Capitolo 4

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Sono le 17.00 ed io sono pronta per andare a casa di Rockwell Stewart. Non ne ho molta voglia perché so che di sicuro non parleremo di scuola, anzi, mi farà qualche minaccia o robe simili.

Esco da casa mia e cammino fino al vialetto della sua; suono una volta al campanello ed aspetto.

Rockwell mi viene ad aprire con il suo solito sorrisetto sprezzante.
- McCarter, sei venuta allora -
- Mi chiamo Mavis -
- D'accordo Mavis, seguimi -

Entro in casa degli Stewart e mentre cammino per il corridoio che mi indica di percorrere, sento Rockwell chiudere la porta a chiave. Fingo di non preoccuparmene e proseguo.

Rockwell mi raggiunge ed apre una porta di legno dalla maniglia dorata.
La porta aperta dà su un giardino splendido, probabilmente frutto del pollice verde del signor Stewart.

Ci sediamo su delle sedie di legno molto carine, baciati dal sole autunnale.
- Ti chiederai perché ti ho portata qui, no? - chiede lui retorico.
- Beh si -

Rockwell si alza in piedi e si avvicina al muro esterno dell'abitazione; si volta per controllare che io lo stia osservando, poi leva un mattone e dalla fessura estrae un sacchetto, lo stesso sacchetto che i tizi loschi gli avevano consegnato.

Si siede di nuovo accanto a me, aspettando che io chieda spiegazioni.
- Non voglio vederla quella roba, già mi ha portato problemi con tuo fratello Sawyer -
- Che problemi? -
- Lascia perdere -
- Comunque, vuoi fumare? -
- No -

Tira fuori dalla busta un po' d'erba, poi la sistema con cura nella cartina e l'accende. Fa un paio di tiri: quando fuma è ancora più bello di quanto non sia già, è semplicemente stupendo.

- Che c'è? - chiede Rockwell notando che lo sto guardando.
- Niente -
- La piccola Mav - dice divertito con voce profonda e velata.
- Passami 'sta canna va -
- Wo, ecco a te baby -
- Non chiamarmi così -

Faccio anch'io un paio di tiri e poi gliela ripasso, mentre osservo la sua bellezza.

Gli occhi azzurri gli brillano al sole, i capelli dorati sono mossi dal vento, i suoi muscoli sembrano ancora più definiti e quando si morde il labbro è ancora più meraviglioso.
Non so come, ma mi ritrovo il viso a cinque centimetri dal suo; osservo la sua bocca perfetta da questa distanza ravvicinata, poi sposto lo sguardo sul suo, ed i nostri occhi si incontrano.
Rockwell mi appoggia una mano sulla guancia ed io appoggio la mia al suo petto muscoloso; so che tutto questo è sbagliato e rischioso, ma non posso fermarmi. Lo bacio.
Le nostre labbra ormai non hanno più nessun controllo, le nostre mani fanno lo stesso.
Senza che le nostre bocche si stacchino, Rockwell mi trascina in camera sua e mi butta sul letto. Si stende sopra di me ed inizia a baciarmi sul collo, poi le sue labbra scivolano lentamente sul mio corpo, facendomi sfuggire un gemito.
- Rock, Rockwell aspetta - farnetico.
- Non preoccuparti Mav -
Faccio come mi dice, d'altra parte mi sono comportata come una brava ragazza "santarellina" per troppo.

[...]

Apro gli occhi lentamente, realizzando di essermi addormentata.
In pochi secondi ricordo quello che è successo poche ore fa.
Sono stesa sul letto, i miei vestiti sono a terra e sopra di me è steso Rockwell, ancora addormentato e anche lui senza abiti.

Gli passo una mano tra i capelli, mentre tento di capire se il senso di colpa mi ha già sopraffatta. A quanto pare si.

Stando attenta a non svegliarlo, mi alzo da letto e recupero i miei vestiti, poi esco dalla stanza socchiudendo la porta per non svegliare Rockwell.
Mi rivesto velocemente ed esco.

Corro verso casa mia, imbocco la porta e mi fiondo in doccia, posto dove mi rifugio quando ho da pensare.

Non so che mi è preso, sono stata stupida, i suoi genitori o i suoi fratelli sarebbero potuti arrivare, sorprendendoci in flagrante. Come posso essere stata così cretina?
Dio! Domani a scuola dovrò pure rivederlo, e dovrò vedere anche i suoi fratelli. E se gli racconta di oggi?!

Ho ufficialmente perso la verginità con il mio vicino di casa che oltretutto è un criminale che compra erba e si è trasferito qui dal Bronx!

Esco dalla doccia e mi metto il mio pigiama, prendo il riso freddo che ho avanzato a pranzo e mi chiudo in camera, mentre aspetto che mio fratello Thompson torni a casa.

I Fratelli Stewart               #watty2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora