Allison si sveglió all'improvviso a causa dei clamori prodotti dai giovani e da alcuni apparecchi elettronici in funzionamento.
Ci mise un poco a mettere a fuoco le immagini che la circondavano.
Si trovavo in un luogo strano e...stretto, molto stretto.
Era stravaccata su un sedile scomodo e duro dotato di un paraurti davanti il busto.
Si sfregó gli occhi assonnata e confusa, poi osservó i suoi abiti insoliti.
Non indossava più gli straccetti bianchi di Juvenile lockup, bensì un equipaggiamento consono per poterla aiutare ad affrontare quasi un viaggio...
Degli jeans neri le fasciavano le gambe e i fianchi, una maglietta rossa il petto e ad avvolgerle le spalle adesso vi era un giubbotto di pelle coprente.
Ma chi diavolo mi ha ridotta così?
Pensó sconcertata. All'improvviso però, una fitta di terrore le attraversó il torace.
Dove erano finite le sue amiche?
Inizió a guardarsi attorno spaventata, finché il sollievo non la pervase alla vista di Hartley e Selene sedute accanto a sè. Un sedile più in là vi era accasciata Rose, che ancora sembrava essere priva di conoscenza.
Una mano calda le si posó sulle dita fredde e intorpidite. Si voltó a destra, ed i suoi occhi si immersero in quelli verde-azzurri di Hartley.
Anche lei non indossava più le vesti bianche della prigione, anzi, adesso portava addosso una maglietta rosa ed un giubbotto di pelle nero in cuoio e dei semplici jeans del medesimo colore. I capelli chiari, dapprima raccolti nella treccia di Selene, adesso le ricadevano morbidi dietro le spalle.
<<Guarda il tuo polso.>>
Le sussurró la biondina.
Allison obbedì e aggrottó le sopracciglia appena un braccialetto di acciaio, piuttosto pesante, entró nel suo campo visivo.
<<Dimmi che stiamo pensando la stessa cosa. Ti prego.>>
Mormorò Hartley con voce flebile e mordendosi il labbro roseo.
Allison vide il terrore e la preoccupazione negli occhi di Hartley, e si sentì in dovere di afferrarle una mano.
La guardó con sguardo carico di comprensione e dolcezza.
<<Non preoccuparti, andrà tutto bene.>>
Hartley sembró tranquillizzarsi un po', ma l'ansia era ancora evidente nei suoi occhi.
Allison avrebbe voluto consolarla in qualche modo, ma non sapeva cosa dire.
Si conoscevano da 5 anni ormai, quella cella era stata la loro casa per molto tempo.
Loro erano come una famiglia adesso.
E si sentiva uno schifo per la sua incapacità di aiutarla.
Hartley prese un rapido respiro e disse guardando dritto davanti a sè:<<Ci hanno cambiate loro e hanno collegato i nostri braccialetti ad una centrale di controllo sull'Arca.>>
Scosse la mano in cui il bracciale le circondava il polso.
Allison aggrottó le sopracciglia.
<<E tu come sai queste cose?>>
Hartley sorrise maliziosamente.
Sapeva essere furba quando voleva.
<<Ho finto di svenire quando vi hanno immesso quel sonnifero in corpo. Volevo scoprire cosa ci avrebbero fatto. Ho sentito che la dottoressa Griffin monitorerà le nostre vite sulla Terra attraverso questi.>>
Spiegó Hartley facendo cenno al braccialetto d'acciaio.
<<Furba la ragazza.>>
Si complimentó Allison fissando l'amica con sguardo complice. Intanto le porte di quella strana capsula avevano iniziato a chiudersi scatenando un turbine di terrore negli animi di tutti i presenti.
<<Ehi, ragazze! Cosa sta succedendo? E dove ci troviamo?!>>
Domandó confusa Selene, appena risvegliata dall'effetto del sonnifero.
Le amiche non fecero tempo a fornirle spiegazioni, che un schermo impiantato sulla navicella prese vita rivelando la figura di Telonious Jaha, il cancelliere dell'Arca.
Uno scosso, che fece saltare via luce per un minimo lasso di tempo, destó urla e terrore in tutta la navicella.
<<Che cosa è stato?>>
Domandó Rose.
<<È l'atmosfera.>>
Rispose la sorella sedutale accanto.
All'improvviso il silenzio pervase l'intera capsula, e persino Rose preferì non azzardarsi a parlare.
Il cancelliere cominció immediatamente un monologo rivolto ai giovani legati ai loro sedili.
<<Prigionieri dell'Arca, ascoltate. Vi è stata data una seconda chance, e come vostro cancelliere, spero che non la vedrete solo come una chance per voi, ma per tutti noi. Per l'intera generazione umana. Non sappiamo cosa vi aspetterà laggiù, sulla Terra. Ma vi assicuro che se le possibilità di sopravvivere fossero state maggiori, avremmo inviato qualcun altro per compiere questa missione. Tuttavia, i crimini che avete commesso vi hanno reso "sacrificabili" e perciò... siete stati voi i prescelti per approdare sul nostro pianeta...>>
Mentre il cancelliere continuava a blaterare, esponendo le varie regole da rispettare sulla Terra, un ragazzo in particolare sganció la cintura di sicurezza ed inizió a fluttuare nell'aria. Tutti i ragazzi nella sala lo fissarono sbalorditi.
Con dei movimenti da pesce davvero buffi raggiunse le quattro ragazze e si fermò dinnanzi ad Allison.
<<Ehi ritorna al tuo posto! L'impatto con il suolo potrebbe sfracellarti!>>
Gli fece notare Allison. Il ragazzo fluttuante si spostò una ciocca di capelli scuri dal volto angelico.
Poi incroció le braccia al petto e la squadró con occhi maliziosi.
<<Uh. Una biondina determinata. Mi piace. Sono Finn.>>
<<Bè, peccato che a nessuno frega niente di cosa ti piace, Finn! Quindi sloggia.>>
La risposta a tono di Allison fece elevare una serie di risate da parte di molti giovani attenti alla discussione.
Hartley, Rose e Selene fissavano il ragazzo impertinente dinnanzi a loro in cagnesco.
Lasciavano intendere che avrebbero ucciso pur di difendere la loro amica.
<<Bè...vedo che hai anche...>>
Non poté terminare la frase, che l'impatto della navicella contro una superficie dura e rocciosa lo scaraventò contro una parete della capsula facendo cessare le sue frecciatine indesiderate.
Le ragazze si guardarono attorno per individuarlo, ma la loro ricerca fu impedita dalla luce che andò in corto circuito.
L'unica fonte di luminosità che adesso avevano era un fascio di luce che filtrava da una finestrella in alto.
<<Ce l'abbiamo fatta. CE L'ABBIAMO FATTA!>>
Strilló Jasper di felicità, slacciandosi la cintura di sicurezza e battendo il cinque a Monty.
Le quattro ragazze imitarono il suo gesto, seguite a ruota anche dagli altri ragazzi.
All'improvviso però, una figura minuta e bassina inizió a farsi spazio tra la calca di giovani dirigendosi verso il portellone d'ingresso della capsula.
Si rivelò essere una ragazzina graziosa dai lunghi capelli scuri e gli occhi di un verde brillante.
Si gettó addosso ad un ragazzo di sì e no 23 anni, alto e dai folti capelli scuri.
<<Sono contenta di rivederti, fratellone.>>
Disse, non dando peso alla presenza di altri 98 ragazzi all'interno della navicella che stavano assistendo alla scena.
Hartley osservó il giovane dalla divisa delle guardie dell'Arca che stringeva la sorella, con un che di perplessità.
Egli, quando si accorse dello sguardo della ragazza su di lui, ricambió a sua volta l'occhiata.
E Hartley, troppo semplice e timida per poter sostenere gli occhi di un ragazzo più grande, distolse lo sguardo.
Selene, accortasi della situazione, menó due colpetti sul braccio dell'amica.
Hartley si voltó verso di lei e chiese:<<Cosa c'è?>>
Selene ridacchió perfidamente.
<<Rose si sarà pure infatuata di Jasper, ma direi che Cupido ha colpito ancora!>>
Selene le fece un occhiolino complice e Hartley arrossì violentemente. Lanció un'occhiata allo strano ragazzo che prima stava fissando per assicurarsi che non stesse assistendo alla scena. Fortunatamente stava conversando con una fanciulla bionda che stringeva una mappa; sembrava essere Clarke Griffin.
A quel punto si rivolse di nuovo a Selene e disse:<<Per l'amor del cielo, Selene! È stato solo uno sguardo!>>
Selene strinse i denti per trattenere le risate.
<<Si certo! Uno sguardo carico di fantasie erotiche!>>
Hartley spalancó gli occhi e tappó la bocca di Selene con le sue piccole mani per indurla a fare silenzio.
Intanto il giovane dalla divisa dell'Arca si stava dirigendo verso la leva d'apertura della capsula.
<<Aspetta!>> lo ammonì Clarke<<l'aria potrebbe essere tossica.>>
Il ragazzo le lanció uno sguardo indifferente.
<<Se l'aria è tossica, moriremo comunque.>>
Detto questo, tirò giù la leva ed il portellone della navicella inizió a scendere verso il basso, rivelando poco a poco la natura del magnifico pianeta Terra.
Hartley accoglieva l'aria che filtrava dalla capsula con le braccia aperta, tanta era la sua brama di respirare davvero l'ossigeno terrestre.
Lo stesso fecero una ad una sua sorella e le altre due amiche.
Appena quella che si rivelò essere Octavia Blake, la sorella del giovane dalla divisa dell'Arca, scese dalla navicella e urló:<<SIAMO TORNATI, BASTARDI!>>, una folta coltre di ragazzi si catapultó fuori dalla capsula riversandosi sul suolo terrestre che si apriva di fronte a loro.
Anche le quattro amiche decisero di fare lo stesso, e la prima a varcare il suolo della Terra fu Rose.
Rose scese dalla navicella aspirando più che potè l'aria pura della natura. Era fresca e pulita proprio come la immaginava sull'Arca.
Tuttavia, nel momento in cui stava per raggiungere il terreno, prese una storta improvvisa alla caviglia e cadde verso il basso.
Prima che si scontrasse con il terreno fangoso, due possenti braccia la avvolsero stringendola.
Rose aprì lentamente i suoi occhi e subito entrarono in contatto con quelli caldi e profondi di una ragazzo a lei familiare.
Rimasero lì a fissarsi per quelle che le sembrarono ore, finché lui non disse con quella sua voce giocherellona che lei tanto ricordava:<<Rose? S-sei davvero tu?>>
A quel punto lei realizzó che a stringerla tra le braccia c'era Jasper. Proprio il Jasper che lei da bambina tanto detestava.
La aiutó a rimettersi in piedi e con una mano stretta attorno alla sua vita la fece accomodare su un tronco d'albero disteso sul suolo.
<<Si sono proprio io. Ti sorprende?>>
Il tono di Rose risultó più impertinente di quanto non avesse voluto.
Jasper ridacchió per la sfacciataggine di Rose, e lei volle tanto strappargli dalla testa quella sorta di occhialini da mare, con le lenti enormi, che portava.
<<Vedo proprio che non sei cambiata, eh?>>
<<Neanche tu!>>
Il suo tono accusatorio lo divertì ancora di più, tanto che la risata contagiosa di Jasper finì per infettare anche Rose.
Hartley, Selene e Allison, intanto, stavano assistendo alla scena con sguardo complice.
<<Eh, già. È davvero innamorata persa.>>
Annunció Hartley allontandosi dalle amiche per esplorare un po' il luogo d'approdo.
Sbarcó dalla navicella e si avviò in mezzo alla radura.
Alberi e piante di ogni tipo si ergevano dinanzi a lei, e molte di queste le riconosceva anche, grazie ai corsi di biologia che aveva seguito sull'Arca.
Continuó ad indagare sulla natura del posto per ancora molto tempo, finché, distratta da una farfalla strana dal color viola luccicante, un piede non le si incastró in una fossa profonda.
<<Ma che...>>
Sbuffó infastidita.
