Libertà pt2

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Alan si sentì invadere dalla rabbia, una rabbia che non aveva mai provato prima. Cominciò a dirigersi verso i ragazzi, erano almeno una decina ma a lui non importava, avrebbe fatto qualunque cosa per proteggere ciò che amava. I ragazzi si accorsero di lui, riconobbe diversi volti. Erano i più grandi dell'orfanotrofio, per la maggior parte erano ormai maggiorenni e che tormentassero i più piccoli non era raro. Due di loro avanzarono verso Alan, che ribolliva di puro furore, non vedeva niente tranne quei ragazzi, quelle bestie che avevano osato fare quello a una ragazza sola. Vide che uno dei due aveva il naso rotto, Martina sapeva difendersi ma loro erano troppi per lei. <<Guarda un po' chi si vede, vieni a difendere la tua ragazza? Quando avremo finito con voi nessuno vi riconoscerà>> disse ghignando quello dei due che si trovava sulla sinistra. Il ragazzo col naso rotto si lanciò su Alan di corsa, un sorriso si apriva sul suo volto, pregustava una vittoria facile. All'ultimo Alan schivò a destra e colpì con una gomitata alla schiena il ragazzo, finendolo con un calcio una volta a terra. Il compagno stupito si lanciò a sua volta sul ragazzo, scagliò un pugno verso la faccia di Alan, che schivò e lo colpì allo stomaco, il ragazzo si piegò in due e Alan prese la testa con una mano e gli colpì la faccia col ginocchio, riducendo in una poltiglia sanguinante il suo viso. Il restante del gruppo accerchiò Alan, che tentò di difendersi menando pugni e calci ma non poté nulla contro 8 ragazzi più grandi di lui. Due lo presero per le braccia mentre un ragazzo molto alto e biondo, a quanto pare il loro capo, lo colpiva ripetutamente allo stomaco. Alan si sentiva debole, impotente, mentre la sua ragazza veniva picchiata lui non poteva fare niente. <<Che pensavi di fare ? Vali meno di niente. Voi piccoli idioti pensate di divertirvi sul nostro tetto eh? Pensavate che non ce ne saremmo accorti?>> Mentre Alan stava per perdere coscienza il ragazzo biondo venne si trovò colpito al collo da una mano di taglio e successivamente non si sentì più trattenuto alle braccia. Niccolò, Giovanni e Luigi stavano facendo a botte con il restante dei ragazzi. Alan riprese a vedere bene e corse da Martina. La prese in braccio e tornò dagli amici che nel frattempo avevano messo fuori gioco il gruppo di bulli. <<Scappiamo ora, se i sorveglianti ci prendono stiamo in isolamento per settimane>> le stanze di isolamento erano angusti sgabuzzini con un letto e basta, erano il terrore di tutti lí. Il gruppo corse verso la porta, Giovanni prese la chiave dalla tasca di Alan pronto ad aprire la porta. Arrivati al portone, la guardia gli si parò davanti. Era un uomo con una folta barba, alto un metro e ottantacinque e con nessuna voglia di farli passare. Alan depose dolcemente Martina a terra e camminò piano verso la guardia. <<Alan sei impazzito? È il doppio di te e sei ferito ti distruggerà!>> Le grida di Luigi non dissuasero Alan, che correndo schivò la presa della guardia e la colpì in pieno con un pugno sotto al mento. L'uomo non si mosse nemmeno e replicò con un calcio che fece ruzzolare il ragazzo per alcuni metri. La guardia avanzava imponente verso i ragazzi malmessi dopo il pestaggio precendente, ridendo allegramente. All'improvviso un folto gruppo di ragazzi si riversò nel piccolo piazzale antecedente al portone. Erano di tutte le età e sbucavano da ogni porta, riversandosi a fiumi. In breve tempo loro erano in vantaggio, Alan si chiese come sapessero della fuga, l'occhiolino di Martina ancora a terra fu la risposta. L'orda di ragazzi accerchiò la guardia, nella confusione Alan riprese Martina e corse con Luigi, Niccolò e Giovanni al portone, lo aprirono e uscirono nel parcheggio della casa famiglia. <<E ora?>> chiese Luigi <<Si guida>> rispose sorridendo Niccolò con in mano le chiavi dell'auto del custode. Salirono a bordo della vecchia fiat, Niccolò e Luigi davanti, Alan con Martina in braccio e Giovanni dietro. Dopo qualche brusca accelerata e grattata di marce l'auto procedeva per la strada di campagna. Alan bendò Martina con pezzi della sua maglietta, la rassicurò e la baciò dolcemente, tendendola fra le sua braccia. <<E ora dove andiamo?>> Chiese lei con un filo di voce <<Io e i ragazzi pensavamo di rubare una barca>> disse Niccolò << Martina ha bisogno di cure, troverò dei farmaci e tutto il resto, voi andate, il e lei restiamo in paese e cercheremo di arrangiarci in qualche modo. Successivamente, i tre rubarono una barca a vela e salparono come avevano letto nei pochi libri dell'orfanotrofio. Alan si prese cura di Martina fino alla sua guarigione. Si ripararono in un vecchio capannone abbandonato e ne fecero il loro rifugio. Una notte però la polizia fece irruzione, nella confusione e nel buio i due ragazzi si persero,  vagarono a vuoto per giorni lui cercando lei e lei cercando lui, ma non si sarebbero ritrovati per molto tempo...

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