Alba

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La moto sfrecciava solitaria nella stretta strada sterrata della pineta mentre le prime luci dell'alba cominciavano a comparire sul mare. Quello spettacolo era troppo bello per tenerselo per sé, pensò Alan, sapeva con chi condividerlo. La BMW abbandonò la pineta per procedere lungo le strade del piccolo paesino toscano dove abitava la sua ragazza, Martina. Si conoscevano fin da piccoli, avevano condiviso l'infanzia e l'adolescenza nella casa famiglia da cui poi erano fuggiti insieme. Nella fuga i due si erano separati, Martina aveva vissuto viaggiando per la regione in cerca di soldi mentre Alan ne faceva molti lavorando per i De Rosa. Si erano ritrovati per caso e lui le aveva comprato una casa vicino alla villa di Antonino. In breve Alan fu davanti a casa della ragazza, sapeva che l'avrebbe trovata sveglia come ogni volta che lui aveva qualche incarico da svolgere la notte. Rimaneva sveglia non perchè troppo preoccupata ma per essere pronta ad aiutarlo. Il ragazzo le aveva insegnato svariate tecniche di autodifesa e a sparare, riscontrando in lei una mira pari se non miglio della sua, che già era precisa al millimetro. Suonò il campanello e dopo pochi secondi la porta si aprì e se la trovò di fronte. I suoi capelli neri erano mossi dalla leggera brezza, lo guardava con i suoi occhi marrone scuro, che per lui erano sempre stati attraenti come calamite. Indossava una tuta nera con tanto di fondina con all'interno una Glock. Lui sorrise, era proprio come se la aspettava, pronta ad accorrere per salvarlo nel caso avesse avuto problemi. Non fece in tempo a dire neanche una parole che lei gli mise le braccia al collo e lo baciò, trascinandolo dentro richiudendo la porta. Gli tolse la giacca e lo spinse sul divano, lui si staccò da lei a fatica, vista la sua elevata forza, ridendo <<Abbiamo tempo anche dopo per questo, non vorrai perderti questa bellissima alba vero?>> Disse il ragazzo indicando la finestra del salotto inondata di sfumature di arancione e giallo.<<Non cambi mai eh? Sei sempre il solito romanticone>> rispose sorridendo la ragazza <<Mettiti qualcosa di meglio di questa tuta e prendi un casco, ti porto in moto>> <<Niente cavallo bianco mio principe?>> Rispose lei con una nota di ironia nella voce, scuscitando una lunga risata da parte di lui. I due uscirono dalla casa e salirono in moto, ripartendo velocemente con un rombo verso la spiaggia. Poco tempo dopo erano sdraiati sulla sabbia che cominciava a scaldarsi per via del sole, abbracciati l'uno all'altra. Lui le passava le dita fra i capelli mentre lei stava sdraiata con la testa appoggiata al suo petto, il suo respiro che gli sfiorava il collo. Le onde lambivano calme il bagnasciuga, mentre i gabbiani stridevano in volo prima di lanciarsi in mare per poi uscirne con un pesce nel becco. Rimasero così per un po' prima che lui si alzasse <<Devo andare alla villa per parlare dell'operazione di stanotte >> disse con un po' di rammarico Alan <<Sarei rimasta così in eterno, cerca di fare in fretta>> rispose lei <<Se vuoi ancora abbuffarti ai buffet della villa devi anche lasciarmi lavorare. L'ultima volta ti sei mangiata tutti i cannoli>> disse lui per prenderla un po' in giro <<Quasi tutti>> rispose lei leggermente offesa ma anche divertita dalla lieve presa in giro. Lui la riaccompagnò in moto a casa, lei lo salutò con un bacio prima che ripartisse per la villa del suo capo.
La sontuosa abitazione si trovava su una bassa collina al di sopra del paesino, circondata da un piccolo bosco. Alan si trovò davanti ai cancelli di un grosso edificio bianco a u, con un enorme colonnato che sovrastava l'ingresso e larghe finestre che occupavano le alte pareti esterne. Parcheggiò nel largo spiazzo davanti all'entrata, accanto a costose Ferrari e Lamborghini. Mentre camminava pensò al fatto di non aver detto a Martina delle spie. Lo aveva fatto al fine di non farla preoccupare ma forse sarebbe stato meglio avvisarla appena fosse tornato da lei. Oltrepassò una sfarzosa fontana e si trovò davanti alla porta, suonò e un maggiordomo di Antonino gli aprí, riferendogli che la riunione si trovava al piano di sopra. Alan sali le scale ed entrò in una grossa stanza circolare, a seguire la forma delle pareti c'era un grosso tavolo. Solo il suo posto era vuoto e si affrettò a riempirlo. Antonino sedeva al centro e Alan riconobbe diversi membri della famiglia. Non dava importanza ai loro nomi. Per lui l'organizzazione mafiosa non contava nulla, era solo un modo per fare soldi e presto avrebbe lasciato tutto per vivere in pace con la sua ragazza. Se fosse stato necessario, li avrebbe eliminati uno per uno per uscire fuori dal giro. La riunione si concluse in una trentina di minuti. Le spie non spaventavano i De Rosa, ma erano tutti d'accordo a sospendere le trattative con i russi per almeno una settimana. Uscendo dalla stanza un uomo alto e magro tentò di afferrare Alan per il colletto dell'abito, ma lui lo schivò facilmente e lo colpì con una gomitata al petto. Dopo anni di allenamento cominciato addirittura all'interno della casa famiglia e la sua padronanza delle tecniche di autodifesa , Alan non era certo una persona da sfidare in un combattimento corpo a corpo. Il figlio di Antonino, Luigi, si teneva le mani al petto dolorante. Era più vecchio di Alan, il venticinquenne era l'unico figlio del boss ed era sempre stato geloso di Ferrante. <<Mio padre sbaglia ad elogiarti così solo per aver ucciso due stupide spie. Tu non sei nessuno per surclassare me, suo figlio.>> <<Tieniti alla larga da me o te ne pentirai>> rispose freddo Alan scagliandolo via con un calcio. Se avesse dovuto uccidere i De Rosa come pensato prima, Luigi sarebbe stato di sicuro il primo. Un mocciosetto viziato e altezzoso, non era in grado di tener fede nemmeno a metà della minacce che faceva e Ferrante si divertiva spesso a fargli abbassare la cresta a suon di pugni e calci. Alan montò rapidamente sulla BMW, felice di poter tornare in fretta da Martina. Si ritrovò nuovamente davanti alla porta di casa sua, una villetta a pochi metri dalla pineta. Non ricevette risposta e girò la maniglia. Aperta. Preso dal panico si fiondò dentro ma ciò che vide lo fece tornare rilassato e anzi lo fece sorridere. Una fila di rossi petali di rosa era stesa sul pavimento, le luci erano soffuse. Abbandonò il casco all'ingresso e tolse la giacca gettandola sul divano. Seguì i petali che come pensava portavano alla camera da letto. Aprendo la porta di essa trovò la sua ragazza stesa sul letto con indosso solamente un provocante intimo rosso. Si avvicinò e si mise a ridere quando si rese conto di una cosa. Si era addormentata mentre lo aspettava dopo una notte insonne.

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