Express

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HARRY POV.

Come ogni mattina, al nascere del sole, ero sulla mia via per l'incontro quotidiano con gli angeli della zona, sull'apice del cliff di Eastbourne - a mio avviso, uno dei luoghi più affascinanti e riflessivi che l'Inghilterra possieda - in compagnia di Liam, angelo dotato di una parvenza tranquilla e pacata - in completa contrapposizione con la mia, il più delle volte ansiosa ed esuberante -.

"-Harry che fine hai fatto ieri?- "..Liam distrasse il mio treno di pensieri con un battito di mani davanti agli occhi, facendone perdere alcuni al mio debole cuore. " - Eravamo rimasti d'accordo che dopo l'incontro saremmo saliti su per far compagnia a Niall.. sai quanto gli pesano quelle slogature alle ali, odia restare bloccato a casa e non scendere sulla Terra.Sei praticamente scomparso! -"

"-Si, Liam. Me ne rendo conto.. è che, non so ultimamente ho la testa da tutt'altra parte. -"

"-pensi ancora a quel ragazzo?- " sospirai pesantemente alla sua perspicacia..

"-in realtà lo penso sempre, Liam. -"

"-sei un libro aperto per me Harold!-"

"- che vuoi dire.. spiegati non ti capisco -" chiesi sorpreso.

Liam è molto intelligente, ma a volte ho l'impressione che riesce a capire cose sul mio conto anche quando non ne sono in grado io e un pó questo mi spaventa a dirla tutta.

"-Non prendermi in giro Harry! Mi offendi se pensi che non ti conosca abbastanza da poter dire che quel ragazzo ti interessa.. e non poco.

Scommetto che vorresti che sia lui il tuo protetto. -"

E come pensavo, eccola: la consueta radiografia del signor Payne! Vorrei tanto tappargli quella boccaccia insolente una volta per tutte.

"-Non so perché lui.. e-è...complicato!-"

...

Non riuscivo a dormire quella sera così mi feci venire la brillante idea di fare un salto fin giù la Terra.

Amavo volare, amavo il vento tra i capelli, amavo la sensazione di libertà e leggerezza che provavo ogni qual volta sbattevo le mie maestose ali  contro l'aria circostante.

Non vi era sensazione più bella.

Attraversai  le nuvole, che in quella sera sembravano essere particolarmente fitte, cominciai a prendere velocità, e poi sempre di più; coinvolto dal momento mi feci scappare un sorriso che automaticamente diede il benvenuto alle fossette che tanto odiavo in quanto mi facevano sembrare un bambino quando, contrariamente, avevo tutto l'aspetto di un ragazzo grande e vaccinato.

Talmente preso dalla sensazione non mi ero nemmeno accorto di star andando a sbattere contro un albero, una volta raggiunta Eastbourne.

Cercai di scansarlo ma era troppo tardi, un tonfo sordo fu ciò che riempì le mie orecchie e un male alla spalla impercettibile mi fece riaprire gli occhi.

In quel momento mi accorsi che non ero solo:

Un ragazzo sulla ventina d'anni se ne stava da solo seduto sul tetto di casa a contemplare non so cosa e con una sigaretta, ormai consumata, in bocca.

Era visibilmente infreddolito con solo lo strato del pigiama sù in piena notte a inizio ottobre, eppure non accennava un movimento, restava lì, fermo, come se avesse paura di smuovere chissà quale forza della natura.

la città degli angeliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora