggiungeva sempre più dettagli, e poi eliminare quelli che rendevano tutto più pacchiano.
"Ronnie non pensavo conservassi ancora questi-" la voce gli morì in gola quando Jungkook uscì dalla stanza. Era coperto da uno smoking nero, la camicia bianca a sottolineare la sua muscolosa corporatura, inserita dentro dei pantaloni in seta neri che fasciavano con delicatezza le muscolose gambe, e la giacca, la giacca era sbottonata e nel suo taschino c'era inserita una rosa rossa. E quello, quello era un suo completo.
"Visto Taehyung? Dopo anni ho ritrovato i tuoi bozzi e ho trovato questa meraviglia! Ho pensato subito che stesse d'incanto su William" Ronnie guardava con meraviglia il corpo di Jungkook e, ancora una volta, guardava Taehyung nella speranza che captasse ciò che volesse dire.
"Dovresti venire a lavorare qui, Taehyung, tu sei portato per questo lavoro"
"Sei bellissimo" Taehyung era troppo impegnato ad osservare, ad ammirare Jungkook per potersi concentrare su se stesso. Fosse stata l'ultima cose che avrebbe visto, lo avrebbe scambiato per Dio stesso.
"Grazie Tae" e gli occhi di Jungkook mostravano una venerazione così grande, che quasi colava dai suoi occhi e formavano una persona nuova.
"Di cosa, Kook?" e nella furia, non si accorse di aver pronunciato il suo vero nome.
"Di rendermi così bello anche quando non lo sai"
"Sei tu che sei bellissimo".
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Scusate l'assenza, ma sto prendendo le mie poche vacanzeee

-Lougtout

°Shakespeare• TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora