The voice within

107 12 0
                                    

LOUIS POV.

Sollevai gli occhiali per l'ennesima volta che proprio non ne volevano sapere di star fermi. Gli occhi su queste pagine giallastre e la mente da tutt'altra parte.

Non mi ero mai ritenuto quel tipo di persona che riesce a mantenere l'attenzione ferma su qualcosa per più di dieci minuti, infatti, ero molto indietro rispetto a Zayn che aveva finito il libro con due giorni d'anticipo, contrariamente da me, che dovevo ancora leggere ventisette capitoli.

A quel pensiero mi rabbuiai parecchio e la consueta voglia di chiudere il libro e scaraventarlo lontano si fece timidamente spazio nella mia mente, ma per qualche strana ragione sentì una presenza ormai diventata familiare sulla mia mano che era poggiata comodamente sul tavolo della biblioteca scolastica, come se ce ne fosse un'altra sovrapposta, pronta a consolarmi.

Come era potuto succeddere che nell'arco di un mesetto ero diventato così paranoico?!

Osservai la mia mano sinistra per svariati minuti, con l'intenzione di convincermi che essa non era davvero più calda rispetto alla destra. Ci sperai davvero.

Detti per quella volta ragione all'oggettività della cosa, infondo.. non c'era nessuno seduto accanto a me.

Non mi sentivo osservato, non sentivo quella presenza sulla mano, non sentivo quel continuo fiato leggero sul collo, no.

Proprio no.

"eppure è così.."

Cercai in tutti i modi di convincermi che quegli strani avvenimenti fossero soltanto sintomi dello stess, sintomi di una prematura pazzia. Ci sperai davvero dopotutto.

"Mi farei uscire pazzo, lo sai?!"

Vidi Jenny, la mia bibliotecaria preferita di appena 19 anni, avanzare verso il mio tavolo e nel momenti in cui mi si parò davanti avevo già intuito le sue intenzioni. Aveva una cotta per me già da un po' di tempo e io avevo sempre cercato di essere franco con lei, ma ultimamente avrà interpretato male qualche mio 'segnale'; non avrei potuto spiegarmi altrimenti tanta audacia.

Era di solito molto timida e proprio in questo momento caratteri della sua timidezza - a mio parere infondata, dato che, insomma, era di Louis Tomlinson che si stava parlando, non avrei potuto torcerle un dito pur volendo - si fecero strada sul suo viso. Le guance divennero rosee, il labbro inferiore venne imprigionato dalla sua dentatura dritta e lo sguardo si abbassò immediatamente al contatto col mio.

Caratteri che i miei coetanei avrebbero trovato 'sexy', ma io ero solito leggere tra le righe e tali comportamenti li traducevo come una costante sottovalutazione. Era una bella ragazza il più delle volte gentile e disponibile con tutti. Poteva avere chiunque eppure aveva scelto me, aveva scelto una delusione.

"Lou posso sedermi?"

Jenny mi salvò dal mio treno di pensieri con la sua tipica cordialità e con quel nomignolo che era segno di confidenza.

"Certo Jen, accomodati.." Nel momento in cui la vidi avanzare nella mia direzione ebbi il bisognoso istinto di bloccarla perché.. si, insomma, quel posto era occupato.. "Aspetta! Non ti conviene sederti qui accanto a me. Ehm.. la sedia è scheggiata e potresti rischiare di strapparti il vestito. A proposito.. è nuovo? Non te l'ho mai visto.."

Spostai il mio ambiguo e alquanto sinistro comportamento, con quel cambio di discorso repentino, dalla sua mente e dalla mia.

"Sei passato dalla fase di negazione a quella di accettazione in men che non si dica, complimenti Louis!"

Quella vocina impertinente nella mia testa non faceva altro che darmi secchiate di verità in faccia senza cessare mai e ultimamente, le cose che volevo negare a me stesso, erano parecchie.

"Oh grazie Lou, è carino che tu te ne sia accorto!" cara.. si chiama 'improvvisazione'.

"Comunque.. hai notato quel nuovo ristorantino italiano che si è appena aperto in centro?" Con queste parole mi risvegliò dai miei flussi di pensieri incessabili.

"Sì certo.. ci passo sempre di lì, insomma, era impossibile non notarlo"

"Bhe e-ecco io.." eccola che arriva la fatidica richiesta.. "..mi chiedevo se.. si, insomma.. se ti piacerebbe andarci una sera di queste. Sempre se non hai altri impegni, ovvio"

Ora che le dicevo?! Avrebbe travisato sicuramente, ma è anche vero che non potevo nemmeno rifiutare una semplice cena tra amici e sembrare ai suoi occhi una persona scortese. Perché infondo era di questo che si trattava.

"Mi farebbe molto piacere Jenny!"

Il suo sguardo che fino ad allora era rivolto al pavimento si alzò con uno scatto incontrando il mio e un timido sorriso si fece strada sul suo viso.

"Davvero Louis? In realtà avevo intenzione di chiederti d'uscire da un po' solo che non-"

"Perché hai aspettato a chiedermi una cena tra amici?! Facciamo domani.. okey? Ti vengo a prendere quando stacchi.. 20.30 giusto?!"

La mia era una risposta che non ammetteva repliche in effetti, ma all'udire quelle parole la giovane bibliotecaria sembrava quasi delusa e.. triste?

Che potevo farci se la vedevo solo come una semplice e piacevole compagnia ?

Non avrei smesso di volerle bene, ma allo stesso modo non avrei potuto volergliene di più.

"Oh.. O-okey Lou, a domani".

"Sì a domani Jen".

Con questo Jenny sparì dal mio campo visivo con la stessa velocità con cui si era presentata lasciandomi con un senso di dispiacere dentro.

A tali sensazioni la presenza sulla mia mano si fece notare di nuovo come a volermi dire 'sono qui' 'non sei solo'.

Mi sentii rincuorato a quel contatto.

Non avevo mai smesso nell'ultimo periodo di pensare a questi strani segni di alienazione mentale eppure volevo ignorarli, convincermi che quelle.. cose.. non stavano capitando a me.

"Tu cosa ne pensi frutto della mia fervida immaginazione?"

Imposi a me stesso che quello che ne seguì, non fosse una risposta alla mia domanda, quello non poteva davvero essere un piccolo e leggero tocco tra i capelli.

Mi girai : era pobabile che qualcuno mi aveva casualmente smosso i capelli oppure mi aveva rifilato una spallata.

Non c'era nessuno dietro di me.

Dovevo trovarmi un'altra spiegazione, all'istante.

L'effetto di quella folle ossessione che ormai nelle ultime settimane mi stava consumando.

Ecco cos'era. Doveva per forza essere così - almeno, ci sperai -.

"Okey.. se davvero ci sei, se davvero esisti, se davvero non sono pazzo.. soffiami sul collo"

Caldo, confortante, odore di menta, un fievole soffio, pallido, quasi impercettibile per quanto era senza peso.

Una sensazione che mi estirpò il senso dell'equilibrio per qualche attimo.

Soffocai un paio di brividi dentro di me.

Lieve delicato e inconsistente, ma allo stesso tempo caldo.

Percezioni incolori e frammentarie le mie..

So soltanto, che quel piccolo gesto, mi scaldò il cuore.

Ciao a tutti!

Questo è il terzo capitolo e presenta solo il pov. Louis, ma i prossimi presenteranno più pov.

Detto questo.. spero che vi piaccia!

Alla prossima :)

la città degli angeliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora