15.

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Taehyung continuò a vagare per quella casa per un tempo indefinito, aveva anche fatto un paio di pause al bagno o su una poltrona, era estenuato, voleva solo trovare quella stramaledetta stanza!
Dopo poco ne aprì una che lo lasciò stranito.

Era una stanza spaziosa, buia, le prime luci del mattino stavano per fare il loro ingresso dalle tende scure che erano lasciate leggermente aperte.
Era tutto così polveroso e trascurato che poteva vedere delle ragnatele abbandonate agli angoli, per fortuna non ci sono ragni, pensò.
"Forse saranno scappati." Si disse poi, guardandosi intorno circospetto.

L'unica cosa che si poteva vedere al centro della stanza erano tre specchi, quelli che si usano nelle sale da ballo, tutti uno di fianco all'altro, messi come a circondare una persona.
"Che razza di stanza è questa?" Si chiese il grigio, senza ottenere risposte, solo un eco di una voce roca era udibile: la sua.

Si avvicinò allo specchio più a sinistra, era quello messo peggio: era stato infranto da tempo, mancavano addirittura dei pezzi, come se dopo averlo spaccato, fosse stato colpito fin quando non fossero caduti altri frammenti.

Avvicinò una mano alla superficie martoriata, ma la ritrasse poco prima di toccarla, passando a quello opposto, a destra.

Quello non era messo male quanto il primo, ma un particolare attirò l'attenzione del ragazzo che, avvicinandosi, riuscì a vedere che le crepe partivano da un punto preciso, portò un dito a quello strano rilievo, cercando di estrarre quel piccolo oggetto, probabilmente fatto di metallo.
Dopo un po' decise di lasciare perdere, era troppo stanco e la forza gli mancava.

Alla fine fissò il suo riflesso nello specchio centrale, l'unico intatto, e guardò in che stato fosse: aveva i capelli arruffati, gli occhiali che scendevano dal naso, i vestiti stropicciati e sudaticci, la fronte imperlata di sudore.
Si fece una risata, fin quando non sentì una voce alle sue spalle.

"Cosa ci fai qui? Ti avevo detto di non entrare in questa stanza." La voce severa di Jungkook fece girare Taehyung.
"Kookie!" Il più piccolo gli si avvicinò. "Certo che casa tua è un labirinto! È dalle due e mezza che cerco di tornare in camera, ma mi sono perso." Si scusò.
"Sono le cinque meno un quarto del mattino, sei in una stanza dove non dovresti e non hai ascoltato quello che ti avevo detto... Perchè?" Domandò il minore guardando il più alto negli occhi severamente.
"Non volevo svegliarti, stavi dormendo tanto bene." Affermò il grigio sfoggiando un sorriso quadrato. "Ma comunque, perchè mi avevi detto di non venire qui? Ci sono solo degli specchi." Era perplesso.
"Non sono solamente specchi, hanno ognuno una storia, e non hanno belle storie." Confessò il magenta che, sospirando, decise di dare delle risposte a Taehyung.

"Vedi lo specchio a sinistra?" Chiese e il più grande annuì in silenzio, sedendosi a terra, fissandolo.
"Quello è il primo specchio che ruppi.
Avevo solo quattordici anni e troppa rabbia repressa per un nanerottolo.
Rabbia verso le persone, verso gli oggetti, verso me stesso.
Odiavo i miei genitori per avermi abbandonato qui a Seoul, per fare una vacanza alle Bahamas, dalla quale sapevo non sarebbero mai tornati.
Se solo mi fossi svegliato venti minuti in anticipo, avrei potuto insultarli un'ultima volta." Rise amaramente.
"Questo è il risultato di calci e pugni che hanno creato ferite più e meno profonde, ma quelle che mi facevano più male non erano quelle fatte colpendo lo specchio, ma guardando quanto patetica la mia immagine riflessa fosse." Gli sfuggì una lacrima, che lasciò correre, procedendo ad un altro specchio dopo aver passato una mano su quello.

"Lo specchio a destra, lo ruppi a sedici anni, non mi piaceva la mia scuola, i miei compagni erano tanto meschini, non ce la facevo più." Il suo sguardo era vuoto ed al suo Hyung iniziava a tremare il labbro inferiore.
"Quel giorno tornai a casa con tanto rancore e dolore ad offuscarmi la vista. Non so come feci ad avere una pistola in mano, non so da dove la presi, so solo che volevo uccidere quel deficiente, così patetico, triste e senza spina dorsale che ogni mattina vedevo di fronte allo specchio..." Il minore iniziò a singhiozzare, col volto intriso di lacrime, ed il maggiore non poteva essere da meno, sensibile com'era.
"Volevo ucciderlo, volevo eliminarlo, farlo fuori con un colpo solo...
Lo feci, gli sparai, un colpo solo, uno spavento, il battito accelerato, un dolore al petto che non se ne andava.
Pensavo di essere morto per davvero, invece era morto il mio riflesso." Guardò il punto dove le crepe si univano e toccò l'oggetto che si rivelò essere un proiettile.
"Decisi di cambiare drasticamente.
Mi ribellai a quelle persone che mi volevano come un cagnolino, cambiai modo di vestire, modo di vedere la vita, andai a fare palestra, mi allenavo incessantemente, fino a svenire dallo sforzo, ma ero felice comunque, perchè mi sentivo vivo.
Poi iniziai a ballare e a recitare, mi sentivo rinato." E lì, sorrise, lasciando il grigio a bocca aperta, si chiese come facesse a sorridere, lo ammirò in quell'istante.

"Ed ecco che passiamo all'ultimo specchio: quello centrale.
Questo mi accompagna da ormai tre anni e non lo romperò.
Perchè ora la persona che vedo riflessa sono felice che sia me: ha un carattere solare, non è mai silenzioso, riesce a sorridere anche nei momenti più difficili.
Non odia più, sa che non serve a nulla, non si immischia in alcun guaio, non finisce più dalla polizia per qualche bricconata, ma soprattutto: sa amare." Jungkook tocco con una mano il suo riflesso, sorridendo ampliamente.
"Questo è il Jeon Jeongguk che tenevo nascosto, il vero Jeon Jeongguk.
Questa è la parte migliore di me e non la lascerò svanire." Poi si girò verso il maggiore e si avvicinò a lui abbracciandolo, lasciandolo interdetto.

"Grazie Hyung, di avermi dato uno specchio quel giorno, senza di te, non sarei la persona che sono oggi.
Ho imparato a vedere i miei difetti, ad accettarli, a domarli, a cambiare le abitudini sbagliate.
Ti sono davvero grato per tutto." Il più basso guardò negli occhi il grigio.

"Grazie per avermi conosciuto.
Grazie per avermi fatto capire i miei errori.
Grazie per avermi accompagnato durante un viaggio difficile.
Grazie per aver dimenticato l'orribile persona che fui anni fa.
Grazie per quello specchio che mi donasti nel lontano 1 Settembre 2013, ormai passato da sei anni.
Grazie per essere comparso di nuovo nella mia vita.
Grazie per avermi reso migliore.
Grazie per essere la persona che amo."

E con un bacio tanto atteso da entrambi, si conclude la nostra storia, ovviamente vera (sotto certi aspetti), speriamo vi sia piaciuta e che vi abbia lasciato qualcosa.
Nel mentre, però, lasciamo che questi ragazzi si amino, perchè la nostra storia è appena giunta al termine, ma la loro è appena cominciata.

Fine.

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