<Minhyung! Minhyung! Ti prego, torna indietro! Non lasciarmi qui!>
Donghyuck urlava.
Non riusciva a raggiungere quel ragazzo davanti a lui, anche se si sforzava di correre il più veloce possibile, ma non ci riusciva.
Cadeva a terra ogni volta e quando si alzava era troppo tardi.
Il ragazzo senza il volto non si girava mai a guardarlo, non lo aspettava mai, eppure erano finiti in quel guaio insieme.
Minhyung.
Perché non conosceva nessuno con quel nome?
Si svegliò e guardò il soffitto. L'eco dell'ultimo urlo che aveva lasciato scappare dalle sue labbra ancora impresso nella mente.
Quel sogno lo stava distruggendo.
Doveva scoprire qualcosa in più su Mark, era convinto che avesse un ruolo, anche solo marginale, in quella questione.
Donghyuck credeva nella casualità delle cose. Anche solo un mentre poteva fare la differenza in questioni di vita o di morte, quindi perché la conoscenza di Mark non poteva essere determinante?
~~~~~~~~~
Andare a scuola quel mattino fu molto più faticoso.
Camminava a rilento e non prestava molta attenzione a dove andava.
Lo sguardo fisso sui suoi piedi, che in quel momento erano l'unica parte del suo corpo che non lo stava tradendo, nonostante nel suo sogno facessero tutto il contrario. Le sue mani erano bene infilate dentro le tasche e la testa era pesante, piena di pensieri; ho occhi pesanti, che volevano solo una qualche ora di sonno, sonno che non potevano permettersi perché, non appena si chiudevano, la mente iniziava a mandare in loop quel dannato incubo.
Il suo telefono squillò, gli era arrivato un messaggio. Donghyuck sembrò trasalire all'udire quel suono, era totalmente immerso nelle sue faccende.
Si tolse un guanto per poter inserire l'impronta digitale e sbloccare, quindi, il telefono.
Alzò lo sguardo per accertarsi di non andare a sbattere contro qualcuno, prima di rispondere al messaggio.
Proprio mentre alzava lo sguardo vide Mark che veniva preso di mezzo da dei ragazzi.
Andò subito in suo soccorso, senza nemmeno pensarci un attimo, dimenticandosi completamente del messaggio.
Il ragazzo canadese veniva spintonavano da una parte all'altra, mettendo in scena una cosa quanto di più simile al flipper, sembrava così leggero. Quei ragazzi se lo passavano come se fosse una palla di gommapiuma.
Mark non faceva nulla, non diceva nulla, li guardava in faccia, uno ad uno, e si limitava a soffrire in muto silenzio.
Donghyuck sapeva di non essere più forte di loro, ma doveva fare qualcosa, anche se tutto il suo corpo, ogni singolo muscolo, era teso e gli suggeriva di andarsene. Dopotutto era abbastanza minuto e le risse, inutile a dirsi, non erano mai state il suo forte, e non pensava davvero che lo potessero diventare in quel momento.
<che cosa state facendo? Lasciatelo stare>
Si intromise, affiancando Mark, e iniziò a spingere via i ragazzi che, colti alla sprovvista, persero leggermente l'equilibrio.
Ma fu questione di pochi secondi perché riprendessero la loro stabilità e iniziassero a prendere di mira anche lui.
Per un qualche motivo, che nessuno dei due seppe spiegarsi, riuscirono a crearsi un varco tra i corpi di quei tali, e corsero quanto più veloce possibile verso il giardino, proprio dove si erano incontrati per la prima volta. La velocità era una qualità di entrambi, anche se Mark riusciva a prevalere leggermente sull'altro.
Si sedettero, uno affianco all'altro, ansimando.
Quando ebbe raggiunto una respirazione accettabile, andando a colmare gran parte del suo debito di ossigeno dovuto alla corsa, Donghyuck parlò.
<che cos'hai fatto a quei ragazzi? Perché ti stavano picchiando?>
Guardò il suo zigomo, completamente sanguinante, ed il suo labbro spaccato.
Era bellissimo anche così.
<solo verità scomode>
Donghyuck accennò ad una risata.
<dovresti imparare a farti un po' gli affaracci tuoi>
Si toccò il naso, dal quale avevano iniziato a scendere qualche gocce di sangue.
Anche lui aveva ricevuto una bella dozzina di botte, ma non gli importava.
<senti chi parla. Il ragazzo che la prima volta che mi ha parlato ha criticato le mie merendine>
Entrambi risero.
La risata di Mark era pura e cristallina, ma aveva anche un non so che di cupo e tetro.
Era come un cielo stellato.
Lo guardi e perdi il fiato, ma se poi pensi a cosa vi si nasconde dietro rabbrividisci.
<non avresti dovuto farlo, Haechan>
Haechan?
Nessuno sapeva del suo vero nome di battesimo.
Tranne la sua famiglia e la compagnia della quale i suoi veri famigliari facevano parte.
Mark si alzò e se ne andò, lasciando Donghyuck in preda a mille dubbi e preoccupazioni.Sì, ho cambiato leggermente le carte in tavola. Il vero nome di Hyucky non è Donghyuck ma Haechan. Spero comunque che vi possa piacere.
Piccolo consiglio: non tralasciate alcun dettaglio nel leggere questo capitolo, potrebbero ritornare utili. (Spoiler alert?)
+so che di solito metto una gif a inizio capitolo e una foto alla fine, ma non avete idea di quanto sia difficile trovare delle gif con il colore pesca :(
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(🍑) Agathokakological||Markhyuck
Random《Non lo trovi buffo?》 《Cosa?》 《Questo》 Donghyuck indicò il suo tatuaggio e quello del ragazzo difronte a lui. Mark non rispose. No, non lo trovava buffo. ****** Mark sembrava così giusto, eppure così sbagliato. In lui c'era qualcosa che non and...