capitolo 4

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Le parole di Dylan mi hanno come folgorato l'anima e non perché provo ancora qualcosa per lui,semplicemente perché è la verità,e certe volte fa veramente male.

Le lezioni proseguono abbastanza bene e fortunatamente letteratura è l'unica aula che abbiamo in comune.

Il suono della campanella segna la fine della giornata e penso di non esser mai stata così tanto felice di tornare a casa.

Vado verso la macchina ma qualche metro prima vedo un gruppo di ragazzi appoggiati proprio sulla mia Mercedes come se non fosse niente.

-Scusate potreste gentilmente farvi i cazzi vostri da un'altra parte dato che la mia macchina costa più delle vostre case?-

I sei ragazzi si girano tutti a guardarmi senza dire niente e qualche secondo dopo si spostano in silenzio.Tranne uno.

-Tu non ci senti principino?- dico piena di rabbia

Mi guarda e scoppia a ridere con una risata quasi isterica.

Ok ho già incontrato molte persone strane nella mia vita ma penso che lui le superi quasi tutte.

-E tu chi saresti per dare dei comandi a me?Sei la figlia di Obama?La madonna versione anoressica?Chi cazzo sei per dare dei comandi a me eh?Non immischiarti con persone che sono superiori a te "principessa"- risponde sottolineando la parola principessa con un accenno di ironia.

I suoi amici incitano un coro per farmi capire che è il caso che io chiuda la bocca.

Gli vado in contro e mi fermo a pochi centimetri dalla sua faccia.

-Non sono la figlia di Obama e neanche la Madonna versione anoressica,sono solo la stronza che può farti il culo in qualsiasi momento.Se pensavi di intimidirmi o altro hai trovato la persona sbagliata.Ora levati dal cazzo perché ho già perso abbastanza tempo-

Sono psicologicamente pronta al peggio e invece l'unica cosa che fa è applaudire

-Vedo che hai le palle,niente male- afferma guardando in seguito gli amici

Finalmente salgo in macchina e parto ad una velocità quasi inumana,non perché voglio dimostrare qualcosa a loro,semplicemente perché sento il bisogno di allontanarmi da qui il prima possibile.

Guardo l'orologio che segna le 14.23 e deciso di fermarmi nell'unico posto che mi fa sentire a casa in questa città.

Dopo dieci minuti scengo dalla macchina e mi ritrovo davanti l'unica cosa che in questo momento sia in grado di calmarmi,il mare.

Guardo l'azzurro che splende sotto i raggi del sole e quando vorrei che tutti i pensieri della mia testa svaniscano, mi tornano in mente gli occhi di Dylan.

Quel azzurro che mi ha sempre fatta sentire protetta dal resto del mondo, l'unico sguardo che quando era puntato su di me trasmetteva solo amore,quel azzurro che io sono riuscita a spegnere.

L'ho visto oggi mentre mi guardava,non c'era più amore,solo odio, sofferenza e tanta rabbia,sono riuscita a portargli via il luccichio dagli occhi e l'ho fatto diventare come me,un mostro che non avrà mai più il coraggio di amare.

Le lacrime scendono sul mio viso e si mischiano con l'unica cosa che mi è rimasta,la solitudine.

Vorrei tanto tornare indietro e fare le cose diversamente.

Senza LimitiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora