Chapter V

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Guardó con disinteresse l'uomo davanti a sé mentre spiegava alcune norme comportamentali alle donne presenti nella stanza. Le concubine, lo ascoltavano rapite mentre le ancelle scrivevano più note possibile su qualsiasi cosa quell'uomo dicesse. Lezione di oggi? Cosa amava l'Ogre e come tentare di ingraziarselo.
La sua attenzione ovviamente scivolò rapidamente via, mentre si poggiava sul tavolo davanti a lei con i gomiti, il volto stancamente lasciato andare sul palmo di una mano.
Lo sguardo di Fei passò pigramente sulle concubine nella stanza, sulle loro vesti dai colori sgargianti e sul trucco senza imperfezione dei loro visi.
Come ci si poteva annullare  così per un uomo? Uomo che, tra l'altro, mai avrebbe tenuto di conto la loro opinione, i loro desideri, le loro idee. Era sicura, che almeno la metà delle donne in quella stanza, se qualcuno gliene avesse dato la possibilità, nascondessero qualità innate, menti sveglie ed agili, idee che chissà, potevano cambiare il mondo.
Ma rinchiuse in quello scrigno che era la loro vita, semplicemente non se ne rendevano conto.  Principesse senza voce.

Fei distolse lo sguardo, annoiata, e guardò fuori da una piccola finestra lì vicino. La pioggia cadeva ininterrottamente oramai da tre giorni, tre lunghissimi giorni.
Le lezioni, inutili, si susseguivano ad ogni ora, e vi era sempre qualcuno ad accertarsi che le frequentasse. Spesso, questo compito spettava a Yama - Inu. Tutte le volte che entrava in una stanza però, questo veniva sommerso dalle concubine che lo adoravano, quasi fosse un rubino raro da dover assolutamente conquistare a tutti i costi. Anzi no, ciò che volevano conquistare, era solo il suo favore.

In quel mondo fatto di gerarchie e di giochi di potere, per poter sopravvivere ed andare avanti, si doveva ottenere il favore dei più potenti della cerchia, si facevano carte false per entrare nelle grazie di chi era nei punti più alti anche a costi di farsi mettere i piedi in testa e l'orgoglio appeso ad un filo sottilissimo, che si spezzava più volte al giorno.
Yama - Inu era un partito molto ambito, e anche se tutte puntavano ben più in su nella gerarchia, anche l'amico intimo del signore poteva andar bene.

Sospirò stanca, lieta finalmente di vedere che un'altra noiosa lezione, sempre ammesso che così la potesse chiamare, era finita.
Un lampo fuori l'avvisó della trasformazione in temporale della precedente leggera pioggia. Poco dopo, seguì il solito frastuono dei tuoni.
Alcune concubine la guardarono di sottecchi, nascondendo il volto dietro le ampie maniche del vestito.
Le sembrava di esser tornata bambina: lei era la nuova arrivata, quindi quella più facile da raggirare o a cui dare fastidio.
Ovviamente, non che quelle donne potessero veramente anche solo pensare di sfiorarla. Sentiva cosa si dicevano quando passava accanto a loro, tutte le cattiverie e le ingiustizie, solo perché non era una ayakashi, ma avere come amico Yama-Inu in un certo senso la rendeva intoccabile.
Un uomo potente al tuo fianco, ed ecco che anche se hai tanti nemici, sarai sempre tenuto su un gradino più alto.

Odiava quella società, perversa, pericolosa, illogica. Le faceva venire il voltastomaco.
Che nessuno la rispettasse come donna, ma solo perché al suo fianco aveva un uomo potente era una cosa che la innervosiva. Lei era più di un semplice gioiello da mettere in bella vista, come tutti invece qui cercavano di inculcarle nella testa.
Avrebbe voluto smettere di perdere tempo e darsi da fare, ma ogni volta che chiedeva all'Ogre di poter indagare sui Senatori e sulle sfere, le veniva sempre negato.
"devi stare qui", le diceva, "al sicuro".
Ma come poteva lei starsene ferma a far niente, se non bere tè, far finta che le interessasse il posto da concubina e poi futura moglie, quando i suoi amici in superficie rischiavano la vita?

Lei sapeva che erano lì, I Senatori. Dovevano essere lì. Nel regno dell'Acqua non ve ne era traccia, quindi sentiva nelle ossa che aveva ragione. Glielo gridava l'istinto. Ogni volta che aveva provato a fuggire di notte, i Saru erano lì pronti a riprenderla. Ogni volta che voleva volare col suo Grifone, qualcuno la seguiva.
Ma non si sarebbe arresa: era quello che volevano loro. Assillarla fino al punto di farla cedere. Ma lei non avrebbe ceduto, mai.

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