I braccialetti~

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Hartley se ne stava ancora seduta su quel ceppo d'albero, da sola.
Stava pensando a Bellamy. E di certo i suoi pensieri erano tutt'altro che benigni.
Non riusciva ancora capacitarsi dell'arroganza di quel ragazzo. Come aveva osato comportarsi a quel modo con lei, senza neppure conoscerla?
Apprezzava il fatto che l'avesse aiutata a liberarsi da quella fossa, certo. Ma parlando di come si era atteggiato dopo, come se l'avesse in pugno e stesse giocando con lei, era tutto da dire.
Era il ragazzo più maleducato e scontroso che lei avesse mai conosciuto. Sperava vivamente di non rincontralo più, anche se in fondo sapeva che non sarebbe mai stato possibile.
E poi aveva anche trattato Selene.
Non ne aveva mai avuto l'intenzione, e per questo adesso si sentiva profondamente in colpa.
Si alzó in piedi con la finalità di trovarsi qualcosa da fare. Non aveva affatto voglia di lasciarsi rovinare il suo primo giorno sulla Terra da un idiota. Non meritava neppure il privilegio di parlare con lei.
Inizió a guardarsi intorno finché non intravide Allison chiacchierare armoniosamente con una bambina dai capelli rossi raccolti in una coda morbida.
Decise di raggiungerle. Si avvicinó a loro velocemente e si accovacciò accanto a Allison.
<<Ehi, Ali! Posso unirmi a voi?>>
Domandó lanciando un'occhiata amichevole alla bimba dai capelli rossi.
Allison le sorrise e si fece più in là per lasciarle un po' di spazio nel suo ceppo d'albero.
Hartley le si accomodó accanto e sorrise alla bambina.
<<Adele, lei è Hartley. Una mia cara amica.>>
Allison introdusse la sua amica ad Adele con uno sguardo colmo di tenerezza.
La bimba posó i suoi grandi occhi dorati su Hartley ed inizió a scrutarla attentamente.
<<Hartley, anche tu sai fare i trucchetti con le mani come Allison?>>
Hartley lanció uno sguardo confuso ad Allison.
Quest'ultima rispose con un sorrisetto innocente e una semplice alzata di spalle.
Hartley si riconcentró su Adele e le sorrise in maniera confidenziale.
<<No, Adele. Ma...posso insegnarti a costruire i castelli di terra!>>
Esclamó Hartley.
Allison la fissó scettica, ma decise di non proferire parola quando Adele inizió a battere le mani tra loro desiderosa di iniziare quel nuovo "gioco".
<<Forza allora! Mostrami!>>
Incitó Hartley la bimba.
Hartley e Adele iniziarono a giocare assieme e, per non disturbarle, Allison si alzó in piedi e cominció a guardarsi attorno.
Non riusciva a crederci. Avevano raggiunto la Terra e, apparentemente, sembrava di nuovo abitabile.
Forse c'è ancora una speranza.
Pensó emozionata.
Tuttavia, ad un tratto, notó che il ragazzo moro, con cui Hartley, sulla navicella, si era scambiata uno sguardo, stava inducendo una buona parte dei 100 a levarsi i braccialetti dai propri polsi.
Aggrottó le sopracciglia insospettita.
Ma cosa diavolo sta facendo?
Pensó con confusione.
Appena il ragazzo inizió a dirigersi verso di loro, Allison incroció le braccia al petto pronta ad affrontarlo, ma lui la ingnoró totalmente e si  avvicinó ad Hartley.
Allison lo fissó con occhi di fuoco, anche se lui non si era neppure accorto della sua presenza.
Il giovane si posizionó dietro Hartley e disse beffardamente:<<Guarda un po' chi si rivede.>>
Hartley si irrigidì appena sentì la sua voce. Incitó Adele a continuare il castello da sola e si alzó in piedi per fronteggiare Bellamy.
<<Cosa vuoi, Bellamy?>>
Chiese con voce fredda e acida, proprio come voleva che fosse.
Bellamy sfoderó un sorrisetto sghembo.
Afferró il braccio in cui il braccialetto d'acciaio avvolgeva il polso di Hartley.
Hartley trasalì al contatto. Bellamy se ne accorse e incatenó il suo sguardo di fuoco con quello innocente ed indifeso di Hartley.
Il giovane arrogante inizió a picchiettare con un dito sul bracciale d'acciaio che manteneva i dati vitali di Hartley attivi sull'Arca.
<<Perchè non lo leviamo, principessa? Dopotutto, non volgliamo mica che dall'Arca scendano qui per ritornare a comandarci o a trattarci come dei prigionieri.>>
Hartley sbattè rapidamente le palpebre, confusa. Inizió a guardarsi attorno e constató che una buona parte dei ragazzi sbarcati dalla navicella, adesso non portava più al polso i braccialetti d'acciaio.
Ma perché Bellamy stava facendo tutto questo?
Poi ripensó alla divisa di una guardia dell'Arca che indossava e capì tutto.
Se Bellamy era una guardia, allora come aveva fatto a raggiungere la Terra?
C'entrava sua sorella Octavia, certo! Era troppo ovvio. Come aveva potuto non accorgersene prima?
Hartley ridusse gli occhi a due fessure e lo fissó con determinazione.
<<Tu non vuoi che io mi levi il bracciale perché non ti giova che l'Arca scopra che la Terra è abitabile, ma perché sai che ti puniranno se scenderanno qui.>>
Azzardó Hartley con sguardo accusatorio.
Bellamy perse il sorriso alle parole della diciassettenne. Soprattutto perché quella ragazzina aveva appena scoperto il suo piano di far credere all'Arca che la Terra non fosse abitabile.
<<Tu eri una guardia sull'Arca. E il cancelliere Jaha ha detto chiaro e tondo che qui sarebbero giunti soltanto i prigionieri scelti a Juvenile lockup. Quindi, che cosa ci fai tu qui, Bellamy? È soltanto una la risposta più logica:tu ci stai nascondendo qualcosa, e quella cosa risponde senz'altro al motivo per cui stai inducendo tutti noi a levarci bracciali.>>
Bellamy si sgretolava ad ogni singola parola pronunciata da Hartley. Da quella ragazzina che lo aveva praticamente intrigato dal primo sguardo che si erano scambiati.
<<Ma sai cosa, Bellamy? Tu non ci riuscirai! Ci hanno mandati qui per capire se la Terra è di nuovo abitabile. Se ci sarà di nuovo speranza per il genere umano di sopravvivere, perché sull'Arca si sta esaurendo l'ossigeno. Pensi davvero che riusciremo a cavarcela quaggiù senza aiuto? Io non credo proprio.>>
Allison stava fissando lo spettacolo scioccata.
Sembrava quasi che tra quei due ci fosse una sorta di tensione. E la scena, suo malgrado, la divertiva, perché Hartley era alta si e no un metro sessanta, mentre Bellamy la superava quasi di tre teste.
E così il lupo cattivo incontró l'agnellino indifeso.
Pensó Allison con un sorrisetto stampato sulle labbra.
Intanto una folla di ragazzi si era radunata attorno i due litiganti per assistere alla scena.
Hartley strattonó il braccio dalla presa massiccia di Bellamy.
<<E quanto a me. L'unico motivo per cui sull'Arca crederanno che io sia morta, sarà se io sono davvero morta, chiaro?>>
Hartley si sentiva fiera di come si era comportata con Bellamy, nonostante il sorrisetto derisorio fosse risbocciato sulle labbra carnose di lui.
<<Coraggiosa, la principessa>>
Fece Bellamy guadagnando qualche passo indietro e domandandosi come diamine Hartley avesse fatto a scoprirlo.
Ma Hartley non aveva ancora finito con il suo discorso.
Si rivolse a tutti i presenti e, con voce autoritaria, disse:<<Credete davvero che riusciremo a sopravvivere qui senza l'aiuto di qualcuno? Senza cibo, senza luoghi in cui alloggiare? Non conosciamo nè sappiamo nulla di questo posto. E voi avete davvero intenzione di dare ascolto a Bellamy e levarvi i vostri bracciali per cosa, poi? Volete davvero che sull'Arca i vostri cari vi credano morti? Quando invece siete vivi e vegeti quaggiù? Io non credo proprio. Quindi, se adesso volgiamo davvero sopravvivere, dato che una buona parte di noi si è già levata I propri bracciali a causa di Bellamy, è ora che assieme ci diamo ben da fare per costruire una sorta di "base" in cui alloggiare e procurare cibo a sufficienza per tutti noi. Perché è questo quello che dobbiamo fare per riuscire a cavarcela quaggiù finché le comunicazioni con l'Arca non saranno riaperte!>>
I ragazzi annuirono con veemenza, d'accordo con ciò che aveva appena detto Hartley.
Molti di questi iniziarono addirittura ad inveire contro Bellamy.
E così un vasto numero dei 100 inizió a sparpagliarsi tra i boschi al fine di trovare legni per la realizzazione di mura resistenti e cibo da preparare al sorgere della sera.
Hartley rivolse un ultimo sguardo minaccioso a Bellamy e si riconcentró su Adele.
Lui peró le afferró un polso e la fece voltare di nuovo verso di sè. I loro occhi entrarono in stretto contatto, per davvero, solo allora.
Hartley si perse dentro la profondità degli occhi cioccolato di Bellamy, mentre lui si domandó che sfumatura di colore avessero quelli di lei. Un verde-azzurro delicato che lui non aveva mai visto prima.
Bellamy le stava ancora stringendo il polso, quando entrambi sbatterono le palpebre contemporaneamente per riprendersi.
Sul volto di Bellamy di dipinse di nuovo il solito sorrisetto beffardo.
Cosa è appena successo?
Si domandó Hartley, mentre Bellamy si preparava a parlare.
Le lasció andare il polso e lei, suo malgrado, soffrì per la perdita di contatto.
<<A che gioco stai giocando, principessa?>>
Le chiese con sguardo indecifrabile.
Hartley rimase interdetta alla domanda rivoltale. Si aspettava di tutto da Bellamy, ma non di certo ciò che le aveva appena chiesto.
Hartley scosse la testa.
<<Non sto giocando a nessun gioco, Bellamy. Dovrei essere io quella a dover chiedere questa cosa a te, sai?>>
Bellamy inclinó la testa di lato. Era così vicino ad Hartley che lei poteva percepire il suo fiato accarezzarle il volto. Chiuse gli occhi per assaporare il momento.
<<Ah si, principessa?>>
Si chinó su di lei fino a sfiorarle l'orecchio. Hartley si era immobilizzata sul posto. Era come se non avesse più il controllo del suo stesso corpo.
<<Elencami i motivi per cui dovresti essere tu quella a farmi questa domanda.>>
Ordinó con voce roca e profonda.
Fece scivolare il suo labbro inferiore sul contorno dell'orecchio di Hartley, poi le si allontanó lentamente. Hartley soppresse un gemito. Cosa diavolo le stava facendo quel ragazzo? Non aveva mai provato niente del genere con dei ragazzi. Specialmente con quelli più grandi di lei.
<<Stai tentando di resistermi, principessa?>>
Le domandó con voce divertita. Si stava prendendo gioco di lei.
Ogni cellula del corpo di Hartley le gridava di respingerlo, ma lei non riusciva più a padroneggiare il proprio corpo. Si sentiva imprigionata dall'incantesimo di quel ragazzo attraente che lei neppure conosceva.
Deglutì a fatica e posó le mani sul petto di Bellamy. Lo spinse via con delicatezza.
<<Per chi mi hai presa, Blake? Per una delle tue tante conquiste?>>
Sussuró Hartley e rise acidamente. Non sarebbe più ceduta alla tentazione.
<<Perchè se lo pensi, stai giocando con la persona sbagliata. Sono un tassello del tuo giochetto subdolo che non riuscirai mai a capire, e sai perché? Perché preferirei morire piuttosto che assecondarti nei tuoi stupidi svaghi che conquisti con le ragazze.>>
Bellamy rimase scioccato. Quella ragazza era davvero audace. Più di quanto avesse immaginato. Bellamy però non si diede per vinto. Hartley voleva la sfida? Bè, lui adorava le sfide.