Inizió a tirare verso l'alto per liberarsi, ma non funzionó. Ci riprovó ancora e ancora, ma i suoi tentavi si disperdevano come un soffio di vento.
<<Diamine.>>
Borbottó alla fine, arrendendosi.
Si scostó una ciocca di capelli dal viso e sospiró sfinita.
<<Ehi, te l'hanno mai insegnato che non si impreca?>>
Hartley ci impiegó un po' a comprendere che la voce maschile era rivolta proprio a lei.
Si giró nella direzione da cui proveniva e si ritrovó davanti il fratello di Octavia Blake.
<<E a te ti hanno mai insegnato che è da persone educate aiutare chi è in difficoltà?>>
Domandó di rinvio la diciassettenne.
Il ragazzo inizió a ridacchiare sfottendola, e le si avvicinò.
Appena constató la situazione, scoppió a ridere.
Hartley lo guardó confusa.
<<Perchè ridi?>>
<<Ah, lo vedo che sei in difficoltà!>>
Anziché rispondere alla sua domanda, il ragazzo derise ciò che Hartley aveva detto nella frase precedente. E ciò la fece infuriare ancora di più.
Il giovane la afferró per i fianchi stretti ed inizió a tirare verso l'alto per liberarla.
Ci riuscì con grande successo, ed Hartley restó interdetta dalla forza immane con cui l'aveva portata fuori da quella fossa.
Il ragazzo non le lasció andare i fianchi dopo che la liberó. Il suo fiato caldo solleticava il collo nudo di Hartley e a stento lei riuscì a reprimere un sospiro.
Si scansó dalla sua stretta e, dopo avergli lanciato un'occhiataccia, inizió ad allontanarsi a passo spedito.
Lui però la fermó. Le afferó un polso e la fece voltare di nuovo verso di sè.
<<E dai principessa, non mettere il broncio!>>
A quel nomignolo infantile, Hartley perse del tutto le staffe.
<<Non osare ordinarmi cosa devo o non devo fare, Blake! E non chiamarmi in quel modo! Ho un nome, sai?!>>
Lui le lanció un sorrisetto beffardo che la fece imbestialire ulteriormente.
<<Ah davvero?>>
Hartley lo guardó in cagnesco.
<<Puoi chiamarmi Bellamy, principessa.>>
Hartley incroció le braccia al petto e lo fissó con occhi di sfida.
<<Ti chiamerò Bellamy, quando tu chiamerai me con il mio di nome.>>
Replicò Hartley dandogli le spalle e allontanandosi da lui.
<<Come faccio a chiamarti con il tuo nome se neanche me lo hai detto?>>
Domandó Bellamy allargando le braccia muscolose e sapendo di aver colto la diciassettenne in fallo.
Hartley si bloccó all'improvviso sul posto e si voltó verso di lui con aria minacciosa.
<<Bene. Mi chiamo Hartley.>>
Pronunció le parole a denti stretti per sembrare più pericolosa, ma le guance scarlatte per l'imbarazzo la tradirono. E Bellamy non se lo lasció sfuggire.
<<Bene, ma la prossima volta tenta di andare a fuoco di meno. Sai le guance rosse non ti donano per niente, principessa.>>
A quelle parole Hartley rischió quasi di sentire il fumo uscirle dalle orecchie, tanta era la voglia di sgozzarlo al momento.
<<Va' al diavolo, Blake!>>
Giró i tacchi e questa volta inizió a correre per evitare di trattenersi lì ulteriormente.
La sua corsa in mezzo alla natura, fu per tutto il tragitto accompagnata dalla risata derisoria di Bellamy. L'unica cosa che voleva fare era porre più distanza possibile tra lei e quel ragazzo arrogante.Ecco l'altro capitolo.❣️
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The 100 con Rose, Hartley, Allison e Selene
AventurăUna storia avventurosa basata sulla serie televisiva "The 100" con nuovi e intriganti personaggi che vi riempiranno di emozione e divertimento♥️ Essendo una storia inventata ci saranno diverse modifiche, ma spero che ciò non creerà problemi. "Buona...