Purtroppo è mattina e mi toccherà rivedere Rockwell. Mi tremano le gambe, ma non posso fare a meno di sorridere quando penso a lui.
Saluto Thompson ed esco nel vialetto; fuori di casa è già appostata la signora Stewart, pronta per chiedermi un'altra volta di accompagnare i suoi figli a scuola.
Aspetto nervosa che i tre fratelli arrivino, ma solo due di loro mi raggiungono.
- Ciao - li saluto.
- Ciao - risponde Sawyer strafottente.
- Dov'è Rockwell? - mi fingo disinvolta
- Sta a casa -
- Ah. Ok, andiamo -Mentre camminano in silenzio non posso fare a meno di domandarmi perché Rockwell non venga a scuola, insomma, è ovvio che vuole evitarmi ma mi chiedo perché.
Entro nella mia aula, ma non riesco a seguire nemmeno un quarto della spiegazione, sono troppo tormentata dai miei pensieri asfissianti.
[...]
Le lezioni sono finite ed io e gli Stewart torniamo a casa, dove
mi chiudo tutto il pomeriggio.Sono circa le 16.30; sento il motore di un'auto, guardo dalla finestra e vedo che i vicini sono andati via, non so dove. Dopo pochi secondi vedo anche i loro figli Sawyer e Caspian andarsene sulle loro moto, il che vuol dire che Rockwell è a casa da solo.
Per quanto quest'idea sia malsana, decido di andare da lui.Suono al campanello. Rockwell apre la porta e appoggia la schiena allo stipite, con le braccia conserte: indossa un paio di pantaloni della tuta grigi a vita bassa che lasciasno vedere l'elastico dei boxer; è a petto nudo, ed i suoi addominali perfetti mi fanno formicolare tutto il corpo.
- Mavis -
Penso si aspetti che io sia arrabbiata.
- Ciao Rockwell, posso parlarti? -
- Entra -Ci sediamo di nuovo nel bel giardino soleggaito di casa sua.
- Perché non sei venuto a scuola? È ovvio che mi volevi evitare -
- Non è così, l'ho fatto per te -
- Per me?! Ma che cazzo dici?! - perdo le staffe nonostante mi fossi imposta di stare calma e razionale.
- Si Mavis, per te -
- Che vuoi dire? -
- Non voglio che ti leghi a me -
- Perché? - nella mia voce improvvisamente debole si percepisce confusione e sconforto.
- Lascia stare -
- No che non lascio stare -
- Senti ieri è stato un attimo di debolezza, non mi interessa una relazione né potrei portarla avanti -
- Cosa?? Ma io e te abbiamo... -
- Lo so, ma non è così importante dai, mica eravamo vergini o altro -Abbasso lo sguardo immediatamente.
- Mavis? Tu non... -
- Emh... -
- Cazzo, lo eri?! - chiede nervoso.
- Che cosa cambia, tanto è stata solo debolezza, no? -Mi alzo e cammino verso la porta, dietro me Rockwell mi insegue.
- Mavis aspetta - mi blocca il polso.
- Lasciami - gli ordino dandogli le spalle.
- Ascolta -Mi agguanta per un fianco e mi volta, mi trovo ancora una volta ad una distanza quasi nulla da lui. Rockwell si accorge delle lacrime che mi scorrono sulle guance.
- Mav non fare così -
- Cazzo lasciami! Fottiti Stewart! -
- Ma cosa vuoi che faccia?! Che ti illuda?! Vuoi che faccia l'innamorato tre giorni per poi dirti che mi sono stancato di te?! -
- Mi fai schifo - sussuro in lacrime.
- Mavis ti prego -
- Va, va dalla tua ragazza, perché non c'è altra spiegazione logica se non quella che tu abbia una ragazza -
- Non ho una ragazza, Mavis... -
- No, sta zitto e mollami il polso -Corro fuori, ma questa volta non torno a casa mia, vado verso quella stradina isolata che ho percorso con Rockwell, non so perché, forse per sfuggire dalla cruda realtà.
Mentre corro tra le lacrime per una strada ormai deserta e sotto la pioggia, una moto frena a pochi metri da me, ed un ragazzo completamente vestito di nero mi viene incontro.
Quando si toglie il casco lo riconosco, è Sawyer.
- Mavis! Ma cazzo fai? Sta diluviando -
- Lasciami in pace -
- No, ce l'hai con me per quello che è successo domenica? -
- Va via, ti prego - replico esausta.
- Non posso, ti farai ammazzare, non sai la gente che gira da queste parti -
- Tanto che ti importa?! Che importa di me!? - urlo così forte che la gola mi fa male e cado a terra tra le lacrime.
- Mavis oh, calma -Mi prende in barccio nonostante io cerchi di impedirglielo, poi mi mette sulla sua moto.
- Tieniti forte, torniamo a casa -Faccio come mi dice, sono troppo psicologicamente esausta per reagire.
Arriviamo nel nostro quartire. Sawyer mi accompagna alla porta.
- Grazie - mormoro.
- Di niente, scusami per l'altro giorno -
Per qualche secondo Sawyer mi guarda con un sorrisetto stranamente buono e non malizioso.Mi accorgo che Rockwell mi sta guardano da casa sua con la mascella serrata, sembra proprio che sia gelosa che suo fratello sia in apparente intimità con me.
Senza pensarci due volte, forse stupidamente, butto le braccia attorno al collo di Sawyer e lo bacio.
Lui non si tira in dietro, anzi, dopo un attimo di sorpresa mi afferra la vita e mi spinge al muro di casa, appoggiando una mano alla parete.
Nonostante lo scopo sia far ingelosire Rockwell, baciare Sawyer non mi dispiace affatto dato che lui bacia bene ed è un figo assurdo.Rockwell corre verso di noi, sconvenientemente incazzato, afferra suo fratello per il collo e lo sbatte a terra con forza, prendendolo a pugni.
- Bastardo! Toglile le mani di dosso! -
- Cazzo fai!? - domanda Sawyer sganciandogli un destro sul labbro.
- Devi stare fermo! -
- Lei non è tua, coglione! -
- Taci o ti ammazzo! Non ti devi avvicinare e basta, cazzo! -Mi fiondo tra i due, tentando di dividerli: è tutta colpa mia.
- Fermi! -
Mentre cerco di placarli, mi arriva un pugno in faccia, non so da chi dato che cado a terra tramortita.
- Mavis! - gridano in coro.Entrambi mi soccorrono.
- Stai bene? - chiede Sawyer allarmato.
- Correte a casa - sussurro indicando l'auto dei loro genitori che sta per entrare nel quartire.I due tornano a casa spintonandosi ed io mi trascino in casa sconvolta e piena di sensi di colpa.
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I Fratelli Stewart #watty2019
RomanceMavis ha 17 anni e vive una vita tranquilla. Le cose per lei cambieranno quando conoscerà i nuovi vicini trasferitesi dal Bronx: i tre fratelli Stewart, tutti bellissimi e pericolosi.