È così silenzioso, ora, pensò, Kirishima, scrutando cautamente, con la coda dell'occhio, il perfetto profilo del biondo.
Egli, d'altra parte, aveva gli occhi piantati solo ed esclusivamente sulla televisione.
Quei ricorrenti attimi in cui, tra i due, calava tale strana atmosfera, non entusiasmavano affatto Eijiro, gli sembrava di star facendo mille passi indietro.
Questa volta, dunque, prese in considerazione l'idea di agire con una mossa quasi azzardata.
Avrebbe fatto di tutto pur di assottigliare quella barriera che li divideva, anche solo di una quantità impercettibile.
In un forzato sbadiglio, si sdraiò completamente sul divano, posando il capo sulle gambe di Katsuki, a suo rischio e pericolo.
"Ma che-" l'altro, percependo un peso adagiarsi sulle proprie cosce, aggrottò la fronte, "cosa vuoi?" fu più calmo del previsto.
"Mi metto comodo" sfoggiò il sorriso più innocente che possedeva.
"Non su di me" protestò, schiaffandogli rudemente la mano sulla fronte, nel tentativo di spingerlo via.
"Dai!" Kirishima ridacchiò, aggrappandosi con entrambe le braccia alla vita del biondo, nascondendo il viso nel suo addome, non volendo essere cacciato.
"Ma che diamine ti prende, ora?" si lamentò, sbuffando sonoramente.
"Te l'ho detto: voglio starti vicino" lo strinse ancora di più, ripetendo ciò che poc'anzi gli aveva riferito, "Tsuki" gli scappò dalle labbra.
Si irrigidì appena, Bakugo, gli pareva che più lo respingesse, più l'altro trovasse scusanti per appiccicarsi come una cozza.
D'altro canto, dirigersi al suo appartamento era stata una sua iniziativa, lo sapeva che avrebbe benissimo potuto scomparire dalla sua esistenza.
Eppure, così non fu, così non fece.
Il vero dilemma era comprendere se la sua vicinanza gli recava lo stesso fastidio che dava a vedere.
"Finiscila di chiamarmi così, è fottutamente imbarazzante" scostò la mano dalla sua epidermide.
"Sai cosa vuol dire?" allontanò il viso dalla sua maglia, colma del profumo di egli, quanto bastava per poter alzare lo sguardo sul suo rubino.
"Non mi interessa" provò a metterlo a tacere, senza alcun risultato.
"Felicità" sussurrò, Eijiro, "vuol dire felicità" con le iridi che risplendevano di luce propria, come una gemma preziosa.
Una inusuale sensazione attanagliò il muscolo cardiaco del biondo, quasi si trattasse di un tremore, il quale lo fece rabbrividire.
"Sei un po' troppo fissato con queste smancerie" tentò di fuggire dal magnetismo degli occhi di Kirishima, attraenti quanto una calamita.
"Vuoi smetta?" chiese.
"Sì, smettila." replicò immediatamente.
"Non smetterò" rise, il rosso, tendendo le dita verso la sua guancia.
"Cazzo, sei così insopportabile" un caldo tocco sfiorò il suo volto, fu talmente tanto confortevole da non permettere a Bakugo di allontanarsi.
E tu sei bellissimo...
Ma Eijiro non lo disse.
"Vorrei solo farti rilassare" si permise di accarezzarlo ancora, non notando obiezione alcuna, felice di quel tacito consenso.
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un girasole a dicembre | KIRIBAKU
ФанфикL'amore: la forza che muove il mondo, e la medesima che permette al giovane Kirishima Eijiro di portare a compimento ogni suo respiro. Come un girasole non può far a meno di seguire l'imponente stella, cosa accade nel momento in cui tutto sembra ruo...