capitolo 7

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L'ora di biologia passa in fretta e al suono della campanella esco velocemente dalla classe.

La verità è che mi sono seduta vicino a lui senza rendermene conto,e beh che dire,ce ne vuole...

Ha passato l'intera ora a stuzzicarmi e se fosse successo in un altro giorno allora avrei reagito sicuramente molto male,ma poiché avevo già deciso di non seguire la lezione ho evitato di fare caso anche a lui.

Mentre continuo a camminare velocemente verso il bar della scuola,mi scontro con qualcuno lungo la strada,vorrei solo spaccargli la faccia ma dentro di me sono consapevole del fatto che quella con la testa tra le nuvole ero io.

-Scusa-dico alzando lo sguardo,ma appena lo faccio mi pento

-Sta diventando un'abitudine principessa- dice il ragazzo che mi ha torturata tutta la lezione

-Oh ma per favore ancora tu...-rispondo stanca di vederlo così spesso

-Senti abbiamo iniziato male,ti va se ci andiamo a prendere un caffè?-

Rimango spiazzata per il suo invito e mi prendo 2 secondi prima di rispondergli

-Neanche morta- rispondo con un sorriso a trentadue denti

Lo lascio con la bocca spalancata e mi giro per andarmene ma lui mi tira per il braccio facendomi girare

-Ok peperoncino,hai carattere,ma non ho secondi fini,solo un caffè da amici e poi alzo le mani-

Sbuffo ma acconsento con la testa,in fin dei conti è solo un caffè.

Ci incamminiamo verso il bar senza proferire parola ma proprio mentre lo stavo pensando lui inizia a parlare

-Allora principessa,mi sono appena reso conto che non so neanche il tuo nome-

Ha ragione,siamo stati un'ora intera seduti vicini,sempre tralasciando l'episodio della macchina,e non so neanche come si chiama.

-Xenia Ramirez-

-Io sono Brian- ribatte a sua volta

Mio padre mi ha sempre insegnato ad analizzare bene le persone perché siamo circondati da nemici anche quando sembrano nostri amici.

Così mi viene spontaneo chiedergli anche il cognome dato che io il mio l'ho detto e lui ha risposto solo con il nome.

Non che io abbia qualche dubbio sulla sua identità,ma è una precauzione che prendo da sempre.

-Braian come?Magari mio padre conosce la tua famiglia,è un uomo abbastanza famoso qui-dico tranquillamente

-Rudinson- risponde guardandomi dritta negli occhi

E che occhi...

-Non mi guardare così,mi metti in soggezione- dice ridendo

E che cogliona Xenia, non che occhi, che cogliona con la C maiuscola

-No è che hai qualcosa...-invento sul momento una scusa per giustificarmi e faccio finta di pulirgli qualcosa dalla guancia.

Ma nonostante questo il suo sguardo fermo su di me non aiuta,mi sento improvvisamente agitata ma per fortuna vedo finalmente il bar davanti a noi.

-Oh finalmente siamo arrivati,andiamo a prendere il caffè,AMICO?-

-si andiamo- dice solo

-vieni sediamoci qui-
Lo seguo e mi siedo notando però che il nostro è proprio il tavolo più isolato, infatti non abbiamo nessuno vicino.

Come se per la seconda volta in questa giornata mi leggesse nel pensiero dice

-Mi siedo a questo tavolo dal primo giorno del primo anno,la presenza delle persone mi crea malessere,ho tanti amici ma ho anche tanti posti che non voglio condividere con nessuno,quanto banale ma questo tavolo ne fa parte.-

-E non ti è mai successo di incontrare i tuoi amici qui?-

-Si ma lo sanno anche loro,mi salutano e poi si siedono da un'altra parte-

-capito-

E allora perché ha portato proprio me qui che sono una sconosciuta.

Glielo vorrei tanto chiedere ma non avrebbe molto senso,non sono nessuno per lui,sarà solo perché non c'è un altro posto.

-Ma guardate un pò chi c'è- sento dire da dietro.

Mi giro e vedo il resto dei ragazzi che stavano con lui appoggiati alla mia macchina.

Si scambiano tutti uno strano sguardo che io non riesco a decifrare ma penso sia per il fatto che io stia seduta a questo tavolo.

E infatti...

-Brutto pezzo di merda ti conosco da 15 anni e non mi hai mai fatto sedere su questa fottuta sedia- dice uno dei suoi amici

-Non sei abbastanza speciale per stare qui- risponde ridendo

Questa frase mi rimbomba nelle orecchie in continuazione,non ha senso quello che ha detto,dovrebbe odiarmi dopo il nostro primo incontro e invece mi ha portata in uno dei suoi posti speciali,perché ?

Quando mi risveglio dal mio stato di trans ,mi rendo conto che mi stanno guardano tutti in silenzio come se stessero aspettando una risposta ad una loro domanda.

-Ripeto io sono Damian-dice lo stesso amico con cui stava parlando prima Brian.

-Xenia- rispondo stringendogli la mano

Così in seguito si presentano tutti i suoi amici: Jack,Ben,Taylor,Andreas e Jason.

Sono tutti dei bellissimi ragazzi che ricordano un po' il classico gruppo di ragazzi che giocano a footbol.Belli, muscolosi, simpatici e altrettanto stupidi,o almeno è quello che sono nei film,non riesco ancora a farmi un giudizio di loro.

Quando finisco di presentarmi mi giro per guardare Brian e noto la sua faccia parecchio scocciata.

Non capisco se è per il fatto che i suoi amici siano ancora qui o perché hanno voluto conoscermi.Sicuramente la prima,perché dovrebbe interessargli se si sono presentati o meno.

-Io devo andare,ci vediamo in giro- dice invece sorprendendomi

Si alza di scatto e se ne va senza dire nient'altro.

Rimango lì a guardarlo mentre ogni secondo che passa si allontana sempre di più fino a scomparire nella folla.

Non riesco a capire il suo comportamento, stava andando tutto bene e improvvisamente ha cambiato umore.

- Brian è così,se state diventando amici,inizia ad abituartici perché cambia umore quando meno te lo aspetti- afferma lo stesso Damian poggiando una mano sulla mia spalla.

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Dopo un intero pomeriggio in palestra decido di tornare all'hotel.
Saluto Margaret che è di nuovo concentrata a leggere quel vecchio libro del giorno prima e mi precipito nella mia stanza.

Lancio la borsa sul letto e decido di farmi una doccia per rilassarmi un po'.

L'acqua bollente scorre sul mio corpo minuto e sento la pelle bruciare,non per il calore dell'acqua,ma per tutto il male che ho provato in questi anni.Giornate come questa in cui vorrei che una doccia sia in grado di cancellare le ferite che resteranno per sempre sul mio corpo e sulla mia anima.

Esiste qualcosa che sia in grado di placare tutto questo dolore?C'è chi mi parla di amore,ma io mi sento come se non fossi in grado di provarlo.C'è chi mi parla di famiglia,ma io non ho neanche questo.C'è chi mi parla di una fuga,fuggire lontano da tutto a ricominciare una vita nuova,ma a cosa servirebbe?Tutto questo mi perseguiterebbe,i ricordi sarebbero in grado di affondarmi anche dall'altra parte del mondo.

Vorrei tanto che qualcosa o più che qualcosa,qualcuno,mi tirasse fuori da questo abisso e come se fosse normale immagino due occhi azzurri che mi guardano come se volessero la stessa cosa,aiuto.

Non si tratta più degli occhi che ho desiderato vedere per tanti anni,non è più l'azzurro come il mare di Dylan a insinuarsi nella mia mente,è un azzurro nuovo,un azzurro che mette tanta paura per la sua oscurità ma allo stesso tempo trasmette un pizzico di sicurezza e speranza.

Senza LimitiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora