Capitolo 2 - Un angelo solo in apparenza

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- Dunque è questo che è successo realmente. - sorrise birichina Alexis, mentre osservava con attenzione tutte le mutevoli emozioni che passavano sul bel volto della cugina dopo aver concluso il racconto della sua incredibile avventura.

Erano nella sua nuova stanza, spaziosa, luminosa e confortevole quanto quella a fianco di Elizabeth, tappezzata e arredata nei toni caldi e rassicuranti del crema e dell'avorio, predominanti a Villa Swann.

Se ne stavano accomodate sul divanetto di una bella tonalità di giallo quasi dorato, posizionato in mezzo alle due finestre della grande camera,  chiacchierando ininterrottamente da quasi due ore

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Se ne stavano accomodate sul divanetto di una bella tonalità di giallo quasi dorato, posizionato in mezzo alle due finestre della grande camera,  chiacchierando ininterrottamente da quasi due ore.

Alexis non aveva fatto mistero del suo interesse per le vicende della cugina, il romantico coraggio del suo aitante promesso sposo e per l'insolito, divertente e affascinante Capitan Jack Sparrow.

Aveva posto una miriade di domande, quasi volesse a suo modo entrare a far parte di quei momenti, conoscendone ogni dettaglio per poterli fare propri.

- Così i libri di nautica che rubavamo dalla biblioteca di mio padre e leggevamo insieme di nascosto ti sono stati utili, alla fine. Devo complimentarmi con te, Lizzy, dubito che nelle stesse circostanze avrei rammentato una manovra tanto insolita e rischiosa come quella della 'virata sull'ancora'. O, forse, anche se lo avessi rammentato non avrei osato proporlo! -

- Suvvia Lexi, ti diverti a prenderti gioco di me?! Ti conosco abbastanza da sapere che questo linguaggio forbito e questi modi tanto affettati non sono propri di mia cugina, a meno che non voglia scampare ai rimproveri di qualcuno! L'uragano Lexi è ben diversa! - sbottò allora Elizabeth, riesumando il nomignolo con cui l'aveva ribattezzata da bambina. Si guadagnò un'occhiata torva, seguita da una linguaccia decisamente inappropriata per una ragazza beneducata.

- Se io sono un uragano, tu quantomeno sei la Tempesta dei Caraibi, ovvero una notevole fonte di guai per chiunque ti stia intorno! - rise quella, non lasciandosi sfuggire l'occasione di punzecchiarla.

- Che vorresti dire? Io non porto guai! - Elizabeth si imbronciò, offesa.

- Ah no?! - le labbra della cugina si distesero in un ghigno ben poco rassicurante, soprattutto unito alla luce sardonica che le accese lo sguardo azzurrino - Rubi un medaglione azteco che non ti appartiene, tenti di negoziare con una ciurma di pirati maledetti fornendo l'unico nome al mondo che possa cacciarti ancora più nei pasticci, ti improvvisi stratega di una nave, liberi un'altra ciurma di pirati di cella, fortunatamente non maledetti, permettendogli di appropriarsi della nave per cui il loro Capitano stava combattendo da quasi dieci anni e ... dulcis in fundo... Aiuti il tuo, ora legittimo, fidanzato a far scappare il suddetto Capitano durante la sua esecuzione! Ho dimenticato qualcosa, forse? - alla fine del discorso la ragazza dai boccoli fulvi scoppiò in una fragorosa risata, vedendo quanto Elizabeth fosse diventata rossa di vergogna.

- Sei ingiusta! Da come lo dici fai sembrare tutto colpa mia! -

Un sopracciglio inarcato fu la sua unica risposta.

Queen of the Caribbean - The Legend of BadluckDove le storie prendono vita. Scoprilo ora