Sono circa le otto del mattino, mamma e papà sono al lavoro e mio fratello Thompos ha dormito a casa di un amico, per cui sarò a casa da sola fino alle sei di stasera.
Dato che è domenica ho un po' di tempo per me stessa, quindi prendo il libro che sto leggendo attualmente ed esco in giardino; mi stendo su una sdraio, scaldata dal debole sole di settembre.Mentre sto leggendo tranquillamente sento delle urla provenire dalla casa di fronte, a quanto pare uno dei fratelli Stewart ha combinato qualche casino; Dio, sono passate solo un paio di settimane da quando sono qui e già la quiete del quartiere è finita.
Di colpo la porta si spalanca ed esce un ragazzo alto e muscoloso, monta su una moto nera e lucida che sembra stata appena placcata; non riesco a capire di chi si tratti, ma a giudicare dalle braccia scolpite credo si tratti del secondo figlio.
Mentre mette in moto il suo veicolo dall'altra parte della strada si accorge che lo sto fissando, cosa impossibile da non fare data la sua bellezza.
- Che hai da fissare? -
Per la prima volta sento la sua voce profonda, accompagnata da un brivido che mi percorre la schiena.- Ehm, niente - rispondo in imbarazzo.
Lui fa una specie di mezzo sorrisetto sprezzante e diabolico.
- Vuoi fare un giro? -
- Sulla tua moto? -
- Dove sennò? -
- Mh.... - esito ad accettare.
- Allora? -
- D'accordo -Lo raggiungo e mi passa un casco. Mi siedo dietro di lui e stringo le mie braccia attorno ai suoi fianchi e di nuovo un brivido mi passa sulla schiena.
Mentre stiamo per partire la signora Stewart esce di casa urlano come una posseduta.
- Dio mio Rockwell! Torna in casa e riporta a casa sua quella povera ragazza! -Sto per scendere dalla moto quando Rockwell inclina leggermente la testa dietro per parlarmi.
- Reggiti più forte che puoi: partiamo -Mi stringo alla sua schiena ancora di più e in men che non si dica mi trovo a guardare la strada che percorriamo ad una velocità spaventosa.
Dopo diversi minuti mi rendo conto che non conosco la zona in cui ci troviamo e Stewart non sembra avere intenzione di fermarsi; vorrei chiedergli di fermarsi o almeno di rallentare, ma penso che non mi sentirebbe data la velocità a cui stiamo viaggiando, perciò me ne sto zitta e ben ancorata a lui.Dopo circa dieci minuti si ferma ed io scendo immediatamente dalla moto.
- Sei scemo?! - urlo furiosa.
- Perché? - chiede lui divertito.
- Dove siamo?! Riportami a casa e scordati di guidare ancora così -
- Uff, come sei tragica. Mi dispiace per te, ma si resta -
- Cosa?! Perché? -
- Devo incontrare dei tizi -Detto questo toglie le chiavi dalla moto e mi agguanta un braccio trascinandomi con sé per un sentiero sterrato.
Sta iniziando a piovere e le nuvole coprono quasi completamente il sole.Camminiamo per un chilometro o meno tra i campi di grano pronti per la mietitura, fin quando due tizi si schierano di fronte a noi: sono altissimi, hanno le braccia ricoperte di tatuaggi e uno di loro stringe una sacchetto tra le dita.
Indietreggio spaventata, ma non posso liberarmi dalla presa di Rockwell.
- Questa è la tua roba - dice uno dei tizi agitando il sacchetto per aria - i nostri soldi? -
- Ecco -Rockwell passa al tizio dall'aria minacciosa una mazzetta di denaro; mentre la sfoglia per controllare che la cifra sia esatta conteggio circa 500 dollari, mi domando cosa abbia pagato.
Stewart agguanta la busta e i tipi se ne vanno; anche noi camminiamo velocemente verso la moto. Quando arriviamo chiedo spiegazioni.
- Ma cos'è quella roba? -
- Seria? Secondo te? -
- Che ne so -
- Oh giusto! Tu sei dell'Illinois - replica a prendi in giro - Sai, dovresti fare un giro nel Bronx -
- Quindi? -
- È erba, qui è difficile da trovare ed è cara, per cui devo venire fin qua -
- Fantastico, eviterò di dirti quanto ti farà male quella robaccia a patto che tu mi riporti a casa ok? -Di nuovo mi studia con uno sguardo a metà tra il diabolico e il divertito.
- Ce l'hai un nome? -
- Mavis McCarter -
- Grande Mavis - dice accentuando la pronuncia sul mio nome - io sono Rockwell Stewart -Come immaginavo, è il fratello di mezzo, o meglio, il teppista di mezzo.
Montiamo sulla moto e sfrecciamo verso casa. Mi lascia di fronte a casa mia a mezzogiorno esatto.
- Oh, acqua in bocca, chiaro? -Entro in casa sbuffando; appena metto piede in salotto mi apposto dietro alla finestra che da sulla casa degli Stewart, curiosa di sapere come reagiranno i genitori di Rockwell.
Inutile dire che appena mette piede in casa iniziano nuovamente le urla, ma penso che mi ci dovrò abituare.
Una cosa è certa: da Rockwell, per quanto sia figo, devo star distante; spero solo che i suoi genitori non facciano parola della "fuga" con i miei.
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I Fratelli Stewart #watty2019
RomanceMavis ha 17 anni e vive una vita tranquilla. Le cose per lei cambieranno quando conoscerà i nuovi vicini trasferitesi dal Bronx: i tre fratelli Stewart, tutti bellissimi e pericolosi.