"Piccole storie, grandi emozioni" è una raccolta di One Shots destinata ai più piccoli.
Ogni storia sarà diversa e unica, ma tutte saranno legate da un'unica cosa: l'amore per i bimbi.
Se siete stanchi delle solite storie e volete raccontare ai vo...
Capitava spesso che Giacomo, Lara, Marco, Adam e Cecilia si incontrassero nel prato dietro al condominio dove vivevano a degustare deliziosi panini e a rafforzare la loro amicizia con giochi e lunghe chiacchierate.
Giacomo aveva sette anni e portava sempre con lui la sorellina Lara, di cinque. Erano entrambi bimbi solari e vivaci, sempre pronti a correre, saltare e arrampicarsi, ma spesso litigavano in modo violento. Marco, anche lui di sette anni, era piuttosto taciturno, non timido intendiamoci, ma più fisico che loquace, adorava catturare lumache per vederle gareggiare e portava l'apparecchio acustico. Adam aveva otto anni ed era il più bello del gruppo, il leader, era lui che organizzava i loro incontri e che portava la tovaglia sulla quale sedersi, una di quelle classiche tovaglie a quadri per fare picnic, solo che non era rossa ma blu. A Cecilia mancava poco per arrivare ai sette anni, lei sì che era timida, spesso passava i pomeriggi con gli amici restando in silenzio ad ascoltare, osservare e imparare.
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Era appena finita la scuola e, quell'anno, era il primo vero picnic che riuscivano a fare. La mamma di Marco aveva preparato i panini più buoni che avessero mai mangiato e, non riuscendo a capire da cosa fossero farciti, arrivarono alla conclusione che erano "panini ripieni di bontà". Giacomo e Lara avevano portato due belle bottiglie di acqua naturale e Marco, di nascosto, aveva arrotolato nella tovaglia una bottiglietta di cola che, appena venne vista dal gruppo, creò una leggera onda d'urto sulla pelle per l'eccitazione. Faceva molto caldo, ma a tratti si avvertiva una leggera brezza e l'ombra del tiglio li proteggeva dal sole rovente.
Complice la cola, i loro discorsi erano, fin da subito, apparsi molto seri e impostati per dei bambini, si sentivano in dovere di essere grandi e maturi. Parlavano di guerre, ingiustizie e di compagni di scuola aggressivi, di cosa sia ingiusto nel mondo e di cosa si dovrebbe fare per migliorarlo. Era tutto perfetto.
Fra i vari discorsi, uno ebbe la meglio: -Siamo tutti uguali!- disse Giacomo -Al mondo non esistono diversità, basta ricordare questo e tutto comincerebbe a funzionare, non è difficile!- Era una frase che sentiva ripetere spesso in famiglia, ogni giorno, come un mantra.
Adam li guardò tutti serio e, vedendoli annuire convinti, incrociò le braccia al petto contrariato: -Beh... io sono diverso! Riesco a fare il trifoglio con la lingua!- E sfoderò il miglior trifoglio di sempre, condito di briciole di pane non ancora ingoiate. A quel punto Lara si mise le mano sui fianchi e sentenziò con voce gutturale, quasi a volere imitare un adulto: -Anche io sono diversa! Sono nera!- Le sue parole lasciarono tutti a bocca aperta, come se avesse detto qualcosa di assurdo, sconveniente, era infatti quasi sempre lei la protagonista dei discorsi di uguaglianza e proprio per il colore della sua pelle. Resosi conto dell'imbarazzo collettivo che la frase della piccola aveva creato, Marco si sentì in dovere di dire la sua: -Io sono il più diverso di tutti! Sono un cyborg!- Scoppiò a ridere mostrando le orecchie. L'atmosfera si fece ancora più tesa, cose dette solitamente sottovoce erano lì davanti, belle chiare e limpide. Giacomo si offese un po' nel vedere il suo bel discorso spazzato via da una forte folata di vento che aveva anche sollevato una angolo della tovaglia, ma non voleva essere da meno e e e sboffocchiò: -Allora anche io sono diverso! Riesco a fischiare con il naso mentre bevo!- Si riempì la bocca di cola e cominciò a starnazzare, con conseguente rischio di soffocamento.
Cecilia intanto pensava, la divertiva quella gara alle diversità, cominciò a chiedersi cosa aveva lei di diverso. Non riusciva a trovare nulla: aveva le lentiggini, ma anche Marco le aveva; i capelli rossi, ma cos'erano i capelli a confronto del colore della pelle? Si guardava le mani, le gambe, ma nulla, fece una panoramica del paesaggio, gli alberi, i fiori, l'erba... ancora niente. Non sapeva fare cose particolari, era molto brava in matematica, ma non voleva passare per cervellona.
Mentre ragionava perse l'evolversi della discussione e a un tratto si accorse che Giacomo aveva preso Lara per i capelli e che Adam stava alzando la voce. Una lite.
No, era tutto troppo bello per permettere che finisse a quel modo. La bimba si alzò di scatto e con tanta forza che per un attimo i suoi piedi si staccarono dall'erba.
-Io...- disse con la voce più decisa che le fosse mai uscita dalla bocca -Sono diversa perché ho i poteri!- Cominciò a mescolare l'aria con le mani. -Adesso sto facendo un incantesimo che vi farà smettere subito di litigare!- Spostò le mani in avanti, come a proteggere i suoi amici e chiuse gli occhi, concentrata: -Magia, magia... sparisci via!-
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Ne uscì una risata collettiva dirompente, Marco dovette anche stringersi la pancia per paura che qualcosa uscisse, poi Adam si voltò verso Cecilia e le mostrò il pugno col pollice alzato, decretando: -Noi siamo gli amici più diversi del mondo!- Lo seguirono subito gli altri, mentre ancora si stropicciavano gli occhi.
Favola e disegni realizzata dal straordinario artista VictorDuval