<<Vedremo chi avrà ragione, principessa, quando ti ritroverai nel mio letto a gridare il mio nome.>>
Hartley lo guardó in cagnesco. Non fece in tempo a rispondere, perchè una confusione scatenatosi tra i ragazzi attiró la sua attenzione.
Anche Bellamy se ne accorse ed entrambi si diressero verso la calca di ragazzi.
Hartley spintonó i presenti per farsi spazio tra la folla, finché non si ritrovó davanti la scena peggiore che avesse mai visto.
Rose giaceva ferita su una gamba e su un braccio tra le braccia di Jasper.
Hartley si portó una mano alla bocca, e le gambe le cedettero. Prima che potesse arrivare a terra, qualcuno la afferró per le spalle.
<<Hartley, calmati okay? Andrà tutto bene.>>
Le sussurró all'orecchio Allison.
Hartley sentì le lacrime raggiungerle gli occhi chiari, ma le ricacció indietro. Doveva essere forte. Forte per sua sorella.
Si avvicinó a Jasper che la teneva in braccio e fu seguita a ruota da Allison, Bellamy, ed il ragazzo dai capelli scuri che sulla navicella aveva importunato Allison.
Bellamy ordinó a i ragazzi attorno a loro di ritornare a costruire le mura e a raccogliere il cibo per la sera, poi si precipitó da Rose e Jasper.
<<Cosa diavolo le è successo?!>>
Stava sbraitando Hartley contro Jasper.
<<Ehi, calmati Hartley.>>
Le stava dicendo Allison. Ma Hartley non le dava ascolto.
<<No! È mia sorella! Se ne torna da un viaggio suicida mezza morta e tu...tu mi stai seriamente chiedendo di stare calma?!>>
Bellamy interruppe il litigio.
<<Pensi che così aiuteremo presto tua sorella, principessa?>>
Le chiese a voce alta posandole una mano sulla spalla.
<<Dobbiamo sapere cosa le è successo, ma se tu continui a sbraitare, Jasper non riuscirà a spiegarci nulla!>>
Hartley sapeva che Bellamy avesse ragione, ma per non dargli soddisfazione, si fece indietro a testa bassa.
<<Abbiamo molto di cui parlare.>>
Annunció Jasper squadrando Bellamy, Allison ed il ragazzo dai capelli scuri.
<<Finn e....>>
Fece Bellamy indicando Allison.
<<Allison>>
Rispose la bionda alla domanda implicita di Bellamy.
<<Finn ed Allison portate Rose dentro la navicella, abbiamo bisogno di un medico. Tu te la senti di restare qui, principessa?>>
Chiese Bellamy ad Hartley. Lei gli lanció un'occhiata omicida.
<<Scopriró chi l'ha ridotta a quel modo e poi, giuro, lo uccideró con le mie stesse mani.>>
Bellamy sorrise.
Anche molto determinata e aggressiva, questa principessa.
Pensó con divertimento.
<<Bene allora, andiamo dentro.>>
<<Aspetta Bellamy.>>
Gli ordinó Jasper.
Bellamy si voltó verso di lui confuso.
<<Cosa?>>
Gli chiese, infastidito.
Jasper abbassó la testa.
<<Abbiamo un problema.>>
Hartley superó Bellamy e si piazzó dinanzi a Jasper.
<<Che genere di problema, Jasper?>>
Gli chiese la diciassettenne.
Jasper tiró fuori dalla tasca posteriore dei jeans il walkie-talkie di Clarke.
<<Ci siamo divisi in gruppi per trovare più in fretta Mount Weather. Quando Rose è stata ferita, ho ricevuto una chiamata dagli altri due gruppi.>>
<<Si, e allora?>>
Chiese Bellamy con impazienza. Anche Hartley fremeva dalla voglia di sapere cosa stesse succedendo.
<<Hanno preso Octavia e Selene.>>
Quelle semplici cinque parole furono una pugnalata al petto sia per Hartley che per Bellamy. Si guardarono negli occhi pensando la stessa cosa: Cosa diavolo sta accadendo?

The 100 con Rose, Hartley, Allison e Selene Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora