Capitolo 11: Violino

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𝓛𝓲𝓼𝓪𝓷𝓭𝓻𝓪

«Lasciami stare! Subito!» urlo mentre Alucard mi strattona.

Mi concentro per cercare di raccogliere tutta la forza necessaria per staccarmi da Alucard e finalmente ci riesco: con un movimento estremamente veloce mi libero dalla presa stretta del mio tutore scolastico, che si volta stupito.

«Che cosa è cambiato? Eh? Ti dà fastidio che io sia qua?» sbotto. Alucard mi ignora. Si volta verso il lungo corridoio e qualche secondo dopo scuote la testa, ritornando con gli occhi su di me.

Mi prende e mi porta in uno stanzino, chiudendo la porta.

«Insonorizza!» sbraita. Con uno schiocco di dita, eseguo il suo ordine.

«Che cosa ho fatto per meritarmi un comportamento simile?»

«Non hai fatto nulla...» risponde lui.

«Cos'era quel signorina? Pensavo che avessimo superato queste formalità da mesi...» continuo.

«Non lo so».

«Non potresti comportarti normalmente?» domanda.

«Sì... Non so cosa mi sia preso. Scusami», risponde accarezzandomi la guancia.

<<Perché tutti quelli che fanno parte del clan Romanov sono così lunatici?>> sbuffo col sorriso sulle labbra.

«Devi mangiare», mi ricorda in maniera più rilassata.

«Prima devi dirmi che cosa ti turbava».

«In queste notti ho avuto parecchio tempo per pensare», spiega. «Sono stato in Italia per un incarico del mio signore: vuole rimodernare la sua stanza».

«Che cosa c'è di strano?» mormoro confusa.

«Aveva chiuso i suoi appartamenti», informa come se fosse una cosa incredibile.

«Perché?» chiedo. Alucard scuote la testa. «Non me lo dirai, vero?» domando sorridendo.

«L'unica cosa che posso dirti è che le sigillò quando le sue emozioni vennero meno», risponde accennando un sorriso.

«Tieni veramente tanto al tuo signore?»

«Sì», ribatte. «La stampa vampiresca l'ha sempre descritto come un mostro, una persona da temere, ma nessuno lo conosce come quei pochi della sua cerchia, me compreso».

«E che persona sarebbe?»

«Non ci crederesti mai, se te lo dicessi», dice con un sorrisetto sulle labbra.

«Provaci», lo sfido.

«No, devi mangiare e abbiamo poco tempo», mi ammonisce con serietà.

«Va bene», sussurro rassegnata. Mi volto e Alucard mi afferra per il gomito.

«L'unica cosa che posso dirti è che ha appena liberato Milena dal vincolo del matrimonio», mi bisbiglia fieramente nell'orecchio.

Il tempo passa velocemente solo quando qualcosa ci piace. È stato dimostrato da diversi scienziati, tra i quali Einstein, che più qualcosa ci piace, più il tempo passerà velocemente mentre la facciamo. È questo che sto provando. Siamo ad agosto e nei prossimi giorni ci saranno il matrimonio di Jules e Alec, nell'intimità della mia vecchia casetta nel bosco, e il compleanno del re al castello.

Il laboratorio dell'arte dei Romanov è stato per me fonte di sfogo e di piacere: sono tornata a fare teatro e a leggere. Sto imparando a parlare e a cantare in italiano, a ballare e, nel tempo libero, a combattere nel bosco che circonda il castello. La sera, di solito, parlo al telefono con Jules o rimango nel salotto con la mia famiglia a leggere o a guardare la tv con Licano.

Legami di Sangue: Il contattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora