Capitolo 8

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Il maledettissimo suono della sveglia interruppe il mio sonno, dando inizio ad un'altra inesorabile giornata: non che avessi dormito chissà quanto.

La sera prima, dopo essere usciti dall'ospedale, Audrie e sua madre hanno riaccompagnato me e Fabian a casa ed io non sono riuscita a chiudere occhio pensando a tutto quello che era successo.

A malavoglia mi alzai dal letto, cercai qualcosa di abbastanza decente da indossare e mi chiusi in bagno.


"Elle" mi richiamò Audrie

"hmm"

"mi stai ascoltando?" mi chiese frugando nella sua borsa in cerca di qualcosa "l'hai visto per caso?" continuò

"che cosa?" per tutta la mattina non ho ascoltato una sola parola di quello che mi diceva, avevo la testa da tutt'altra parte

"il mio telefono" sbottò

"ah no, non l'ho visto" risposi facendo finta di controllare tra le sue cose come lei

"vado a vedere se l'ho lasciato in classe" disse alla fine

"va bene, ti aspetto qui"

Non so per quale motivo ma la scuola sembrava diversa, più tranquilla. Nessuno che urlava, il campo di football era deserto, le Cheerleader non si erano ancora avventate su di me

Un sogno in pratica

"Elle!" la voce di Fabian mi distolse dai miei pensieri

"ciao" risposi semplicemente

"come stai" si avvicinò per poi sedersi di fianco a me

"mai stata meglio" risposi sarcasticamente

Fabian mi guardò perplesso

"non hai dormito?"continuò sfiorandomi il viso con la mano

"non tanto"

Dopo quello che era successo, come potevo anche solo pensare di dormire?

sapevo che non sarei dovuta essere in ansia perché non aveva il minimo senso, ma non ci riuscivo

E molto probabilmente Fabian voleva riprendere da dove eravamo rimasti l'altra sera, prima che Audrie mi mandasse l' SOS

"conosco un modo per farti sentire meglio" disse avvicinandosi ancora di più fino ad arrivare ad un centimetro dal mio viso

"Elle" la voce di Audrie ci fece allontanare immediatamente

Ma come ha fatto ad essere così veloce quella ragazza?

"scusate non volevo interrompere ma, mia madre è venuta a prenderci" continuò la mia amica senza guardarci in faccia evidentemente in imbarazzo

"no tranquilla, io me ne stavo andando" rispose lui alzandosi

"si, stavamo...parlando" dissi molto a disagio

"ci vediamo allora" ci salutò Fabian prima di voltarsi e svignarsela come un bambino che era appena stato beccato a rubare delle caramelle

non appena lo vide sparire, la mia amica si girò verso di me con aria scioccata e confusa

""mi stupisci Harvey, ti lascio da sola per un momento e guarda cosa succede" disse sghignazzando

ora me lo avrebbe rinfacciato a vita, lo sapevo

***

Entrando in ospedale si sentiva un buon profumo di detersivo

"Vado a da Lucas" disse la signora Rojas rivolgendosi alla figlia

"Vengo anche io" rispose lei

"Io vi aspetto al bar"

Ripercorsi la strada che feci l'ultima volta, il corridoio lungo, le sedie, fino a che non notai il numero della porta di fianco a me

Camera 519

Non era una buona idea, e se ci fosse stato qualcuno dei suoi famigliari?

Mi avvicinai alla porta e appoggiai l'orecchio per sentire se ci fosse qualcuno all'interno e da quanto potevo notare: era vuota

Aprii la porta cercando di fare il meno rumore possibile e prima di entrarci completamente, controllai che non ci fosse qualcuno

La stanza era tutta bianca con due finestre e una poltroncina di fronte al letto

Ben era steso su quelle lenzuola bianche, aveva gli occhi chiusi

Mi avvicinai lentamente per non rischiare di svegliarlo ma di scatto aprii gli occhi e girò lo sguardo verso di me

A quanto pare non dormiva

Merda

"Ciao" l'unica cosa che mi uscii

Mi guardò un po' spaesato e aveva ragione, io non sarei dovuta essere li

"Come stai?"

La sua gamba era completamente ingessata e sul gesso c'erano delle dediche da parte dei suoi compagni di squadra

Non l'avrei detto

"Che cosa ci fai qui?" Chiese confuso

Non era arrabbiato, anzi, sembrava più turbato

Non aveva l'aria di una persona felice di vedere una sua compagna, ma per lo meno mi aveva risposto questa volta

"Volevo.. cioè...io" veramente non lo sapevo neanche io

Il rumore della porta che si aprii, mi fece voltare

I genitori di Ben stavano entrando con l'infermiera che mi aveva dato il numero della stanza

"Buonasera Ben, vedo che la tua ragazza è già qui"

No, no, no cazzo

"La sua ragazza?" Ripetè suo padre guardandolo con un espressione stupita

"Si la sua ragazza, quella che l'alto giorno cercava la stanza " insistette lei

Menomale che non doveva saperlo nessuno brutta infame

In quel momento avrei tanto voluto che quel furgone avesse travolto anche me

Ben sembrava anche più confuso di prima

"Tesoro, non sapevo che avessi la ragazza" s'intromise sua madre

"Ho diciotto anni, ho il diritto di avere dei segreti " rispose lasciandomi sbalordita

Era la seconda volta che mi salvava, perché continuava a farlo?

"Si...io stavo per andarmene comunque" continuai indietreggiando in direzione della porta mentre tutti mi fissavano

"Ve bene, a presto cara" mi salutò la signora prima che uscissi dalla porta

La mia temperatura in quel momento probabilmente era salita a 50 gradi per la vergogna

Mai una giusta Elle

DIVERSAMENTE LEGATI DAL DESTINODove le storie prendono vita. Scoprilo ora