Capitolo 7. Sorriso

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«Ti avevo visto fuori dal locale ancora prima di entrare. Mi ero lasciata da poco con Giorgio e avevo deciso che quella sera avresti dovuto capire cosa ti eri perso. Ho notato che quando ti sono passata davanti tuo fratello mi aveva indicata e ho fatto finta di nulla. Mentre ballavo mi sentivo osservata e diciamo che ho cercato di essere più provocante, giusto per farti rodere un po'.» lo vedo sorridere furbo e allo stesso tempo sorpreso.

Non sono di certo il tipo di ragazza che provoca o che voglia sentirsi desiderata, sono fin troppo timida. Eppure quella sera era diverso, io ero diversa.

«Quando mi sei finito addosso, ho fatto l'indifferente nonostante le mie amiche mi rimproverano per aver rifiutato "un ragazzo così carino" ed io gongolavo vedendo la faccia da pesce lesso che avevi.» continuo a ridere prendendomi gioco di lui e dell'espressione contrariata che ha assunto adesso il suo viso alla mia rivelazione.

«Tu, piccola peste. Me la volevi far pagare, eh?»

Le sue mani, ancora ferme sui miei fianchi iniziano a muoversi facendomi il solletico.

Mi dimeno tra le sue braccia, ridendo come una scema «No, ti prego, smettila!»

«Chiedimi scusa, piccola insolente!» mi ordina, continuando a solleticare la mia pancia e i fianchi da sopra la maglietta.

«Ok, scusami!»

Ma non la smette, sento le lacrime agli occhi per quanto sto ridendo.

«Padrone.» mi prende in giro.

«Mai!» lo sfido e mi afferra con un braccio, alzandomi da terra senza fatica alcuna.

Mi porta vicina al muretto e sbarro gli occhi, «Dillo.» mi ordina ancora con un sorrisetto malandrino stampato sul viso.

Scuoto il capo, «Non mi lasceresti andare lo stesso.» lo sfido, perché ne sono certa, ho questa strana sensazione con lui come se potessi davvero fidarmi.

I suoi occhi si incastrano nei miei. «No, non lo farei.» ammette arrendendosi mentre mi fa scendere e portare così i piedi a toccare terra.

Sorrido vittoriosa, ma le sue braccia sono ancora avvolte attorno a me, i suoi occhi fissi nei miei e...

È sbagliato, lo so.

Ho questa malsana voglia di baciarlo, di sentire finalmente come sarebbe avere le sue labbra premute contro le mie, di scoprire finalmente il suo sapore.

I suoi occhi sono fissi sulle mie labbra e sono io a prendere coraggio avvicinandomi appena a lui.

Ha un momento di esitazione, resta fermo, ed io faccio lo stesso per paura che lui non abbia il mio stesso desiderio. Sento il suo respiro caldo sul viso, così vicina da poter anche solo sfiorare le sue labbra.

«Sei sicura?»

Per la prima volta, sento la sua voce vacillare. Ha abbassato le sue barriere e si sta mostrando debole difronte a me.

Proprio lui che ha sempre cercato di sorridere nascondendo dietro un sorriso il dolore. Lui che ha sempre fatto il burlone della compagnia pur di non far vedere agli altri quanto, in realtà, stesse male.

Non ha mai permesso a nessuno di farsi vedere fragile e insicuro, per paura che qualcuno potesse provare quella compassione che lui proprio non sopporta.

Lui che doveva essere sempre forte e sicuro di sé agli occhi degli altri, quando una semplice carezza o una parola dolce sarebbero state la sua salvezza.

Ed io lo vidi solo una volta, anche se ero solo una bambina, con gli occhi lucidi, a sforzarsi di non piangere e di non correre dalla madre per un bacio.

Così di nascosto lo seguii nel suo nascondiglio con la scusa di non aver trovato un posto migliore per nascondermi e vedendo il suo ginocchio sbucciato e sanguinante, proprio come faceva mia nonna quando con mio fratello cadevamo dalla bici, poggiai un fazzoletto sulla sua ferita e gli lasciai un piccolo bacio sulla guancia, «Vedrai che ora ti passa.»

Arrossimmo entrambi, forse lui più imbarazzato di me per essere stato curato da una bambina di appena otto anni.

Ed è stato proprio in quel momento che persi la testa e mi innamorai di lui, capendolo solo più tardi.

«Sì. Sono sicura.»

Spazio autrice

Avete mai nascosto il vostro dolore dietro ad un sorriso?
Qualcuno se ne è mai accorto?
Non è per nulla facile capirlo, eh! Eppure basterebbe solo essere un po' più attenti e imparare a guardare davvero gli altri per capire quanto dolore e quanta sofferenza si celi anche dietro un sorriso...
Guardate dentro voi stessi e chiedetevi: ho mai finto un sorriso?
Ho mai notato qualcuno farlo?

A presto
🌼

Un bacio al sapore di MarlboroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora