Chapter XXX - Senza Controllo

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Capitolo con scene 🙌🏻❌🚫   Vi avviso nel caso da un certo punto in poi non vogliate leggere, con una 'x' rossa. Buona lettura, e buon fine settimana!! 😘







Non si era mai sentita così. Potente. Forte. Carica. Il mondo sembrava avere acquisito mille sfumature in più rispetto a quelle a cui era abituata.Era diversa, era strana, ma stupendamente cosciente della sua natura.
Così era quella la voce che la chiamava ogni volta, quella voce che da quando era giunta lì la tormentava.
Una nuova parte di sé.

Fei si guardò le mani, studiando tutta quell'energia che fluiva attorno a lei senza controllo ma senza allontanarsi troppo, quasi fosse parte del suo corpo. Una emanazione di sé.
I suoi occhi saettarono dalle sue mani a tutto ciò che la circondava.
Riusciva a vedere ogni singolo granello di roccia, ogni singolo pulviscolo in aria; percepiva ogni suono, così nitido. Non era paragonabile a niente di ciò che aveva mai provato nella sua forma da Grifoniere. Ma che cos'era?
Non aveva un nome. Non aveva un senso. Eppure al tempo stesso sentiva che era tutto ciò che più la rappresentava.

Gli Scorpioni davanti a lei, si alzarono lentamente, scansandosi dalla sua presenza e spingendosi con forza verso le sbarre della gabbia, quasi tentassero di scappare.
La loro paura nei suoi confronti le arrivò dritta come profumo di ciliegi in fiore, fresca, pura... Non sapeva che la paura avesse un odore.
Tutto era così nuovo.
Quegli Scorpioni..... I Kamul... Tutto tornava alla mente aumentando pian piano la sua ira.
Sentiva il suo corpo fremere, bruciare.

E percepiva altro.

Un odore dolciastro nell'aria, qualcosa che l'attraeva, richiamandola, distraendola dallo scontro. Qualcosa che sembrava giungere a lei da lontano.
Le sue gambe tremarono leggermente sotto il peso di quell'odore, quasi fosse un macigno tangibile.
Come poteva qualcosa di così dolce premere così tanto sul suo corpo?!

La Gabbia si aprì, e gli Scorpioni vennero presi e portati via. Fei lì osservò.

No. Posso ucciderli. Posso.

Fece un passo avanti, ma una mano calda si posò sul suo braccio, rilasciando di nuovo quell'odore così dolce. La sua attenzione si spostò completamente verso l'uomo accanto a lei: il Sommo.

Quel Tengu dagli occhi di ghiaccio... Era lui ad emanare quell'odore. Sembrava chiamarla, gridando a gran voce, eppure le sue labbra non si muovevano di un millimetro.
Reclinó la testa di lato emanando un piccolo verso, come i rapaci, e lui lentamente le posò una mano sulla testa, accarezzandola.
Le sembrava così calda, ed accogliente.
Il Tengu fece un cenno con la testa ai suoi simili, che man mano si dispersero nell'aria, mentre lui la prese sotto braccio portandola via di nuovo in quella montagna.
Una montagna che sembrava chiamarla per nome.

Attraversarono i tunnel che aveva già percorso altre volte in quei giorni, tentando di scappare, eppure ora le sembrava così sciocca quell'idea. Perché scappare da quel posto? Le gridava qualcosa, ma non capiva.
Sembrava lo conoscesse a memoria, anche se non vi era mai stata.
L'uomo aprì una porta, la stessa porta nella quale si era trovata così tante volte, quella della sua stanza.

Una volta dentro, sentí il Sommo chiudersi dietro la porta a chiave, ma stranamente non se ne curò.
Tutto ciò che sembrava aver un senso e valore prima, ora sembrava così insignificante.
Perfino la gabbia riversa al suolo che prima la terrorizzava , ora sembrava una comoda stanza.
Osservò il letto alla sua sinistra, camminando silenziosamente nella stanza.
Alzò lo sguardo al soffitto della grotta, inspirando l'aria umida presente, alzando ed abbassando le spalle, come se facendo così potesse prendere più aria da quel posto.

Nel farlo, l'odore dolciastro tornó prepotente, avvolgendola nel suo profumo. Solo allora si ricordó del Tengu presente con lei nella stanza.
Si voltò per osservarlo.

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