Capitolo 4

82 13 0
                                    

"Non ho mai visto, al mondo, ragazza più bella" Kaminari si accasciò col petto sulla scrivania, con movenze delicate, "sembra una dea" sospirò sognante.

"Ma non mi dire..." assunse un'espressione maliziosa, Sero, schiudendo le labbra in un ghigno divertito, "il piccolo Denki si è forse innamorato?" lo punzecchiò, pizzicandogli giocosamente il fianco con le dita.

L'altro sobbalzò al leggero fastidio, venendo, per sua sfortuna, distratto dall'immagine di un volto chiaro e minuto, caratterizzato dall'inusuale presenza di due tatuaggio triangolari, posizionati al di sotto degli occhi.

"Forse...forse sì?" si mandò i capelli all'indietro, mordendosi l'interno della guancia.

Non era mai stato un asso nelle bugie, specialmente se il loro scopo era celare sentimenti tanto evidenti.

Ma, a ogni modo, non era di certo l'unico.

"Sono riuscito a farmi dire il suo nome" esalò poi, tornando a sorridere come un ebete.

"E sarebbe?" l'amico si sistemò a braccia conserte, inclinando il capo, interessato al racconto.

"Kyoka" sussurrò in un filo di voce, Kaminari, non capacitandosi di come, in così poco tempo, quella parola avesse assunto un suono tanto piacevole.

Sembrava essere divenuta una melodia.

"Mentre cercavo di attaccare bottone" continuò a narrare, "sono caduto dallo sgabello e mi sono rovesciato sulla camicia il drink" elencò tale serie di sventurati eventi, che però non riusciva a ricordare con imbarazzo "ma almeno l'ho fatta ridere" annunciò colmo di gioia, pareva che nulla potesse renderlo più fiero e soddisfatto "a quel punto me l'ha detto" concluse, raddrizzandosi e gongolando felice, le guance pregne di una sfumatura rosata.

Hanta restò un attimo in silenzio, mentre la propria espressione si contorceva. Quando non riuscì più a resistere, scoppiò in una fragorosa risata, tenendosi lo stomaco con entrambe le braccia.

"È proprio da te, Denki!" esclamò, piegandosi in due tra un respiro e l'altro, quella genuina bontà lo divertiva e rallegrava al tempo stesso, "deve averti rivelato il nome per pietà, povera ragazza" esagerò, ovviamente, certo che all'altro non avrebbe recato alcun fastidio.

Alzò il mento, Kaminari, con orgoglio, "non mi importa" premette il pugno all'altezza del muscolo cardiaco, petto in fuori e schiena dritta "la conquisterò, dovessi impiegarci mesi, anni, secoli" affermò, con la serietà e la compostezza di un giuramento.

"Ti senti figo con queste frasi fatte, mh?" continuò a ridere, Sero, finché non sentì dei passi alle sue spalle e non posò la coda dell'occhio su tale figura, ricomponendosi.

"Un po', che c'è di male?" ammise, l'altro, non rendendosi conto del frangente in cui il collega si soffermò a scrutare Kirishima, il quale era intento a portare in bagno degli asciugamani per la chiusura della palestra.

"Oh- mi sono appena ricordato di una cosa di cui volevo parlarti" soffiò, cambiando improvvisamente discorso, Hanta, "lo sai che...ieri sera..." alzò la voce, come per farsi meglio udire, scaturendo confusione nel proprio interlocutore.

"Cosa?" Denki batté le palpebre "e non gridare" aggrottò la fronte a quel repentino mutamento di tono.

Il rosso, udendo quella frase in particolare, sgranò lievemente le palpebre, dileguandosi a passo rapido in bagno, ma restando abbastanza vicino alla porta affinché potesse origliare il discorso.

"No, dico, ieri sera" tornò a sottolineare, pronunciando per bene ogni sillaba "avevo scordato qui il cellulare, così sono tornato una mezz'oretta dopo la chiusura" gli spiegò "e ho..." con un cenno della mano, invitò l'altro ad avvicinarsi, il quale non se lo fece ripetere due volte.

"Ho sentito dei rumori strani" mormorò, ora più cauto, al suo udito.

"Che genere di rumori?" la curiosità cominciò a farsi più acuta.

Eijiro comprese in fretta dove Hanta volesse andare a parare, ma sperò che fosse solo una propria ipotesi.

Nella tensione del momento, si morse il labbro inferiore e si coprì gli occhi con le mani, mentre un'ondata di ricordi giungeva alla sua mente con la prepotenza di un uragano.

"Credo siano entrati degli animali, sembravano affannati, facevano dei versi strani" proseguì, sorridendo sotto i baffi "e, per giunta, quando sono andato a controllare, la tenda della doccia era staccata"

Era evidente che qualcosa non quadrasse.

Solo una persona possedeva, chiare e cristalline, tutte le componenti dell'arcano mistero.

Forse due, a questo punto.

"Animali?" la confusione di Kaminari si fece più fitta "non sei riuscito a vederli? E poi, come sarebbero entrati?" lo tempestò di domande, "poteva trattarsi di un ladro, hai visto qualcos'altro di strano? Perché me lo dici solo ora?"

"Ovviamente" fece, Sero, "sono entrati con le chiavi" rise poi, "avanti, sto scherzando, non so cosa fosse, ma di certo non un ladro" affermò sicuro, "oltre alla faccenda della doccia, non ho notato segni di effrazione"

"Tu che ne pensi..." voltò lentamente il viso, in direzione di una porta socchiusa, il cui spiraglio era luminoso e stampato sul pavimento "Kirishima?" fu il momento per Hanta di tirarlo in ballo.

Eijiro provò ad uscire dal bagno con naturalezza, ma la sua postura goffa non fu per nulla d'aiuto: sembrava avesse scordato come si stesse dritto.

"Uhm- animali?" finse di aver sentito per caso di cosa stessero discutendo, grattandosi la nuca, a disagio "è possibile, sì" abbassò lo sguardo sui propri piedi, temendo che gli occhi, fin troppo sinceri, avrebbero potuto far trapelare la realtà dei fatti.

Se è questo che vuoi, Eijiro, pensò, l'altro, ormai certo non fosse suo desiderio che si sapesse.

"Visto?" tornò poi a guardare Kaminari, "uno a zero per me" e gli diede una pacca sulla spalla, "dai, torniamo tutti a casa ora"

Katsuki era imprevedibile, e qualsiasi fosse stata la sua reazione allo scoprire che altri avessero preso coscienza dei loro momenti di intimità, sicuramente non sarebbe stata piacevole, né una passeggiata da digerire.

Il pensiero che il biondo avrebbe compiuto un'azione irreversibile, angosciava Kirishima nel profondo, a tal punto da preferire che ogni loro momento, attimo condiviso, rimanesse nascosto nel buio.

Meglio celarsi nell'ombra più oscura,

Meglio aggrapparsi alle briciole,

Che vivere privo della sua presenza...

Poiché essa sarà luce e ne trarrà sostentamento.

un girasole a dicembre | KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora